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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Persi per strada

Da Di Battista a Giarrusso, tutti i big che hanno lasciato il Movimento 5 Stelle

Tutte le personalità più importanti che il nuovo partito di Giuseppe Conte ha perso per strada

Lascia il Movimento 5 Stelle anche l’europarlamentare Dino Giarrusso. È stato tra quelli che avevano saputo meglio interpretare l’anima più radicale del Movimento e comunicarla attraverso i media. Giarrusso infatti veniva da una importante esperienza televisiva come inviato delle "Iene" prima di buttarsi in politica. Che qualcuno si sposti da un partito o se ne vada può capitare ma il nuovo partito di Conte sta continuando a perdere pezzi. Pezzi da novanta in alcuni casi perché, piaccia o no quello che hanno da dire, sono personalità di rilievo. Volendo essere crudi si potrebbe dire che il M5s perde voti, senza i quali non si vincono le elezioni e non si ha peso in Parlamento.

Conte non l’ha presa bene la decisione di Giarrusso e lo ha accusato di aver sempre cercato poltrone: "Giarrusso l'ho incontrato tante volte, ci ho parlato tante volte al telefono. - Ha detto il presidente M5s - L'ho incontrato sei sette volte nel mio studio privato, anche di domenica. Mi ha sempre parlato e chiesto poltrone, posizioni, vicepresidente, delegati territoriali e via discorrendo. Non ho mai avvertito che ci fosse un dissenso politico, vengo a sapere oggi per la prima volta che la ragione del dissenso sarebbe il fatto che non è favorevole al sostegno al governo Draghi". Ma quanti sono i big che negli anni hanno abbandonato il Movimento 5 Stelle? Non pochi. Vediamo in breve chi ha deciso di prendere la via della porta, ripercorrendo in breve la loro esperienza di militanza politica.

Alessandro Di Battista

Uno dei pilastri del Movimento 5 Stelle è Alessandro Di Battista. All’interno del partito, anche tra chi è fedele alla figura di Luigi Di Maio, avrebbe piacere all’idea di un ritorno di Di Battista. Lui ha cominciato la sua esperienza politica nel 2008, quando si è candidato alle elezioni comunali di Roma con la lista Amici di Beppe Grillo. È stato deputato dopo elezioni politiche del 2013. Poi ha sempre criticato le scelte del Movimento. Prima si è detto contrario all’alleanza con la Lega nel Conte uno e poi contrario all’alleanza giallorossa. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la fiducia al Governo di Mario Draghi. Il 22 febbraio Di Battista ha confermato di non essere più iscritto alla piattaforma Rousseau e al Movimento. 

Gianluigi Paragone

Uno molto vicino a Di Battista è sempre stato il senatore Gianluigi Paragone, giornalista, ex direttore della Padania e vice direttore di Libero, entrato in politica con il Movimento 5 Stelle, oggi nel gruppo misto e fondatore del Movimento ItalExit, che professa l’uscita dell’Italia dall’euro. Celebre la foto che lo ritrae a bordo di uno scooter con Alessandro Di Battista sotto casa sua. Anche Paragone non ha mai nascosto la sua insofferenza per il percorso intrapreso dal Movimento 5 Stelle dopo l’arrivo di Giuseppe Conte. Nel settembre 2019 si è astenuto dal voto di fiducia al governo Conte due ed è rimasto in carica come senatore, nonostante giorni prima avesse minacciato di dimettersi se fosse passato l'accordo tra M5S e Partito Democratico. Nel dicembre 2019 ha votato contro la legge di bilancio 2020 definendola "conforme alla logica della gabbia di bilancio imposta da Bruxelles". Per questo è stato deferito ai probiviri per violazione dello Statuto del Movimento 5 Stelle. Nel 2020, dopo una serie di attacchi alla dirigenza del Movimento, è stato espulso. 

Giarrusso lascia il Movimento 5 stelle, con Conte finisce in zuffa

Emilio Carelli

Nonostante il Movimento 5 Stelle non si sia presentato come una forza amica dei giornalisti, sia Di Battista che Paragone lo sono. Ce ne è anche un terzo giornalista eccellente, entrato a Montecitorio con il Movimento 5 Stelle, ma che poi se ne è andato, contribuendo alla fondazione del gruppo Coraggio Italia di Toti e Brugnaro: Emilio Carelli, che, tra le varie, è stato vice direttore di Studio Aperto, tra i fondatori del Tg5 e vice direttore del TgCom. Nel gennaio 2018 viene resa nota la sua candidatura a sostegno del Movimento 5 Stelle alle ultime elezioni politiche. A febbraio 2021 ha annunciato la sua uscita dal Movimento 5 Stelle con l'intenzione di proporsi come aggregatore di una nuova componente Centro - Popolari Italiani. Infatti a giugno eccolo all’evento di inaugurazione della sottoscrizione del nuovo gruppo parlamentare di Coraggio Italia. Ne diventa vicepresidente del gruppo alla Camera e partecipa al vertice del centrodestra per la scelta dei candidati sindaci alle amministrative. 

