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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica Italia

Parlamento bloccato, Pd al bivio decisivo: Grillo o governissimo?

Fumate nere e schede bianche. Si è consumata così la prima giornata del nuovo Parlamento. Intese lontanissimo ma si continua a trattare

Nulla di fatto al Senato e alla Camera, come da copione. La mancata intesa sui presidenti delle aule, infatti, era stata ampiamente prevista. Tutto rimandato a domani. ‘Il gran varietà’ istituzionale inizierà alle 11 in punto. Si fermano i lavori dell’aula, non le trattative. Anzi più passa il tempo e più aumenta il rumore delle ipotesi che si accavallano. Dentro l’elezione della seconda e della terza carica dello stato, infatti, si gioca molto di quello che sarà l’immediato futuro del Paese. In campo due ipotesi e due conseguenze. Se il Pd da qui a domani mattina riuscirà a strappare l’accordo con Grillo l’elezione dei garanti del potere legislativo potrebbe fare da apripista all’intesa di governo. Viceversa, un patto tra Pd e Pdl per spartirsi i due rami del Parlamento poserebbe la pietra angolare su cui verosimilmente potrebbe poggiare il ‘governissimo’. Due strade, due porte d’ingresso. O così o il voto anticipato, la terza strada, quella definitiva.

Con dei però. Uno di questi racconta di un montiano alla Camera e di un democrat al Senato. Il nome più gettonato allo scranno più alto dell’aula di palazzo Madama sarebbe quello di Anna Finocchiaro. La senatrice sarebbe gradita anche al Carroccio, a patto che al Pdl vada la terza carica dello stato. In questo scenario chiaramente non ci sarebbe posto per i 5 Stelle che resterebbero comodamente fuori.

VENDOLA – La sensazione è che ci sia grandissima incertezza e che con il passare delle ore la cosa potrebbe complicarsi più che alleggerirsi. Pd stretto tra due fuochi e ad un bivio sul domani; i 5 Stelle che non cedono di un millimetro; ed il Pdl che rimane sornione in attesa semmai che Bersani bussi alla porta di Berlusconi. Con Monti che sta a guardare e spera nelle larghe intese. Un chiasso acustico-istituzionale senza precedenti, a cui Vendola vorrebbe mettere le cuffie. Come? Trovando un accordo con grillo, l’unica via percorribile per la sinistra. Per questo ha inviato i neoparlamentari Pd a votare compatti il grillino Roberto Fico alla presidenza della Camera. Un atto che potrebbe portare quella rischiarita necessaria per far scattare il semaforo verde al progetto Bersani.  

SENATO A M5S? – Finito qui? Niente affatto. Nel Pd c’è chi pensa all’opzione Vendola, ma rovesciandola. Ovvero offrendo la guida del Senato, non della Camera, ad un parlamentare 5 Stelle. Un’ipotesi ghiottissima secondo i democrat, un atto di disponibilità e di rottura che dalle parti di Largo del Nazareno credono irrinunciabile anche per Grillo. “Il Pd è pronto – sottolinea il senatore Nicola La Torre – a rinunciare ad una delle presidenze delle Camera per una convergenza tra le forze politiche” che giudica “opportuna”. A rilevarlo è stato Nicola Latorre, senatore del Pd, al termine della seduta del Senato. Subito dopo tuttavia ha precisato che l’eventuale intesa “è separata da accordi politici o di governo”.

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