rotate-mobile
Giovedì, 25 Aprile 2024
RAZZISMO

Caso Kyenge-Calderoli e il razzismo (non più) latente della Lega 2.0

Calderoli e il suo "orango" diretto alla Kyenge è solo l'ultima tappa di un lungo percorso fatto di insulti e attacchi di stampo xenofobo

Calderoli insulta Cecile Kyenge. Change.org mette in piedi una petizione web rivolta al presidente del Senato Pietro Grasso. Titolo della raccolta firme: “Dimissioni di Calderoli”. Alle 18 di lunedì 15 luglio 2013, la richiesta è forte di oltre 93mila autografi.
Ancora: legge ‘Mancino’ del 1993: è sempre aggravato dalla finalità dell’odio razziale il comportamento di chi insulta un’altra persona sulla base “di un sentimento di avversione o di discriminazione fondato sulla razza, l’origine etnica o il colore, e cioè di un sentimento immediatamente percepibile come connaturato alla esclusione di condizioni di parità”. Secondo la Corte di Cassazione inoltre – sentenza 30525 –  “non ha alcuna importanza verificare quale sia stato il movente sottostante all’espressione razzista che, di per sé, denota un atteggiamento improntato all’odio”. Così per quel che riguarda la legge penale.
Ancora: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”. Così è scritto nel terzo articolo della Costituzione italiana.
Ancora: “Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza”. Così recita il primo articolo Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo (1948). Capisaldi inviolabili, verrebbe da dire. Anche perché c’è chi la lezione l’ha capita o quanto meno ha provato a dargli un senso storico. Barack Obama in questo caso fa letteratura; un uomo nero alla Casa Bianca, lì dove hanno conosciuto la piaga dell’apartheid e del Ku Klux Klan.

CASO CALDEROLI, LETTA "PAGINA VERGOGNOSA"

Norme scritte per creare cultura, l’unica in grado di metter l’uomo al riparo da se stesso, da quella macroidiozia capace di farsi brutale. Eppure gli italiani, ieri da Treviglio, hanno dovuto ascoltare l’ennesimo canone inverso: “Quando la vedo non posso non pensare a un orango”. Con queste parole Roberto Calderoli si è rivolto al ministro per l'Integrazione Cecile Kyenge. Un uomo delle istituzioni, ex ministro e attualmente vicepresidente del Senato, che dà della scimmia ad un ministro italiano di colore. Calderoli si è scusato, al Corriere della Sera, si è difeso così: “Ho fatto una premessa al comizio, cioè il mio amore per gli animali. Lì ho esplicitato un pensiero: citare l’orango era un giudizio estetico che non voleva essere razzista. Mi lasci spiegare. Io ho una mia forma mentis: quando conosco una persona, faccio paragoni estetici con un animale”. Così l’esponente di primo piano della lega Nord dopo le scuse di rito. Forse bastavano le scuse telefoniche. Scartabellando la storia, tuttavia, non è la prima volta che Roberto Calderoli è protagonista di scivoloni dalla portata storica. L’elenco è lunghissimo. Un teatro dell’orribile fitto di ‘perle’; in ordine cronologico (da Brecia Today):

T-SHIRT ANTI-ISLAM - Il 15 febbraio 2006 Calderoli mostra in Tv una maglietta che indossa sotto la camicia, sulla quale è stampata una vignetta che irride Maometto. Nei giorni successivi si susseguono reazioni violente nei Paesi islamici, compreso l'assalto al consolato italiano a Bengasi e la Chiesa nella stessa città. Calderoli sarà costretto alle dimissioni.

IL MAIALE DAY - Nel 2007 scatenò una bufera politica e lo sdegno della comunità musulmana con la sua proposta choc di indire un 'maiale-day' (le cui carni sono cibo proibito dal Corano) contro la costruzione di nuove moschee in Italia.

CIAMPI - In visita a Napoli la signora Franca Ciampi dice: "La gente del Sud è più buona ed intelligente". Calderoli insorge e chiese una rettifica formale del Quirinale, perché "quella frase sarebbe razzista nei confronti del resto della popolazione". 

LA TAGLIA - La invoca su Unabomber, che dissemina ordigni che colpiscono i bimbi; ma anche per chi ha ucciso un benzinaio militante della Lega di Lecco: 5 mila euro. "Così che si capisca cosa succede a chi tocca un padano".

