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Venerdì, 19 Aprile 2024
Riforma senato

Il nuovo Senato: via senatori a vita e indennità, ma resta l'immunità

Palazzo Madama ha dato il via libera a sette dei quaranta articoli del ddl riforme. Addio senatori a vita: i nominati dal Colle resteranno al massimo per sette anni. Via anche le indennità. Resta l'immunità parlamentare

ROMA - Svuotato. Cancellato. Eliminato. Anche dalla Costituzione. Ma ancora immune. Il nuovo Senato della Repubblica italiana - quello "leggero" e con pochi poteri ideato dal governo del presidente del Consiglio, Matteo Renzi - comincia a prendere forma. 

Dopo una settimana tesa, tesissima, in cui i lavori per l’approvazione del ddl sulla riforma dei Palazzo Madama sembravano essersi irrimediabilmente impantanati, lunedì è arrivata l'accelerata decisiva dall’Aula. In meno di due ore - e non senza qualche protesta, in primis quella del Movimento cinque stelle - i senatori hanno approvato sette dei quaranta articoli del testo che porta la firma Boschi-Finocchiaro-Calderoli, assente per la morte della madre

ADDIO SENATORI A VITA - La discussione è partita dall’articolo 3, che riguarda la nomina dei senatori a vita, e ha segnato subito un punto a favore dell'esecutivo. L’aula ha infatti approvato in meno di mezzora, con 184 sì, 12 no e 11 astenuti. Questo il testo che modifica il secondo comma dell’art. 59 della Costituzione: "Il Presidente della Repubblica può nominare 5 senatori cittadini che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario. Tali senatori durano in carica sette anni e non possono essere nuovamente nominati" recita il testo che modifica il secondo comma dell'articolo 59 della Costituzione. Uno il passaggio fondamentale: "Tali senatori - si legge - durano in carica sette anni e non possono essere nominati". Tradotto: addio senatori a vita. Per la rabbia di una delle ultime nominate al ruolo, la senatrice Elena Cattaneo. "Chiedere a questi colleghi italiani che partecipano a disegnare l’eccellenza nel modo di sedere qui per non lavorare troppo è umiliante. E rivela - ha protestato in Aula - ancora una volta per me quanto una buona parte della politica voglia effettivamente fare a meno di molte competenze per decidere in autonomia".

SENATO "FUORI" DALLA COSTITUZIONE - Il Senato ha poi approvato anche l’articolo 4, relativo alla durata della Camera dei deputati, con il quale si cancella la parola Senato dall’articolo 60 della Costituzione sulla non prorogabilità della Camera se non per legge o in caso di guerra. Anche l’articolo 8, sul vincolo di mandato, ha passato agevolmente l'esame: "I membri del Parlamento - ha stabilito Palazzo Madama - esercitano le loro funzioni senza vincolo di mandato".

STOP INDENNITA' - Dulcis in fundo è arrivato il via libera anche all'articolo 9 del ddl riforme che, di fatto, abolisce l'indennità per i membri del Senato. La norma modifica infatti l’attuale articolo 69 della Costituzione che stabilisce che "i membri del Parlamento ricevono una indennità stabilita dalla legge", prevedendo ora che "i membri della Camera dei deputati ricevono un’indennità stabilita dalla legge". In pratica, lo "stipendio" resterà soltanto per i deputati. 

RESTA L'IMMUNITA' - L'Aula del Senato ha poi bocciato, con un voto a sorpresa all'ora di cena di luned', tutti gli emendamenti aggiuntivi all'art. 8, relativi all'immunità. Il testo della Commissione Affari Costituzionali resta, su questo punto, quindi invariato: per i membri del futuro Senato, così come per i deputati, è prevista l'immunità.

La seduta era cominciata con la protesta, annunciata, dei Cinque Stelle: "Questa porcata di riforma - aveva tuonato in Aula il capogruppo, Vito Petrocelli, non merita la nostra partecipazione in Aula". 

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