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Venerdì, 19 Aprile 2024
Verso la manovra

Bonus di 20mila euro a chi si sposa: come stanno davvero le cose

L'idea della Lega (la proposta di legge è firmata da una sfilza di deputati) fa discutere e mentre il dibattito si accende arriva subito la correzione: l'aiuto sarebbe anche per i matrimoni non religiosi. Inizia la lunga volata verso la legge di bilancio

Il governo pensa a un bonus di 20mila euro per chi si sposa? L'idea della Lega (la proposta di legge è firmata da una sfilza di deputati) fa discutere e mentre il dibattito si accende arriva la correzione: bonus anche per i matrimoni non religiosi. "La proposta di legge a mia prima firma, volta a incentivare il settore del wedding, che per questioni di oneri prevedeva un bonus destinato ai soli matrimoni religiosi, durante il dibattito parlamentare sarà naturalmente allargata a tutti i matrimoni, indipendentemente che vengano celebrati in chiesa oppure no", annuncia il vicecapogruppo della Lega, Domenico Furgiuele, primo firmatario della proposta di legge in questione. 

La proposta: 20.000 euro in 5 quote annuali

La proposta prevede un bonus fino a 20mila euro ripartito in cinque quote annuali, da corrispondere attraverso le detrazioni delle spese sostenute e documentate nella dichiarazione dei redditi. La versione iniziale della proposta riguarda chi decide di contrarre il matrimonio religioso e quindi di sposarsi in chiesa, come prevede il testo presentato da Furgiuele, Simone Billi, Ingrid Bisa (segretaria della Giunta per le Autorizzazioni), Alberto Gusmeroli (presidente della commissione Attività produttive) ed Erik Pretto. Obiettivo iniziale, contrastare il "calo verticale soprattutto dei matrimoni celebrati con rito religioso, che risulta più che doppio rispetto a quello dei matrimoni civili (-67,9 per cento contro -28,9 per cento)" registrato tra il 2019 e il 2020, soprattutto tra i più giovani, causato dalle "misure di contenimento dell’emergenza sanitaria".

Più in particolare, sottolineano gli autori dell'iniziativa, "in Italia nel 2021 sono stati celebrati circa 179.000 matrimoni: rispetto al 2020 si tratta di un raddoppio, anche se questo aumento non è stato sufficiente a recuperare quanto perso nell’anno precedente, infatti rispetto al 2019 i matrimoni sono inferiori del 2,7 per cento". Un calo che, come detto, penalizza soprattutto i matrimoni religiosi. "Le ragioni che allontanano le giovani coppie dall’altare e che le portano a prendere in considerazione solo ed esclusivamente il matrimonio civile - spiegano ancora gli esponenti leghisti - sono molteplici e di natura differente. Innanzitutto il matrimonio civile è di per sé una celebrazione meno onerosa rispetto al matrimonio religioso. Molte coppie sono dubbiose anche sui corsi prematrimoniali, i quali hanno una finalità ben precisa e spesso sottovalutata: cercare di far capire alla coppia se si è realmente pronti nel prendere la decisione di sposarsi".

Di qui la proposta dei deputati leghisti di "introdurre il cosiddetto 'bonus matrimonio', volto ad agevolare le giovani coppie che intendono celebrare il matrimonio religioso e che avranno la possibilità di usufruire della detrazione del 20 per cento delle spese connesse alla celebrazione del matrimonio religioso quali: ornamenti in Chiesa, tra cui i fiori decorativi, la passatoia e i libretti; gli abiti per gli sposi, il servizio di ristorazione, le bomboniere, il servizio di coiffeur e di make-up e, infine, il servizio fotografico". Destinatarie dell'agevolazione le coppie under 35, con cittadinanza italiana da almeno 10 anni, e con un indicatore della situazione economica equivalente non superiore a 23.000 euro e a 11.500 euro a persona. Le spese detraibili connesse alla celebrazione del matrimonio religioso, che devono essere sostenute in Italia, sono fissate in un massimo di 20.000 euro e sono ripartite tra gli aventi diritto in cinque quote annuali di pari importo.

