rotate-mobile
Mercoledì, 24 Aprile 2024

Stefano Pagliarini

Responsabile redazione

Berlusconi al Quirinale è la scusa per rompere il centrodestra

Ad un tratto sorge un dubbio nel caos del Quirinale: o i leader politici sono davvero in confusione e non trovano un nome che sia degno per il Colle oppure l’impasse è il risultato dell’incrocio delle strategie messe in atto dai partiti, alla ricerca di una ricollocazione per sopravvivere alle prossime elezioni. A ben guardare le ultime mosse dei leader, la seconda non è così inverosimile.

Si può partire analizzando le manovre di Silvio Berlusconi. Solo chi gli sta vicino veramente potrà dirci un giorno se l’ex Cavaliere ci ha creduto davvero o era tutta una pantomima, ma la sua "candidatura" sta già dando dei risultati. Intanto sta rilanciando la sua figura personale, anche con il manifesto pubblicato su Il Giornale, comportandosi come se fosse in campagna elettorale e dovesse tornare a convincere gli italiani di come lui sia la persona giusta un po’ per tutto. Dunque il consenso. Un altro risultato è che sta spaccando il centrodestra. Sempre che lui ci creda davvero, ha capito che non ce la fa. Per questo non partecipa più ai tavoli con Giorgia Meloni e Matteo Salvini. Forse ci ha anche pensato in un primo momento, ma quando ha capito che non aveva i numeri e che i suoi alleati non si sarebbero compattati intorno a lui, si è sganciato. Salvini lo ha capito e la sua contromossa è stata quella di mettersi a cercare lui un nome per il Presidente della Repubblica.

Così, mentre il leader della Lega cerca di cucirsi addosso l’abito del leader di tutto il centrodestra, Berlusconi potrebbe aver già cominciato a giocare un’altra partita: quella delle prossime elezioni nel 2023. Dunque ok il nuovo Presidente della Repubblica, ma nell’ottica di un Governo che faccia una nuova legge elettorale proporzionale, così da consentire a Forza Italia di ricollocarsi al centro, mollando i sovranisti e rilanciandosi alle prossime elezioni. Insomma se Berlusconi ufficialmente si propone, in realtà potrebbe essere pronto a votare e far votare il candidato di qualcun altro. A quel punto nascerebbe qualcosa di nuovo. Qualcosa di inedito, almeno in Italia. Dunque una nuova maggioranza Ursula.

Così alcuni parlamentari del Pd si spiegano la melina di Enrico Letta. Fonti interne al Pd dicono che Letta, seppur convinto di poter trovare un nome, non ha interesse ad avversare una fase in cui il centrodestra si sta disgregando. Il segretario democratico aspetta di vedere cosa farà Silvio Berlusconi. Imporre una scelta da sinistra, ricompatterebbe il centrodestra. Non ci sarà un Presidente della Repubblica di sinistra. Ma almeno Letta potrà contare su un centrodestra ai minimi termini, con Berlusconi che potrà tornare in campo e riposizionare Forza Italia in un futuro nuovo centro. Toti, Renzi e Brugnaro potrebbero favorire questo passaggio, isolando Meloni e Salvini.

Dunque Draghi presidente? Non è la condizione ideale perché tenderebbe a mantenere l’attuale maggioranza, ma almeno Fratelli d’Italia resterebbe fuori e Forza Italia potrebbe lavorare più agevolmente per una legge elettorale proporzionale che vogliono anche a sinistra. Pd e Forza Italia vedrebbero risalire le loro quotazioni e tornerebbero a pesare molto in Parlamento. La partita del Capo dello Stato è dunque funzionale per il prossimo Governo e la riforma elettorale, con la quale si decideranno i destini dei partiti. Oppure vale sempre l'altra opzione: sono tutti confusi.   

Si parla di

Berlusconi al Quirinale è la scusa per rompere il centrodestra

Today è in caricamento