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Giovedì, 25 Aprile 2024
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La Procura non si oppone, ora è ufficiale: Berlusconi è candidabile

La procura aveva 15 giorni di tempo per impugnare il provvedimento emesso venerdì scorso. Berlusconi ha ottenuto la "riabilitazione" anche se resta imputato in alcuni processi

La procura generale di Milano ha deciso di non opporsi alla decisione con cui il Tribunale di Sorveglianza ha sancito la riabilitazione nei confronti di Silvio Berlusconi. A questo punto non c'è più nessun ostacolo alla candidatura dell'ex premier.

La procura, guidata dal procuratore Roberto Alfonso, aveva 15 giorni di tempo - a partire dal giorno della scelta dei giudici -, per decidere se opporsi e quindi eventualmente discutere in Cassazione. Il Tribunale di Sorveglianza di Milano, venerdì scorso, ha concesso la riabilitazione a Berlusconi, dopo la condanna per frode fiscale nel processo relativo ai diritti tv Mediaset, dando atto dell'espiazione della pena (quattro anni di reclusione, di cui tre coperti da indulto) e dei risarcimenti alle parti civili.

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Nel provvedimento del Tribunale della Sorveglianza, di quattro pagine, si fa riferimento a tre relazioni di servizio delle questure di Milano e Roma e dei carabinieri di Monza in cui si dà atto della 'buona  condotta' del leader di Forza Italia. In particolare si attesta "un comportamento totalmente privo di segnalazioni rilevanti in termini negativi, che dunque portano a ritenere sussistente il requisito della regolarità della condotta". Un requisito necessario per concedere la riabilitazione che estingue le pene accessorie e ogni altro effetto della condanna, inclusa la legge Severino, e restituisce al leader di Forza Italia la possibilità di candidarsi alle elezioni.

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Inoltre, nel provvedimento del tribunale, si evidenzia come due denunce presentate per diffamazione e voto di scambio sono state archiviate. Sempre in relazione al periodo di valutazione - dalla condanna nel 2013 alla scadenza dei tre anni che la legge prevede debbano trascorrere dall'espiazione della pena - "emerge la sussistenza di carichi pendenti presso le procure della Repubblica di Milano, Roma e Torino", tutti legati al caso Ruby. "Tali pendenze - scrive il Tribunale di Sorveglianza - non escludono di per sé la sussistenza della regolarità della condotta". In definitiva, il collegio ritiene che "sussistano tutti i requisiti prescritti per l'accoglimento dell'istanza, in assenza di dati significativi di segno contrario".

Se la presenza di indagini non è ostativa alla riabilitazione di Berlusconi e la decisione della procura generale gioca a vantaggio del leader di Forza Italia, per il Cav c'è un altro rischio, ovvero l'articolo 180 del codice penale. Berlusconi ha ottenuto la "riabilitazione" anche se resta imputato in alcuni processi. Come quello per il caso Ruby ter, in corso a Milano, sulla presunta corruzione degli ospiti dei festini di Arcore ascoltati come testimoni nei processi sul "bunga bunga" di Villa San Martino. O ancora il processo escort Tarantini pendente davanti al Tribunale di Bari. Il che rappresenta un rischio concreto per il futuro politico del leader di Forza Italia: un'eventuale sentenza di condanna porterebbe all'annullamento automatico del provvedimento di riabilitazione.

La legge parla chiaro: la sentenza di riabilitazione, recita l'articolo 180 del codice penale, "è revocata in diritto se la persona riabilitata commette entro 7 anni un delitto non colposo" punito con "la pena della reclusione per un tempo non inferiore ai due anni o a un'altra pena più grave".

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