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Venerdì, 29 Marzo 2024
PRIMARIE PDL

Primarie Pdl, undici candidati: ci sono Sgarbi e Meloni

Sono undici i candidati ufficiali alle primarie del centrodestra (con l'incognita Tremonti si arriverebbe a dodici): ecco chi sono

Chi sarà il nuovo leader del Popolo della Libertà? Anche Vittorio Sgarbi e Giorgia Meloni hanno sciolto la riserva, decidendo di candidarsi proprio nell'ultimo giorno utile. E così la battaglia delle primarie nel centrodestra diventa una sfida quanto mai affollata.

TUTTI I CANDIDATI - Sono undici i candidati pronti a contendersi lo scettro lasciato da Silvio Berlusconi. Con l'ex ministro della Gioventù e Sgarbi, ci sono Angelino Alfano, Daniela Santanchè, Michela Biancofiore, Alessandro Cattaneo, Giancarlo Galan, Giampiero Samorì, Alessandra Mussolini, Guido Crosetto e Alfonso Luigi Marra. Resta ancora l'incognita Giulio Tremonti, il cui nome era circolato nei giorni scorsi.

LE DATE - Saranno ben quattro le date a disposizione per votare il candidato di centrodestra alla premiership: il 16 dicembre in Lombardia, Lazio e Molise; il 20 gennaio 2013 in Piemonte, Valle D’Aosta, Toscana, Umbria e Puglia; il 27 gennaio in Veneto, Sardegna, Marche, Emilia Romagna e Campania; il 3 febbraio in Friuli Venezia Giulia, Liguria, Basilicata, Sicilia, Calabria, Trentino Alto Adige e Abruzzo.

SGARBI: "SIAMO IN UN VICOLO CIECO" - Vittorio Sgarbi, fondatore del Partito della rivoluzione, costituito a luglio a Roma, ha detto di aver deciso di candidarsi dopo aver "preso atto di candidature prevalentemente interne al Pdl come per identificarne correnti". Una mossa, aggiunge, fatta con la speranza di "riaccendere l'attenzione degli elettori di centrodestra delusi". "La mia speranza - continua - è di poter muovere l'interesse di un elettore libero fuori dai confini definiti dagli apparati del partito e dalle dichiarazioni di appoggio all'uno o all'altro concorrente con cordate che non offrono all'elettore alternative alla logica delle correnti interne. Siamo in un vicolo cieco. Sono scettico, ma non vedo altra strada".

LA MELONI: "NO A MONTI" - Dal canto suo, Giorgia Meloni dice di presentarsi non perché non si senta rappresentata dal segretario Alfano, ma "perché penso valga la pena di dire alcune cose con chiarezza e capire quanto certe idee hanno consenso". Ad esempio, spiega, "io sono per il bipolarismo e per un no chiaro all'esperienza Monti. Dobbiamo tornare alla sovranità del popolo". Rispetto a quanto dice Alfano, "ci sono alcune cose da chiarire, ad esempio se il Pdl sarebbe disponibile a sostenere Monti senza la sinistra e a sostenerlo con Montezemolo e Casini, mentre il mio è un no in ogni caso". L'ex ministro della Gioventù spiega poi di "non aver parlato con Berlusconi" della sua candidatura, "è stata una decisione complessa e anche sofferta perché ci si candida a guidare il Paese". Infine, quanto alla "rottamazione" dell'attuale classe dirigente del Pdl, Meloni ricorda: "Io ho già chiesto un passo indietro prima di candidarmi. Anche se tutta la dirigenza del partito si schierasse con Alfano ritengo ci sia una platea enorme di persone a cui rivolgersi".
 

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