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Giovedì, 25 Aprile 2024
Lavoro / Milano

La Cgil si affida al Parlamento. La sinistra alla Piazza

Camusso: "Siamo sereni, il paese è sereno". Sulla riforma: "Chiederò alle Camere di intervenire sui licenziamenti". Sabato a Milano "Occupiamo piazza Affari"

Opposizione "di palazzo" e "di piazza". Sono queste i due luoghi caldi in cui si stanno riunendo le varie forze sociali e politiche contrarie, in tutto o in parte, alla riforma del lavoro e alle misure anticrisi del governo Monti.

Opposizione "di palazzo" - Partiamo dalla prima. Oggi sulla riforma del lavoro è intervenuta Susanna Camusso che ha spiegato come in materia "la Cgil è serena" in quanto "in Parlamento ci sono i margini per modificare alcune norme", soprattutto quelle relative ai licenziamenti per motivi economici. Da una parte la considerazione di Mario Monti, "Se il paese non è pronto, pronti a lasciare". Dall'altra la precisazione di Susanna Camusso: "Il paese è sereno". 

La Cgil e il Parlamento - Quindi il segretario del sindacato di Corso Italia, evidentemente rinfrancato dalle parole di ieri del segretario del Pd Pier Luigi Bersani (oggi alle 15.30 è  in programma vertice tra i leader dei partiti della maggioranza), interviene sul ruolo del Parlamento: "Tutto possiamo permetterci tranne che non avere il riconoscimento del ruolo legislativo del Parlamento, che non può essere in alcun modo condizionato". Una risposta, questa, al ministro Fornero che ieri aveva sottolineato come il Governo non avrebbe mai accettato "una riforma ridotta a polpette" dalle Camere. "Chiederemo al Parlamento di intervenire sulla reintroduzione del reintegro rispetto al tema dei licenziamenti".

La Cgil e la Piazza - in relazione allo sciopero di 16 ore, 8 "di piazza" e 8 di assemblee, Camusso va avanti: "Mi pare che intorno a noi, nei luoghi di lavoro, i lavoratori stiamo manifestando questa opinione. E' una cosa che cresce e che continua".

Opposizione "di piazza" - C'è però un pezzo di Cgil, quella che fa riferimento alla Rete 28 aprile di Giorgio Cremaschi, presidente del comitato centrale Fiom, che non accetta la semplice opposizione "di palazzo". Per questo Cremaschi con le varie realtà che compongono il comitato No Debito, hanno indetto per sabato 31 marzo una manifestazione (ore 15) a Milano che dalla Bocconi raggiungerà Piazza Affari. Significativo il titolo della protesta: "Occupiamo piazza Affari". Al mondo del lavoro (Usb, pezzi di Fiom), si uniranno partiti della sinistra (Federazione della Sinistra, Sinistra critica), studenti (Atenei in rivolta, autorganizzati), movimenti territoriali tra cui i No Tav, coordinamenti di precari.

 Le parole d'ordine della protesta - "I loro affari non devono più decidere sulle nostre vite"; "Per una società fondata sui diritti civili e sociali, sul pubblico, l'ambiente, i beni comuni". "Bisogna rimetterci in moto" spiega Giorgio Cremaschi in un appello alla manifestazione, "bisogna ripartire, usiamo il 31 marzo, ognuno di noi che ha qualcosa da dire al governo Monti, per farsi sentire". 

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