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Giovedì, 18 Aprile 2024
Politica

Renzi, bonus cultura per i 18enni: la proposta che divide

L'annuncio del premier in risposta al terrore dopo la strage di Parigi. Il Pd difende il provvedimento e attacca il M5S che parla di "mancia elettorale", mentre Forza Italia carica a testa bassa. Divise le associazioni studentesche

ROMA - A pochi giorni dalle stragi di Parigi, il premier italiano Matteo Renzi ha lanciato il suo piano contro il terrore a base di sicurezza e cultura.  Insieme a un bonus di 80 euro esteso alle forze dell'ordine impegnate in prima linea sul territorio, più altri fondi per potenziare difesa, equipaggiamenti e cyberdifesa, e per "rammendare" le periferie, Renzi ha promesso anche un investimento per i neomaggiorenni da spendere in attività culturali. Un provvedimento che è stato subito accolto tra le polemiche, con l'accusa di essere più che altro un mero tentativo di guadagnare le simpatie (e i voti) di chi prossimamente sarà chiamato a votare. 

500 EURO AI NEOMAGGIORENNI - "Estendiamo ai diciottenni la misura prevista per i professori. Da quest'anno abbiamo stabilito una carta bonus da 500 euro per i professori", ha ricordato il premier e "i 550mila italiani che compiono 18 anni tutti gli anni riceveranno questa carta". I neo 18enni "potranno investire in teatri, musei, concerti" il bonus che, nelle intenzioni di Renzi, "diventa simbolicamente il benvenuto nella comunità dei maggiorenni ma soprattutto diventa simbolicamente il modo con cui lo stato ti carica della responsabilità di essere protagonista e co-erede del più grande patrimonio culturale del mondo".

LA DIFESA DEL PD - Dal Partito Democratico si affrettano a smentire che il bonus ai maggiorenni sia una "mancia elettorale", come ha accusato Beppe Grillo sul suo blog, definendolo "una misura maldestra per conquistarsi i giovani che votano il M5S". "Perché sia una 'mancia elettorale' ci devono essere le elezioni e, a quanto mi risulta, non ci sono elezioni prossime: non si fa un'iniziativa sui diciottenni per le amministrative", è stato il commento del responsabile economico dei dm, Filippo Taddei. Da parte sua, Andrea Marcucci, presidente in quota Pd della commissione Cultura a Palazzo Madama, ha rincarato la dose contro i grillini: "La reazione al bonus culturale ai diciottenni è la stessa che accolse gli 80 euro del decreto Irpef. Il M5S parla di mancia elettorale e presenta gli italiani come mendicanti, parole che denotano un vero e proprio disprezzo per il Paese reale".

"PAGHETTA DI STATO" - Forti critiche anche da Forza Italia, dove Maurizio Gasparri ha paragonato il premier all'imbonitrice Wanna Marchi, mentre Renato Brunetta ha tuonato contro quella che considera una "paghetta di Stato". "Mi sembra la solita renzata, è una cosa che non ha né capo né coda", ha detto il capogruppo azzurro alla Camera durante "La telefonata di Maurizio Belpietro" su Canale 5. "È una cosa che si presta a tutti i comportamenti opportunisti. Ma cosa vuol dire 500 euro? Cos'è, la paghetta? E' la paghetta di Stato? Ma siamo pazzi! Ma cosa vuol dire? Cinquecento euro per fare che cosa, per comprarsi i libri? Per andare in discoteca? Per fare viaggi? Ma per che cosa, in che modo? Con quale struttura?". Accusa Brunetta: "Il bonus che poi vuol dire tasse in più per tutti, perché il bonus vuol dire obbligare tutti a dare la paghetta ai figli degli altri e senza avere nessuna possibilità di organizzazione, ma siamo pazzi? Io sono una persona razionale, cerco di ragionare. Non è certo questo il modo per fare una politica per i giovani".

Gli studenti in piazza contro la Buona scuola

"NON È CULTURA" - Pareri contrastanti tra le associazioni studentesche, come riportato dall'Ansa che, all'indomani dell'annuncio del premier, è andata a sondare l'opinione dei liceali romani alla vigilia della maggiore età, anche loro divisi. StudiCentro considera positivamente il bonus, un provvedimento che "va nella direzione giusta di proteggere la dignità delle giovani generazioni", mentre restano fortemente critici l'Unione degli Universitari ("È l'ennesima dichiarazione post del premeir con cui si lanciano messaggi mediatici che assomigliano troppo a trovate elettorali più che a un intervento credibile") e la Rete degli Studenti. "Dare un bonus di 500 ai giorni, dando solo indicazioni molto vaghe su come questi possono essere spesi, non è cultura: i giovani hanno bisogno di fondi strutturali per poter usufruire di servizi, non di regali una tantum", ha dichiarato Alberto Iarone della Rete. 

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