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Venerdì, 29 Marzo 2024
Governo

Caso Cancellieri: le reazioni del Senato dopo le parole del ministro

Compatto il Pdl: "Le chiediamo di continuare nel suo impegno". Fiducia anche dal Pd anche se c'è del "rammarico" per la telefonata ai Ligresti. Duro il M5S: "Deve dimettersi"

“Sono una persona libera, non ho debiti con nessuno ne tantomeno con la famiglia Ligresti”. E sul caso Giulia Ligresti: “Non ho mai sollecitato la sua scarcerazione”. Sono stati questi i due passaggi più importanti dell’intervento del ministro della Giustizia, Anna Maria Cancellieri, al Senato. E prima di concludere l’affondo: “O la piena fiducia o il passo indietro”. Applausi convinti dai banchi del Pdl, un po’ più freddi dalle parti della sinistra. Al netto delle larghe intese nel Pd, sulla corte della Cancellieri, il dibattito è stato aspro. E tuttavia per via delle logiche del ‘governissimo’, con Letta che ha blindato il Guardasigilli molto prima che entrasse a Palazzo Madama, le fiducia arriverà.

SEL – Detto questo, finito l’intervento del ministro, è cominciato il dibattito: “Tutti detenuti siano trattati come Giuli Ligresti. Era un atto dovuto, un atto di giustizia. Ci ha convinti meno il modo in cui questo atto è stato chiesto dal ministro”. Lo ha detto il senatore di Sel, Peppe De Cristofaro. Non è stato, ha aggiunto, “con un atto alla luce del sole, ma una telefonata nel classico stile 'intervento dall'alto'. Su questo abbiamo chiesto chiarimenti” e “le poniamo una semplice domanda: cosa avrebbe pensato se fosse stata una semplice cittadina? Ci rivolgiamo alla sua onestà intellettuale, perché – ha sottolineato – nel nostro Paese spesso la giustizia è stata forte con i deboli e debole con i forti”. Per De Cristofaro, “bisogna ottenere che tutti vengano trattati come è stata trattata Giulia Ligresti" ma "per farlo bisogna procedere alla luce del sole" e non con “l’inopportuna telefonata di solidarietà”.

PDL“Noi non chiediamo le sue dimissioni, anzi le chiediamo di continuare nel suo impegno”. Lo ha detto il capogruppo Pdl al Senato Renato Schifani. “Spiace molto che il dibattito abbia coinvolto temi familiari; noi non le avremmo mai chiesto di suo figlio perché questa cultura non ci appartiene”.

PD – “Sono certo che il ministro Cancellieri continuerà a lottare per porre rimedio alla tragedia delle carceri italiane”. Lo ha detto il capogruppo del Pd al Senato Luigi Zanda, nella replica all’informativa del ministro. Zanda sottolinea che il guardasigilli non avrebbe potuto “omettere la segnalazione” del caso di Giulia Ligresti. Aggiunge che però c’è del “rammarico” per la telefonata intercettata in cui il ministro non mantiene un “distacco istituzionale”. “L’intervento del ministro contribuisce a fare chiarezza, anche se rimane tutta l’inopportunità della telefonata intercorsa con la famiglia Ligresti. Non esistono gli estremi per la sfiducia. E' stata dimostrata la non interferenza sulla scarcerazione della Ligresti, come si può ricavare anche dalle dichiarazioni della stessa procura”. Così Danilo Leva, responsabile giustizia del Pd.

SCELTA CIVICA“Parole convincenti. Vada avanti”. Così Alessandro Maran nel suo intervento a Palazzo Madama. Così i centristi che “rinnovano la stima” nei confronti del ministro.

M5S – Dura, invece, la posizione del Movimento 5 Stelle. “Il ministro si è messo a disposizione di un’intera famiglia. Per questo dovrebbe dimettersi”. Così il senatore dei Cinque Stelle, Alberto Airola, nel confermare la richiesta di sfiducia del gruppo. “Certe relazioni dovrebbero irritare. Suo figlio è uscito da Fonsai ed è entrato in Telecom. Non sarà palesemente un conflitto di interessi o perseguibile penalmente, ma non è ugualmente una cosa normale. Questi intrecci famigliari sono da evitare”.

GRILLO – Il Blog di Beppe Grillo lancia in rete l’hashtag #CancellieriDimettiti. Il blog del leader del Movimento pubblica in un post l’intervento della capogruppo al Senato Paola Taverna dove chiede, “data la gravità della situazione, che la mozione di sfiducia individuale, il ‘procedimento dei procedimenti’, debba sospendere ogni altra attività del Senato per essere, in ogni caso, risolta con un voto di questa assemblea”. E propone di modificare il calendario dei lavori (poi bocciato dall’Aula) procedendo subito al voto sulla decadenza di Berlusconi e calendarizzando per venerdì il voto sulla mozione di sfiducia al Ministro.

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