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Giovedì, 25 Aprile 2024
BUONA SCUOLA

Il bello della Buona Scuola: più sport e sostegno ai disabili

Nella riforma del governo ci sono due provvedimenti che introducono grandi novità: il primo riguarda l'educazione fisica, il secondo il sostegno ai disabili. "Un modo per garantire la continuità didattica a chi ne ha più bisogno"

Dopo le tante proteste contro la riforma della scuola tanto voluta dal Governo, è normale chiedersi se ci sia davvero qualcosa di "buono" nella Buona Scuola. Due provvedimenti sembrano introdurre delle novità nel mondo dell'istruzione, in particolare di quella primaria. 

BUONA SCUOLA: TUTTE LE NOVITA' DELLA RIFORMA

PIU' SPORT PER I PIU' PICCOLI - La riforma introdurrà i laureati in scienze motorie nella scuola primaria come insegnanti a tutti gli effetti, esattamente come i colleghi di lettere e matematica, in modo da porter promuovere l'attività fisica e lo sport in tutti gli istituti e tra i più piccoli. Un provvedimento voluto dall'onorevole Laura Coccia del Pd: "Rientreranno nel piano di assunzione dei 100mila precari e tutto comincerà a settembre. Sono più di 5mila - ci spiega al telefono - Visto che non esisteva l'insegnamento specifico per la primaria è stato fatto un passaggio per l'abilitazione sulle materie aggiuntive: musica, inglese e anche scienze motorie". Un modo per promuovere lo sport e l'attività fisica tra i più piccoli, in un periodo di crescita in cui sono fondamentali. 

ATTENZIONE AL SOSTEGNO - C'è anche un altro provvedimento che riguarda le disabilità e la continuità didattica: da settembre gli insegnanti inseriti nelle grauatorie specifiche potranno scegliere se dedicarsi all'insegnamento di una materia o al sostegno, eliminando la priorità di quest'ultimo come previsto in un primo momento. 

Così per un intero ciclo di studi l'insegnante avrà la libertà di dedicarsi completamente a chi necessità un aiuto in più: "In questo modo ci sarà la possibilità effettiva di creare e mantenere il rapporto tra alunno e insegnante. La discontinuità didattica, in particolare per chi è affetto da qualche disabilità, è dannosa - continua Coccia - In questo modo si potrà dare vita a un percorso di crescita senza lasciarlo a metà". 

L'obiettivo è quello di incentivare l'inclusione: "Così alunno e insegnante potranno crescere insieme e ultimare il percorso con tutta la classe, favorendo l'inclusione scolastica e lo sviluppo delle abilità residue. Un bene per chi deve imparare e per chi insegna: da qui a vent'anni avremmo un personale di ruolo con un bagaglio di esperienza notevole in questo campo". Un modo questo per rafforzare la legge 104 del 1992, dedicata all'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone disabili. 

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