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Mercoledì, 24 Aprile 2024

Charlotte Matteini

Opinionista

Amate l'assurdo? Guardate Silvio su TikTok

Campagna elettorale che vai, strategie che trovi. Nel 2013 fu la volta dei social network, in particolare di Facebook, utilizzati per la prima volta in maniera massiva da politici di ogni schieramento come strumento di propaganda elettorale. Nel 2022 è invece la volta di TikTok, il popolare social network cinese preferito dai giovani della generazione Z, ma anche dai Millennials. E così, a poco meno di un mese dalle elezioni, tutti i capi dei maggiori partiti sono approdati su Tik Tok, nel tentativo di ingraziarsi la nuova generazione di elettori.  

Letta il grande assente

Comandamento numero 1: parlare ai giovani. Con risultati davvero grotteschi. Pioniere della piattaforma è stato Matteo Salvini, che su Tik Tok ormai bazzica già da un bel pezzo. Il suo profilo conta moltissimi video, i contenuti spaziano dalla solita propaganda contro i migranti a video con animali pucciosi o di calcio o di famosi dj. Praticamente ha trasferito la strategia che utilizza da anni su Facebook su un social network che con Facebook non ha nulla a che fare, facendo la figura del boomer.  

Enrico Letta è il vero grande assente. Una contraddizione di termini se si pensa che il Pd si presenta sugli altri social come il partito che mira a diventare un interlocutore delle giovani generazioni, ma pare non si sia reso conto che sta facendo campagna elettorale con mezzi che i giovani non utilizzano affatto.  

Anche la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni è approdata sul social network cinese e anche lei, come il fratello coltello Matteo Salvini, non ha idea di come comunicare con i giovani. Sul profilo di Meloni ci sono numerosi video, tutti molto simili a quelli che la leader di FDI ha sempre pubblicato su altri social network: contro i migranti, a favore della famiglia naturale, spezzoni di comizi e interviste e bagni di folla. Insomma, anche i consulenti di Giorgia non hanno minimamente compreso lo strumento e stanno deliberatamente ingorando il target che avrebbero voluto agganciare. Non un grandissimo risultato, a meno che l’intenzione non fosse realizzare un case history su come non utilizzare un social network per giovani.  

Ed è la volta di Carlo Calenda, che su Tik Tok approda postando video su rigassificatori, Ilva, energia, Mes sanitario, consigli di lettura. Contenuti dedicati al target? Nessuno. Come Salvini e Meloni, anche Calenda non ha la minima idea di come parlare ai nuovi elettori.  

Forse Conte è quello che ha capito meglio TikTok

Molto meglio Giuseppe Conte, che presidia il social network da qualche tempo e pubblica video che parlano direttamente ai giovani, di lavoro, povertà, precariato, scuola, ma non solo. Sembra l’unico in grado di comprendere che è necessario produrre contenuti adatti al mezzo e al pubblico presente e non sfruttare i soliti video già pubblicati e ripubblicati altrove per avere un’altra grancassa che nulla aggiunge a livello strategico nell’acquisizione di nuovo potenziale consenso.  

Veniamo a Matteo Renzi e Silvio Berlusconi, gli ultimi arrivati sulla piattaforma: il primo ha inaugurato il canale pubblicando un video che voleva essere autoironico, cercando di sfruttare un vecchio trend che non va più di moda da mesi su Tik Tok (First reaction, shock) e un secondo contenuto dedicato alla nascita di 18app. Un profilo ancora troppo scarno per poter davvero essere giudicato in maniera oggettiva, ma una cosa è sicura: ha buone potenzialità per essere un amarcord degli anni in cui Renzi ha raggiunto i suoi straordinari risultati, che ormai cerca di ricordarci da anni in ogni dove.  

Berlusconi, invece, vegliardo 85enne che di comunicazione qualcosa ne capiva, ha lanciato il proprio canale con un video che definire grottesco sarebbe un vero complimento. Con la solita parlata da cumenda brianzolo che strizza l’occhio a una generazione che non conosce minimamente e la solita inquadratura che utilizza dal 1994, ha salutato i ragazzi di Tik Tok raccontando di aver deciso di aprire il profilo per parlare dei temi che stanno più a cuore agli under 30. Un esempio? La detassazione per le imprese che li assumeranno. Insomma, esattamente un tema che interessa i giovani. Sì, di Confindustria. L’effetto è quello di Burns dei Simpson nella famosa scena in cui cerca di intortare il preside Skinner fingendosi uno studente. A giudicare dai risultati di tutti, come direbbe il compianto Massimo Troisi: non ci resta che piangere.  

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