Bonafede: "Gli innocenti non finiscono in carcere". Poi precisa: "Parlavo degli assolti"
Ospite di 'Otto e mezzo' il ministro è stato bacchettato dalla giornalista Annalisa Cuzzocrea che gli ha ricordato delle 27 mila persone risarcite dallo Stato per ingiusta detenzione dal 1992 al 2018
"Gli innocenti non finiscono in carcere". Lo ha affermato ieri sera a 'Otto e mezzo', su La7, il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, protagonista di un vivace botta e risposta con la giornalista di 'Repubblica' Annalisa Cuzzocrea. In studio si parlava di prescrizione e la giornalista ne ha approfittato per chiedere al Guardasigilli cosa ne pensasse degli "innocenti che finiscono in carcere".
"Gli innocenti non finiscono in carcere", le parole del ministro, 'bacchettato' immediatamente da Cuzzocrea che ha spiegato: "Dal 1992 al 2018, 27 mila persone sono state risarcite dallo Stato per essere finite in carcere da innocenti. Quindi gli innocenti finiscono in carcere".
#Cuzzocrea:"Ogni tanto pensa agli innocenti che finiscono in carcere?"#Bonafede:"Gli innocenti non finiscono in carcere".
— Pietro Raffa (@pietroraffa) January 23, 2020
Cuzzocrea:"Dal '92 al 2018, 27mila persone sono state risarcite per essere finite in carcere da innocenti".
Ed è Ministro della Giustizia!#ottoemezzo pic.twitter.com/WCF81FrfZz
Bonafede replica: "Parlavo degli assolti"
In seguito alle proteste di molti utenti su Twitter, Bonafede ha pubblicato un post in cui chiarisce meglio il suo punto di vista. "Ci tengo a chiarire perché non voglio che ci siano strumentalizzazioni su un punto così delicato." spiega il guardasigilli.
"Nell’intervista di ieri sera, mentre si stava parlando di assoluzioni e condanne, ho specificato che gli 'innocenti non vanno in carcere' riferendomi evidentemente e ovviamente, in quel contesto, a coloro che vengono assolti (la cui innocenza è, per l’appunto, ‘confermata’ dallo Stato)",
"Ad ogni modo - continua Bonafede -, la frase non poteva comunque destare equivoci perché subito dopo ho specificato a chiare lettere che sulle ipotesi (gravissime) di ingiusta detenzione, '... sono il ministro che più di tutti ha attivato gli ispettori del ministero per andare a verificare i casi di ingiusta detenzione ...' (come da video di questa specifica parte dell’intervista)".
"Aggiungo, infatti -, conclude il ministro - che per la prima volta ho introdotto presso l'Ispettorato in maniera strutturata il monitoraggio e la verifica dei casi di riparazione per ingiusta detenzione, anche in occasione delle ispezioni ordinarie".
E chi in carcere ci è già stato?
Resta tuttavia il problema di chi finisce in carcere da presunto innocente, e poi viene assolto. Secondo Antigone, "l’Italia resta tra i Paesi in Europa che maggiormente ricorrono al carcere prima della sentenza definitiva". Il sito errorigiudiziari.com, che da molti anni si occupa dei casi di ingiustizia detenzione, sintetizza così la questione su Twitter. "Vero, chi viene assolto non va in carcere. Ma troppo spesso e volentieri c'è già stato in custodia cautelare". Le ispezioni? Ottima idea. Ma che esito hanno dato/stanno dando? [Bonafede] ne pubblicherà i risultati?".
La precisazione del ministro #Bonafede ci spinge a un paio di osservazioni:
— Errori Giudiziari (@Errorigiudiziar) January 24, 2020
Vero, chi viene assolto non va in carcere. Ma troppo spesso e volentieri c'è già stato in custodia cautelare.
Le ispezioni? Ottima idea. Ma che esito hanno dato/stanno dando? Ne pubblicherà i risultati? https://t.co/jpLAbQxlo7