Elisabetta Trenta

Un altro big perso per strada è sicuramente Elisabetta Trenta, che è stata ministro della Difesa nel governo Conte uno. Trenta era stata inserita nella rosa dei componenti del governo da Luigi Di Maio. Nel 2018 è diventata ufficialmente ministro della Difesa. Ruolo ricoperto fino al settembre 2019. Nel giugno 2021 annuncia la sua decisione di lasciare il Movimento 5 Stelle perché, come lei stessa ha spiegato, “questa non è più la casa della trasparenza, della democrazia dal basso, della partecipazione e della coerenza con valori che sono e resteranno comunque miei. Lascio perché il coraggio di andare contro, quando è necessario, è stato messo in secondo piano dai personalismi, perché i troppi compromessi e le retromarce sono la negazione dei sogni di chi ha creduto in noi”.

Piera Aiello

Uno dei temi che da sempre ha fatto parte dell’agenda del Movimento 5 Stelle è stata la lotta alla mafia, intesa in un senso molto largo, per cui era da abbattere anche l’inciucio politico e la spartizione lobbistica di poltrone e servizi sul territorio da parte della più antica partitocrazia. Ma se si parla di mafia vera, quella ha sempre fatto la guerra allo Stato partendo dalla Sicilia, ne sa qualcosa la deputata Piera Aiello, che nel 1991 ha denunciato gli assassini di suo marito, iniziando a collaborare con la polizia e la magistratura, anche con il giudice Paolo Borsellino.  Ha vissuto con un’altra identità fino alle elezioni del 2018, quando è stata eletta alla Camera dei Deputati nel collegio uninominale di Trapani-Marsala per il Movimento 5 Stelle. È componente della commissione Giustizia e della Commissione parlamentare antimafia. Ha mollato il Movimento nel 2020, dopo le polemiche sul rinnovo dei vertici dei servizi segreti perché "non mi rappresenta più" ha detto a suo tempo Aiello. 

Davide Casaleggio 

Non solo figure politiche però. Il Movimento 5 Stelle ha sempre vantato di essere il movimento del popolo, che portava il popolo nei palazzi, dell’uno che vale uno. Non erano da meno le personalità che mai hanno ricoperto incarichi politici, ma che hanno contribuito a far arrivare il M5s dove è oggi. Tra i primi c’è Davide Casaleggio, figlio di Gianroberto Casaleggio, guru e ideologo del Movimento 5 Stelle. Le questioni sono nate per questioni economiche. La piattaforma Rousseau, gestita proprio da Casaleggio, era la piattaforma ufficiale su cui il Movimento aveva sempre lanciato e attuato le proprie consultazioni. Una sorta di braccio armato per far vivere l’idea della democrazia orizzontale del web. Ma andava finanziata. Infatti erano i parlamentari M5s tramite bonifico a dovela sostenere. Il sistema è entrato in crisi quando Casaleggio ha denunciato mancati pagamenti. Dall’altra Crimi ha sempre detto che il grosso della cifra (400mila euro in meno) pretesa riguardava gli espulsi, per cui Casaleggio avrebbe dovuto rivolgersi altrove per i debiti. Una situazione che alla fine, a giugno scorso, ha portato Casaleggio a dire addio. "Lascio i 5 Stelle, - aveva detto - non è più il Movimento. Nemmeno mio padre avrebbe riconosciuto questo partito. E se si cerca legittimazione in tribunale vuol dire che la democrazia interna è fallita" riferendosi proprio alle beghe economiche. 

Paolo Becchi

Prima di Casaleggio, già nel 2016, se ne era andato Paolo Becchi, a lungo considerato "l'ideologo" del Movimento 5 stelle, docente di filosofia del diritto dell'università di Genova. Quando Beppe Grillo ha cominciato a fare i primi passi di lato, ha deciso di lasciare “perché non corrisponde più a quella speranza dell'inizio. Non sono nella testa di Beppe, e non so se questo suo progressivo farsi da parte sia sintomatico di un po' di delusione anche da parte sua, ma è sempre più politicamente assente. Forse era inevitabile che il Movimento si istituzionalizzasse, ma il sogno è finito". 

Insomma le esclusioni e le fuoriuscite dal Movimento 5 Stelle sono parte stessa della storia del Movimento. Sarà anche vero che qualcuno se ne va perché non si sente considerato o si sente escluso dei processi decisionali ma la scia delle parti perse per strada sta cominciando a essere lunga. 

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