LA PENA DI MORTE - La reclama per i pedofili e, ancora, per Unabomber. "E' ora di finirla con le ipocrisie".

LA CASTRAZIONE CHIMICA - La considera lo strumento vincente, "l'unico deterrente serio" contro gli stupri.

L'IRAQ - Calderoli coglie tutti in contropiede quando chiede di ritirare "in fretta" le truppe dell'Iraq per attestare in Italia la difesa dai terroristi, contro i quali chiede che il Parlamento voti "lo stato di guerra". Poi, dopo l'intervento dell'allora premier Berlusconi, si corregge.

L'ISLAM - E' il ‘pallino’ che gli costerà perfino la poltrona di ministro. "L'Islam non è una civiltà", dice quando si esamina il decreto antiterrorismo, attirandosi gli strali sia della sinistra sia la "deprecazione" di Fini ed An. L'ex ministro se la prende spesso con il ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu, di cui contesta l'essere troppo "morbido" con gli immigrati e gli scontri tra i due non si contano. Due particolarmente duri: quando chiese la chiusura della moschea di Viale Jenner a Milano; l'altro quando invece del soccorso propose le fucilate delle motovedette della Marina sulle carrette del mare cariche di clandestini. Sul tema, Calderoli ha le idee chiare: L'Islam moderato "é una chimera" e gli immigrati sono "bingo bongo".

"QUELLA SIGNORA ABBRONZATA..." - Sempre parlando di Islam in televisione, Calderoli si rivolse così a Rula Jebreal, la giornalista palestinese de 'La 7': "Non rispondo a quella signora abbronzata...", dice e provoca l'ennesimo putiferio di polemiche.

Questo per quel che riguarda i trascorsi storici di Roberto Calderoli. E la Lega Nord, 2013, come è messa a crociate e invettive fuori tempo massimo con le logiche storiche? Anche qui per pillole:

SALVINI – 28 aprile 2013, Matteo Salvini, segretario della Lega Nord in Lombardia: “Siamo pronti a fare opposizione totale al ministro per l'Integrazione, simbolo di una sinistra buonista e ipocrita, che vorrebbe cancellare il reato di clandestinità e per gli immigrati pensa solo ai diritti e non ai doveri”.

BORGHEZIO A RUOTA LIBERA – 30 aprile 2013, l’europarlamentare intervistato alla Zanzara (Radio 24) a ruota libera contro il ministro Kyenge: “La parola 'negra' in Italia non si può dire ma solo pensare. Fra poco non si potrà neanche dire 'clandestino', si dirà 'sua eccellenza'….Verrebbe da chiedere la carta di identità del Congo perché almeno là non fanno ministri così"…."Mi sembra una brava casalinga, non un ministro del governo”…”Gli africani sono africani appartengono a un etnia molto diversa dalla nostra. Non hanno prodotto grandi geni, basta consultare l'enciclopedia di Topolino”.

SALVINI 2 – 11 maggio 2013: “I clandestini che il ministro di colore vuole regolarizzare ammazzano a picconate: Cecile Kyenge rischia di istigare alla violenza nel momento in cui dice che la clandestinità non è reato, istiga a delinquere. Altro che abolizione del reato di clandestinità. Ci sono già migliaia di gazebo pronti: seppelliremo il ministro Kyenge con migliaia di firme”.

VENTURI E IL TERRREMOTO – 20 maggio 2013, Stefano Venturi, segretario della Lega Nord di Rovato, comune del bresciano, commenta così su Facebook la notizia del terremoto in Emilia Romagna: “Terremoto nel Nord Italia... ci scusiamo per i disagi, ma la padania si sta staccando (la prossima volta faremo più piano)...”

POLLEDRI E I GAY – 4 giugno 2013, Massimo Polledri, parlamentare leghista ai microfoni della Zanzara, si Radio 24: “Se i miei figli fossero gay non sarei contento sarebbe come se mia figlia mi dicesse ‘mi faccio suora’ o ‘mi sposo con un marocchino’. Anzi, questo sarebbe uno dei peggiori casi che possano capitare”.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Caso Kyenge-Calderoli e il razzismo (non più) latente della Lega 2.0

Today è in caricamento