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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Politica

I 2000 politici che hanno preso il bonus Inps 600 euro (lo dovranno restituire)

Nell'agosto 2020 scoppiò lo scandalo del contributo chiesto e ottenuto dai politici. Tra di loro parlamentari, consiglieri regionali e comunali, sindaci e assessori. Oggi l'Ente chiede indietro tutti i soldi. Anche a quelli che li avevano regalati

Nell'agosto 2020 scoppiò lo scandalo del bonus Inps da 600 euro per le Partite Iva percepito da deputati, consiglieri regionali e sindaci. All'epoca, dopo molte fatiche, "confessarono" alcuni eletti (due parlamentari leghisti, Dara e Murelli, e il M5s Rizzone oltre ad altri a cui era stato rifiutato) e qualche consigliere regionale, comunale e sindaco che in massima parte addossarono la colpa ai commercialisti e dissero che avrebbero devoluto la somma in beneficenza. Oggi l'Inps ha cominciato a chiedere indietro quel bonus agli eletti locali. 

I sindaci, gli assessori e i consiglieri che hanno preso il bonus Inps 600 euro (e lo dovranno restituire)

Ma c'è chi si lamenta: il deputato della Lega Daniele Belotti ha parlato di una richiesa "sconcertante" che stanno ricevendo in questi giorni "consiglieri comunali, assessori e sindaci", ovvero la restituzione del bonus di 600 euro percepito a marzo e aprile come stabilito dal Decreto Cura Italia in qualità di lavoratore autonomo: "Siamo di fronte all’ennesima ottusità burocratica. Invece di incentivare la partecipazione popolare si mortifica e penalizza chi si mette a disposizione della propria comunità per spirito di servizio, non certo per guadagnare. È bene ricordare che il 70 per cento dei 7903 comuni italiani ha una popolazione inferiore ai 5mila abitanti, con indennità per i consiglieri comunali di poche decine di euro l’anno che diventano poche centinaia per assessori e sindaci. Non si può certo pensare che non abbiano diritto per la loro attività professionale, già sacrificata per l’impegno pubblico, ai 1200 euro ricevuti la scorsa primavera". 

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Il Messaggero racconta oggi che l'Inps aveva richiesto un chiarimento da parte di via Veneto perché il numero di amministratori locali che ha percepito indebitamente in bonus era arrivato a duemila. Come il sindaco M5s di Campobasso Roberto Gravina che all’epoca in cui esplose lo scandalo dei bonus anti-Covid versati ai politici si difese con un "ho devoluto l’intera somma al fondo del Comune" e che adesso dovrà restituire all’Inps l’importo dato in beneficenza.

Qualcuno, dopo che è esploso lo scandalo dei bonus da 600 euro ai politici, si è affrettato a fare marcia indietro e nei mesi scorsi ha restituito di sua iniziativa la somma all’Inps. Altri se ne sono guardati bene.

Inizialmente l’ufficio legislativo del ministero del Lavoro aveva dichiarato il bonus incompatibile con tutte le cariche politiche ricoperte a livello locale, ma ha corretto il tiro dopo le proteste dell’Unione nazionale comuni comunità enti montane.

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La storia del bonus Inps 600 euro preso dai politici

La storia del bonus Inps 600 euro comincia nella prima metà di agosto 2020 e coinvolge in tutto cinque parlamentari (a due è stato rifiutato) ma anche molti eletti nelle regioni. Alla fine dei dieci individuati otto sono del Carroccio distribuiti in cinque Regioni. Uno è del Pd, l'altro di Forza Italia. In Veneto ad aver preso il bonus erano stati Riccardo Barbisan, Alessandro Montagnoli e il vicepresidente della Regione Gianluca Forcolin. Tutti e tre fedelissimi del governatore Luca Zaia. In Piemonte il consigliere del Partito Democratico Diego Sarno aveva dato la colpa alla compagna e parlato di "un errore di sottovalutazione". In un post su Facebook scriveva: "La mia compagna fa questo di lavoro da sempre gestisce la contabilità riguardante la mia attività professionale. Durante il lockdown, per provare diverse procedure ha usato la sua partita Iva e anche la mia (avendone due tipologie diverse) così da essere pronta per assolvere senza errori e con una maggiore velocità le molte procedure gestite per i clienti dello studio nel quale lavora". 

In Friuli Venezia Giulia Franco Mattiussi, 62 anni, albergatore e consigliere regionale di Forza Italia, aveva confermato in un lungo post su Fb di aver incassato il bonus per due volte, utilizzando i soldi "per pagare le bollette" nei suoi due alberghi-ristoranti che per il lockdown "hanno accumulato perdite pari a 300mila euro". Altri consiglieri che avevano percepito il bonus erano Matteo Gagliasso, 27 anni compiuti da poche settimane, di Alba, e Claudio Leone 53 anni, di Rivarolo Canavese (Piemonte, Lega), Stefano Bargi, 31enne di Sassuolo (Emilia-Romagna, Lega), Alessandro Puggioni, 51 anni di Rapallo (Liguria, Lega) e Alex Galizzi, consigliere regionale della Val Brembana e titolare della Brembo informatica. 

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