rotate-mobile
Venerdì, 29 Marzo 2024
Il terzo polo riformista

Calenda sogna Azione al 20% e lancia il campo largo

L'invito del segretario del partito ad una alleanza con Italia Viva, Pd e Forza Italia: "Non restate prigionieri di Grillo e Meloni"

"Io non sono un leader carismatico, siamo liberali", "non c'è problema se nascono le correnti", "la mia leadership è contendibile e spero che al prossimo congresso ci sia una donna che mi cacci". Carlo Calenda, nominato segretario di Azione, chiude il primo congresso del partito senza urlare, quasi a bassa voce, senza il crescendo rossiniano che uno si aspetterebbe, appunto, da un leader carismatico.

Ma se l'obiettivo è costruire "il terzo polo del riformismo e della cultura di governo" per essere argine "al populismo e al sovranismo" la voce va alzata sui temi. Come quello della questione meridionale ("Il meridione è ridotto come è ridotto perchè abbiamo votato politici scadenti"), della democrazia rappresentativa ("Vorrei dire a Draghi che la sfida non è fare scelte popolari, ma far diventare popolari scelte giuste"), della giustizia, perfino del sistema dell'informazione ("i media così come sono, sono una delle cause del crollo della democrazia italiana").

Poi, certo, ci sono le alleanze. Il campo largo? Più che altro osserva Matteo Richetti, neo presidente di Azione, serve un "campo chiaro" dove "non cresca la gramigna" e invece di inseguire la retorica del centro è necessario dialogare con forze che abbiano dentro la pancia "europeismo e democrazia liberale". Impossibile farlo "con Fratelli d'Italia e Movimento Cinquestelle" auspicabile realizzarlo "con Pd e Forza Italia" ma, avverte Calenda, "basta sceneggiate che prima del voto ci picchiamo e poi ci baciamo perchè la gente non lo capisce". "Questo è il vostro campo, quello dove siamo noi" dice Calenda a Letta e agli azzurri invitandoli a lasciar perdere le sirene del grillismo da un lato e quelle della destra non europeista dall'altro.

Renzi? Benvenuto anche a lui, ma, attenzione, deve chiarire: "A Matteo Renzi, che per me è stato il miglior presidente del Consiglio dopo De Gasperi, chiedo se vuol fare politica o vuole fare business", "possiamo stare insieme - puntualizza Calenda - se la smetti con comportamenti che negano i valori che hai portato avanti: non è possibile che un eletto al Parlamento italiano, pagato dai cittadini, sia pagato da uno stato estero". Ora avanti con il polo riformista e con la federazione con Più Europa con la quale, lo fa capire molto bene Emma Bonino, non saranno tutte e rose e fiori ma ci possono essere "anche cose bellissime".

Chiuso il primo congresso del partito Calenda inizia il suo tour per l'Italia che durerà un anno - orizzonte politiche 2023 - con un sogno che lo accompagnerà nel faticoso cammino sul territorio: portare Azione "al 20%" e poi "lasciarla" a chi sarà capace di conquistarne la leaderhip. Magari una donna (competente).

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Calenda sogna Azione al 20% e lancia il campo largo

Today è in caricamento