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Venerdì, 29 Settembre 2023
La storia giudiziaria

Prescrizioni, lodi e leggi ad personam: così Berlusconi ha diviso l'Italia

Le vicende giudiziarie di Berlusconi sono state una parte fondamentale della sua parabola politica e motivo di violente contrapposizioni con i suoi oppositori. Ripercorriamo i processi e i provvedimenti che hanno fatto infiammato la polemica politica e fatto, nel bene e nel male, del leader di Forza Italia un caso

Una storia politica che si mescola con quella giudiziaria. È impossibile forse separare, nel bene e nel male, la vicenda umana e politica di Berlusconi dai suoi processi e dalle reazioni che hanno suscitato. Una forte polarizzazione che ha portato a vedere il leader di Forza Italia da un lato come un 'martire della giustizia italiana', dall'altro come l'uomo che è riuscito a piegare il codice penale e lo stato di diritto a suo vantaggio, creando un eccezione pericolosa e potenzialmente eversiva. Ma è indubbio che la storia dei suoi processi è anche un lungo susseguirsi di cavilli e astuzie legali inaccessibili ai comuni mortali. Vediamo caso per caso i processi che hanno infiammato un'intera stagione politica. 

La lunga scia delle prescrizioni di Berlusconi

In principio fu il lodo Mondadori. A metà degli anni '80 Silvio Berlusconi e Carlo De Benedetti si contendevano quella che era la più grande azienda editoriale italiana: la Mondadori. La contesa azionaria fu risolta da un lodo arbitrale che assegnò nel 1990 la quasi totalità delle azioni dell'azienda di Segrate a De Benedetti. Berlusconi ricorse a quel punto alla Corte d'Appello di Roma che ribaltò la decisione precedente del 1990. Le quote di Mondadori tornarono a Berlusconi e sulla vicenda dovette intervenire anche la politica. Il compromesso trovato fu quello di far tornare alcune testate nelle mani di De Benedetti (Repubblica, l'Espresso e relativi periodici locali) e il resto nelle mani della Fininvest. Ma per questa decisione, che pose fine alla cosiddetta ''guerra di Segrate'', Berlusconi fu condannato nel 2001 per corruzione semplice in atti giudiziari. Che era successo? Secondo i giudici milanesi, Cesare Previti (allora avvocato del leader di Forza Italia) aveva pagato, per conto di Berlusconi, uno dei giudici per il ribaltamento del nodo arbitrale del 1990. Ma dai fatti intercorsi erano passati troppi anni e quindi Berlusconi fu prosciolto (e non assolto) per intervenuta prescrizione. Una formula che sarà una costante nei suoi processi. 

Una decisione simile era stata già presa, del resto per il cosiddetto processo All Iberian, ovvero per il finanziamento illecito al PSI di Bettino Craxi. Quasi 23 miliardi di lire versati tra il gennaio del 1991 e il nobvembre del 1992. Nel processo del 1998 Berlusconi viene prosciolto per prescrizione solo per dieci dei 23 miliardi contestati. Ma il processo finisce nel 2000 in Cassazione che proscioglie l'imputato a piento titolo, ancora una volta per prescrizione. 

La prescrizione scatta anche per il cosiddetto caso Unipol. In questo caso l'accusa per Berlusconi fu quello della divulgazione di segreti di ufficio per la pubblicazione del dialogo intercorso tra l'allora segretario dei DS Piero Fassino e l'amministratore delegato di Unipol Giovanni Consorte. In primo grado il leader di Forza Italia fu condannato a due anni e due mesi di reclusione, successivamente, in appello nel 2014, il reato fu dichiarato prescritto. 

Ma qual è la differenza fra prescrizione e assoluzione? La prescrizione penale è una causa di estinzione del reato legata al tempo. Grazie alla prescrizione un illecito penale non può più essere perseguito se trascorre un certo periodo di tempo dalla sua commissione. Altra cosa è l'assoluzione, ovvero quando in un processo l'imputato viene giudicato non colpevole per il reato commesso. Nella storia dei processi di Berlusconi prevale indubbiamente la prima dinamica ed è quello che gli avversari politici gli hanno sempre rinfacciato. 

Le leggi ad personam e le assoluzioni 

Un altro motivo di profonda avversione verso Berlusconi da parte delle opposizioni fu costituito dalle cosiddette 'leggi ad personam'. In particolare la depenalizzazione del reato di falso in bilancio societario, approvato nel 2002, influenzò molti processi penali. Lo salvò da larga parte del cosiddetto processo All Iberian. Berlusconi venne, in quell'occasione, assolto dall'accusa del reato di falso in bilancio per le attività Fininvest tra il 1986 e il 1989, nell'ambito dell'ultimo stralcio del processo SME, perché il fatto non costituiva più reato. In quel caso i giudici milanesi si rivolsero anche alla Corte di Giustizia Europea per verificare la conformità della normativa italiana a quella comunitaria. Il reato di falso in bilancio venne reintrodotto nel 2015 dal governo Renzi. 

Un qualcosa di molto simile si registra anche in occasione del cosiddetto ''Processo Mills'' in occasione di un'altra legge varata dal governo Berlusconi, il cosiddetto ''Lodo Alfano''. La legge fu approvata nel 2008 su impulso dell'allora ministro della Giustizia Angelino Alfano e pronunciata come incostituzionale dalla Consulta nel 2009. Stabiliva l'immunità per le più alte cariche dello Stato ed è proprio per questa legge che l'allora posizione dell'ex premier venne stralciata nel 2008  per accuse che includevano anche la corruzione in atti giudiziari. Per questo processo la posizione di Berlusconi fu poi prescritta nel 2012. Anche in questo caso le opposizioni contestarono una legge che riscriveva tempi della prescrizione ordinaria, la cosiddetta Ex Cirelli, approvata ancora una volta da uno dei governi presieduti dal leader di Forza Italia nel 2005. 

Le ultime polemiche risalgono alla cosiddetta legge Severino che modificò il reato di concussione ridimensionando, per molti critici, la posizione di Berlusconi nel cosiddetto primo processo 'Ruby'. La riforma Severino fu approvata nel 2012 dal Governo Monti con una larga maggioranza e Berlusconi fu assolto in formula piena della accuse, anche dalla Cassazione, nel 2015. L'era aurea dell'uomo di Arcore era già alle spalle e Berlusconi non sarebbe più stato premier. Non erano però finite le polemiche attorno a un leader che, nel bene o nel male, ha fatto la storia degli ultimi 30 anni d'Italia. 

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