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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Berlusconi dopo Mattarella: Quirinale sogno possibile? Cosa dicono i numeri

Dopo l'assoluzione nel processo Ruby ter, l'ex premier si concentra solo sulla "sua" Forza Italia, con il sogno di succedere a Mattarella: gli servirebbe tanto per iniziare un centrodestra più unito, ma i voti in ogni caso sembrano non esserci. Cacciari: "Ridicolo parlarne"

Ieri sera l'assoluzione nel processo Ruby ter a Siena dall’accusa di corruzione in atti giudiziari. Da oggi Silvio Berlusconi si concentra solo sulla "sua" Forza Italia, dove la spaccatura e profonda e Mariastella Gelmini continua a chiedere prese di distanze da Lega e Fratelli d’Italia, supportata da Brunetta e Carfagna. "Gelmini? Stanno fuori dalla realtà, Non so cosa gli ha preso a questi qua" tuona però Berlusconi. Parla di "strappo ormai visibile" Repubblica. Ma è davvero così? L'inner circle del Cavaliere, formato in primis Antonio Tajani e Licia Ronzulli, è ritenuto responsabile da alcuni nel partito di "far giungere ad Arcore una realtà falsata". Contattare direttamente il leader storico del partito è per alcuni deputati e senatori un'impresa complicata.

Berlusconi al Quirinale? Che cosa è successo davvero all'incontro del centrodestra

Berlusconi sogna il Quirinale

Con i tre ministri c’è un (non è dato sapere quanto folto) gruppo di parlamentari - fra cui certamente Claudia Porchietto, Paolo Russo, Luigi Casciello, Anna Lisa Baroni - che avevano sottoscritto la richiesta di voto segreto per opporsi all’elezione come capogruppo alla Camera di Paolo Barelli, voluto da Tajani e designato da Berlusconi. I ministri sono sicuri che almeno 30 deputati (su 77) la pensino come loro, più altri senatori e soprattutto molti amministratori locali, visto che Gelmini e Carfagna fanno da anni un lavoro molto capillare sui territori. Le stime che fanno i fedelissimi del Cav sono nettamente più basse, nota però la Stampa.

"Ho la tessera numero due, io sono Forza Italia assieme a BerIusconi che ha la tessera numero uno. Ma voglio che il mio partito diventi il pivot di un centrodestra popolare ed europeo, capace di dialogare con tutti - dice renato Brunetta - Perché non dimentico che, oltre alla tessera di Forza Italia, ho anche quella del Ppe: è il mio aggancio alle migliori tradizioni delle famiglie politiche europee. E, ora come ora, mi sento più del Ppe che di una Forza Italia che rischia di appiattirsi su altre culture, non sue". La stoccata a Salvini e Meloni dà l'idea delle divisioni ormai lampanti nel centrodestra dopo il tracollo alle ultime elezioni amministrative.

Nei fatti Forza Italia dopo tre decenni scopre le correnti: nulla di strano ma non un dettaglio di poco conto in questo caso, perché quella di Gelmini-Brunetta-Carfagna conterebbe la metà dei deputati: "La strategia è chiara: porre le basi per una decisa virata di rotta che porti lontana Fi dai sovranisti, non subito ma nell’arco di qualche mese, il tempo che il voto per il Quirinale farà venir meno la necessità da parte di Berlusconi - che sogna il Colle - di tenersi stretti Meloni e Salvini".

Perché Berlusconi al Quirinale pare crederci davvero

Perché Berlusconi al Quirinale pare crederci davvero. A Bruxelles l'ex premier dice che vede bene Draghi al Colle "ma forse è meglio che continui a fare il premier", e lo afferma con il tono gigionesco di chi vuole campo libero, nel mezzo di un ritorno in presenza sulla scena europea che si trasforma in uno show. Carfagna parla di "un disagio che è diffuso e profondo" nel partito. Intanto ieri il Cavaliere ha ritrovato "il gusto della passerella, immagina un futuro quirinalizio e persino si gode il sondaggio di Alessandra Ghisleri che vede Forza Italia in crescita all’8,1 per cento", scrive Repubblica. Forza Italia è invece ferma al 7 per cento secondo Swg.

Berlusconi, dopo le tre prime votazioni che richiedono la maggioranza di due terzi, avrebbe bisogno di 505 voti per salire al Colle, cioè la maggioranza semplice. Quei voti non li ha e probabilmente nemmeno li avrà, tantomeno con un centrodestra così lacerato. "Io amo le imprese impossibili. E poi l’ho promesso a mio padre: diventerò presidente della Repubblica" aveva detto qualche tempo fa.  Ma se il centrodestra trovasse nuovo collante, le cose cambiano? Si può far di conto. Alla Camera i deputati di FI sono 88, 132 della Lega, 36 di Fratelli d'Italia, 15 di Cambiamo! e Noi con l'Italia e almeno 15 su 78 del Misto potrebbero votare l'ex Cavaliere. Al Senato gli azzurri berlusconiani sono 52, 64 i leghisti, 20 i meloniani e almeno 12 i senatori del Misto pronti a sostenere l'ex premier. Poi ci sono 58 delegati regionali per l'elezione del Capo dello Stato: tre per ogni regione tranne uno per la Valle d'Aosta. Una trentina di voti. Il totale dei voti sulla carta per l'ex Cavaliere arriva molto oltre 400, ne mancherebbero parecchi al quorum della maggioranza assoluta (505) necessario dal quarto scrutinio. A meno di non andare a pescare voti altrove, è quasi impossibile che possa davvero puntare al Colle. 

Secondo il Giornale "la possibilità che Silvio Berlusconi possa avere concrete possibilità di salire al Quirinale fa paura" alla sinistra. Durante Otto e mezzo su La7, Lilli Gruber ha interpellato il professor Luca Richeldi, direttore dell'unità complessa di Pneumologia del policlinico Gemelli di Roma, per fare una previsione sulla possibile resistenza di Silvio Berlusconi al Quirinale per 7 anni. Domanda dribblata. Secondo il filosofo Massimo Cacciari è inutile anche solo parlarne. "L'argomento non merita. Premesso che nulla interessa meno gli italiani in questo momento che i processi di Silvio Berlusconi, per quanto riguarda la candidatura a presidente può essere solo di bandiera. Una candidatura che il centrodestra fa al fine di ricompattarsi ma senza possibilità di riuscita perché non hanno minimamente i numeri".

Berlusconi vuole il centrodestra unito e una coalizione compatta che lo lanci alla poltrona di Presidente della Repubblica. Come vi abbiamo raccontato ieri, la grande coalizione tra Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega è necessaria a tutti più che mai. A Salvini e Meloni se vogliono Governare e magari fare il Presidente del Consiglio e a Berlusconi per arrivare al Quirinale. 

Che ne sarà invece di Forza Italia? Berlusconi non solo non vuole approdare nei fantomatici "grandi centri" che emergono ciclicamente nella politica italiana, ma pensa anche che i tentativi di Renzi e Calenda (per non parlare dei fuoriusciti di Toti e Brugnaro) non abbiano un futuro. Forza Italia finora "è stata" Berlusconi. Se in futuro diventerà altro, sarà una sorpresa per tutti.

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