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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Berlusconi lascia e raddoppia: crisi vicina

Clima tesissimo in attesa del voto in Giunta sulla decadenza del leader Pdl da senatore: pronto un videomessaggio per la sfiducia al governo e il battesimo in tv della nuova Forza Italia

ROMA - Ha già registrato il videomessaggio della rottura, anche se non si conosce il giorno della "messa in onda" in tv. L'arma che sancirà lo strappo finale col governo Letta è pronta lì nel cassetto. Berlusconi ha concesso solo qualche giorno di "tregua" alle colombe del Pdl e, di conseguenza, al premier: la resa dei conti è stata rinviata alla prossima settimana, perché il Cavaliere vuole attendere il voto in Giunta al Senato sulla sua decadenza da parlamentare dopo la condanna nel processo Mediaset.

NUOVA FORZA ITALIA - Lo strappo finale sarà accompagnato da un battesimo, quello della nuova Forza Italia a cui il leader del Pdl sembra determinato a imprimere un'ulteriore accelerazione. Una nuova discesa in campo, dunque, che per i bene informati sarà, nei contenuti e nei toni, anche più dura di quella del 1994. Il Cavaliere si difenderà in tv, spiegherà di essere innocente e di voler continuare la sua "battaglia per la libertà", anche con il restyling del partito, con facce nuove, soprattutto giovani.

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SCHIFANI VEDE "LA CRISI VICINA" - In attesa della settimana più calda della politica italiana, il clima è tesissimo. Il capogruppo del Pdl al Senato Renato Schifani giudica "pessimo" l'inizio dei lavori della Giunta per le elezioni al Senato che dovrà decidere sulla decadenza di Silvio Berlusconi e si dichiara "preoccupato" perché dalle prese di posizione del Pd "tutto lascia mal sperare". "Vedo l'avvicinarsi di un momento di crisi. Quando si convive in un'alleanza devono vigere le regole del reciproco rispetto", mentre dal Pd "non riscontriamo questo atteggiamento", ha detto.

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La posizione del Pd, però, è chiara: non si baratta il voto sulla decadenza con la tenuta del governo, come hanno dichiarato il ministro per le Riforme Pd Dario Franceschini e Anna Finocchiaro, senatrice del Pd e presidente della commissione Affari costituzionali del Senato, rispettivamente a "La Stampa" e a "L'Unità". "Io mi auguro - ha detto Schifani ai microfoni di Radio Anch'io - che in Giunta prevalga quello che abbiamo auspicato. Quello che è successo ieri non lascia ben sperare, addirittura non si è trovata l'intesa sul calendario. E' un inizio pessimo". Per Schifani, "una parte del Pd ha una posizione politica e non giuridica e quando si antepone l'interesse politico alla tutela del diritto, tutto lascia mal sperare". Mi auguro, ha aggiunto, "che il governo vada avanti. Tutto il gruppo del Pdl al Senato è compatto e siamo pronti anche a battaglie da opposizione. Non è vero che ci sono cambi di casacca in arrivo, lo escludo in maniera assoluta".

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Schifani ha quindi ribadito la posizione del Pdl. Un'eventuale crisi, ha osservato, "non sarà responsabilità del Pdl ma di chi arroccandosi su queste posizioni politiche anteporrà l'interesse politico all'interpretazione di una norma che ha bisogno di approfondimenti. Ce lo dicono insigni costituzionalisti, il ministro della Giustizia e autorevoli esponenti del Pd come Luciano Violante. Se ciò avvenisse - ha concluso - è perché qualcuno vuole che questo governo non vada avanti". Ancora più dura la posizione di Daniela Santanchè: "Dopo quello che hanno detto Epifani e il responsabile giustizia del Pd Leva mi sembra che il Pd abbia deciso di rompere tutto. Se votano per la decadenza di Berlusconi non si può più stare al fianco dei carnefici del nostro leader".

"Non capisco nelle posizioni del Pdl sulle elezioni quanto ci sia di tattica e quanto di realtà - ha dichiarato Franceschini nell'intervista a La Stampa - se è una pressione per farci cedere ad un ricatto, non è immaginabile scambiare le regole dello stato di diritto con la durata di un governo. Chi dovesse interrompere questo percorso, se pure ci riuscisse, ne pagherà le conseguenze nelle urne, quando sarà il momento. E non nutriamo alcun timore, perché mi pare che nel nostro campo di candidati che possono vincere ce ne sia più d'uno".

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E Finocchiaro ha sottolineato: "C'è grande agitazione nel Pdl, l'alternarsi di posizioni più che corrispondere allo scontro che i giornali chiamano fra falchi e colombe, mi sembra legato al tentativo di aumentare la pressione politica, minacciando il governo, su una vicenda che con il governo non ha e non deve avere nulla a che fare. Io - ha detto - continuo a invitare alla responsabilità. La questione della decadenza, che riguarda un reato riconosciuto da una sentenza della Cassazione, va tenuta separata dalle questioni del governo in un passaggio così difficile per il Paese. Il governo deve lavorare con serenità e varare quei provvedimenti che si è impegnato a fare e per cui è nato e il Parlamento deve continuare la sua attività e magari arrivare all'approvazione di una legge elettorale che cambi il Porcellum. Detto questo il Pd non baratta la vita del governo con il rispetto delle leggi".

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