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Venerdì, 29 Marzo 2024
Inchieste

Passarono al Pdl per non far cadere Silvio: indagati Razzi e Scilipoti

L'accusa è di corruzione: sotto la lente della magistratura il cambio di casacca nel 2010 proprio in coincidenza con il voto di fiducia al governo Berlusconi. Tutto partì da una denuncia di Antonio Di Pietro.

Corruzione. Questo il reato ipotizzato nei confronti dei parlamentari Antonio Razzi e Domenico Scilipoti in relazione al loro cambio di casacca in Parlamento avvenuto nell'inverno del 2010. Il fascicolo d'indagine è stato avviato dal procuratore aggiunto della Capitale, Francesco Caporale.

I due onorevoli erano citati in alcune denunce presentate dal leader dell'Idv, Antonio Di Pietro, dopo che questi stessi parlamentari avevano abbandonato il suo partito nel dicembre 2010 in coincidenza con un voto di fiducia al governo che era guidato da Silvio Berlusconi. Nei prossimi giorni Razzi e Scilipoti saranno interrogati dai magistrati.

Intanto, per i pm della Procura di Napoli, titolari del fascicolo di inchiesta sulla presunta compravendita di senatori che vede tra gli indagati Silvio Berlusconi, non sussiste il legittimo impedimento che il Cavaliere, tramite i suoi legali, aveva sostenuto come motivazione per rinviare l'interrogatorio dopo il 15 marzo. Berlusconi, nell'ambito dell'inchiesta, aveva ricevuto la scorsa settimana un invito a presentarsi con tre date possibili: il 5, il 7 e il 9 marzo. La decisione della Procura è stata comunicata all'avvocato Michele Cerabona, uno dei legali di Berlusconi.

La Procura non ha indicato nuove date per ascoltare Silvio Berlusconi e, stando a quanto si apprende, non ci sarà per il momento un nuovo invito a comparire per rendere interrogatorio. A questo punto si prende atto delle rispettive posizioni e si procede con il normale iter dell'inchiesta. Salta quindi, per ora, il confronto del Cavaliere con i magistrati napoletani che lo indagano per ipotesi di corruzione e finanziamento illecito ai partiti. Berlusconi aveva chiesto di rimandare l'interrogatorio adducendo motivi legati anche a impegni politici, ma per i pm non si tratterebbe di legittimo impedimento.
 

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