ROMA - "Vuole una svolta autoritaria, è un premier insicuro che prende iniziative inconsistenti". Era stato durissimo Stefano Rodotà, costituzionalista ex candidato del Movimento 5 stelle al Quirinale, nei confronti di Matteo Renzi. Dopo aver firmato l'appello di Giustizia e Libertà contro le riforme del governo - insieme a Gustavo Zagrebelsky e altri giuristi - Rodotà aveva parlato di un "Parlamento delegittimato" in un'intervista al Fatto quotidiano.

A "difendere" il presidente del Consiglio ci ha pensato oggi Maria Elena Boschi, ministro delle Riforme e dei Rapporti con il Parlamento. E con toni altrettanto perentori.

Per il ministro Boschi il governo deve proseguire sulla via delle riforme nonostante le critiche di alcuni costituzionalisti, come Stefano Rodotà. "Io temo che in questi trent'anni le continue prese di posizione dei professori abbiano bloccato un processo di riforma oggi non più rinviabile per il Paese. I dubbi di Rodotà sono legittimi ma ci sono anche costituzionalisti a favore del progetto del governo".

La titolare del dicastero per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, intervenuta ad Agorà su Rai3, ha sottolineato il cambiamento di opinione di Rodotà dicendo: "Trovo legittimo che Rodotà abbia profondamente cambiato idea, perché ricordo che nell'85 fu il secondo firmatario di una proposta di legge che voleva abolire il Senato".

Una presa di posizione, quella del ministro fedelissima di Renzi, che ricorda l'attacco del premier proprio contro i "professoroni o presunti tali": in un'intervista rilasciata a Il Corriere della Sera, l'ex rottamatore aveva replicato alle critiche dei giuristi Rodotà e Zagrebelsky.