Costo massimo dell'iniziativa 716mila euro

Costo dell'iniziativa? "Considerando il numero dei matrimoni nel 2021, che ammontano a circa 179.000, si prevede -spiegano i proponenti- che la quota massima detraibile per coppia sarà pari al 20 per cento di 20.000 euro, cioè 4.000 euro da dividere in cinque quote costanti". Quindi "la spesa prevista per il bonus matrimonio sarà pari a circa 716.000.000 di euro, cioè a 143.200.000 euro per cinque rate". Ma i costi potranno essere più bassi "considerati il calo dei matrimoni nel nostro Paese e i requisiti richiesti per usufruire del bonus".

La frenata

Non passano molte ore e arriva lo stop dell'esecutivo Meloni. Fonti di Palazzo Chigi precisano che proposta della Lega sul bonus matrimonio rappresenta "una iniziativa parlamentare" mentre una misura del genere "non è allo studio del governo". Il quale viceversa, si fa presente a palazzo Chigi, " è al lavoro per sostenere la famiglia con misure concrete e realizzabili, che saranno contenute nella legge di bilancio, nell'ambito di un quadro finanziario complesso".

"Figurarsi se a palazzo Chigi potrebbbe venire anche solo in mente un bonus solo per chi è sposato in Chiesa o dove altro voglia... Al Governo non ci ha mai pensato nessuno...", afferma poi a tarda sera il ministro della Difesa Guido Crosetto.

"La proposta di legge a mia prima firma, volta a incentivare il settore del wedding, che per questioni di oneri prevedeva un bonus destinato ai soli matrimoni religiosi, durante il dibattito parlamentare sarà naturalmente allargata a tutti i matrimoni, indipendentemente che vengano celebrati in chiesa oppure no", comunica così il deputato della Lega Furgiuele.

Tra le tante reazioni social all'iniziativa leghista, la presidente di Azione, Mara Carfagna, commenta: "Altro che 'libera Chiesa in libero Stato', qui siamo ancora al Papa Re". 

"La detrazione delle spese sostenute per i matrimoni solo in Chiesa, proposta dalla Lega, si inserisce nel filone dei bonus per qualsiasi cosa e, di per sé, non è così originale - dichiara via Facebook il segretario di Più Europa Benedetto Della Vedova, prima dell'annuncio delle "correzioni" -. A qualificarla nel solco reazionario della destra sovranista è il fatto che il beneficio andrebbe riservato a italiane e italiani da almeno dieci anni (e perché donne e uomini nati e cresciuti in Italia che ottengono la cittadinanza dopo i diciott`anni dovrebbero aspettarne altri dieci per sposarsi con il bonus?) e che scelgono il matrimonio religioso, ovviamente rigorosamente etero: una perla di analfabetismo costituzionale. Insomma, meglio della fascistissima tassa sul celibato, ma ce la possiamo risparmiare", conclude.

Se ne farà qualcosa, alla fine? Difficile dirlo, ma la frenata arrivata subito, a stretto giro di posta, già nella serata di ieri, non è un segnale incoraggiante per i promotori del disegno di legge. 

Manovra, inizia la lunga volata

"La manovra è ancora in divenire. Oggi approda la prima volta in Consiglio dei Ministri. Ma la manovra finale è quella che sarà approvata a fine anno", ha sottolineato il ministro Fdi della Difesa Guido Crosetto.

Taglio del cuneo rafforzato fino a 3 punti per i redditi bassi, superamento della legge Fornero con una soluzione 'ponte' che vincola quota 41 al paletto dei 62 anni di età, una stretta sul reddito di cittadinanza per la quale si valuta anche il possibile taglio dell'assegno. Tra punti fermi e misure che saranno limate fino all'ultimo momento la manovra prende forma e si prepara al varo atteso nelle prossime ore in consiglio dei ministri. Una legge di bilancio che va verso i 32 miliardi, di cui i due terzi (21 miliardi in deficit) destinati tutti all'emergenza energia. Sulle altre misure pende la scure delle coperture finanziarie, da trovare nello stesso settore di intervento. Un incastro non facile, cui si aggiungono i tempi strettissimi.

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