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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Si parla poco e male di cannabis: è l'ora di un referendum

Le ragioni degli antiproibizionisti con Riccardo Magi (Più Europa), che, su Today.it, lancia l'iniziativa popolare e le ragioni della Lega con Luca Rodolfo Paolini

Dopo il rinvio dello scorso agosto in Commissione Giustizia alla Camera, è arrivato il voto al testo base sulla cannabis, che modifica il Testo unico sugli stupefacenti. Dunque sì alla coltivazione delle piante di cannabis in casa. "E' un risultato importante, - ha detto Perantoni - ottenuto sulla scia della giurisprudenza della Corte di Cassazione ma anche grazie alla capacità dei gruppi parlamentari di confrontarsi e trovare una sintesi ragionevole”. Ma non è andato tutto come previsto perché, se è vero che il testo ha ricevuto il voto della maggioranza, l’obiettivo politico era più alto: cioè ottenere anche il voto di una parte del centrodestra perché, lo aveva spiegato Riccardo Magi (Più Europa), serviva “la disponibilità di una solida maggioranza per costruire un percorso certo verso l’approvazione, evitando che l’iter subisca ancora rinvii dovuti alle necessità di esaminare decreti e alla mancanza di volontà politica”.

Quella maggioranza allargata non è arrivata perché, seppur la proposta sia frutto di un incontro fra una proposta di Magi e una del leghista Riccardo Molinari, hanno votato contro: Lega, Fdi, Coraggio Italia e FI. Italia viva si è astenuta, mentre hanno votato a favore tutti gli altri, dal radicale Riccardo Magi al M5s, Pd e Leu. Ora quel testo dovrà passare l’esame degli emendamenti in Commissione e se il buongiorno si vede dal mattino, risulta chiaro come si prefiguri un muro contro muro. Così la legge muore e allora i promotori della cannabis legale lanciano il contrattacco: un referendum sulla cannabis.  

Idea referendum sulla Cannabis

“Diciamo che il mio appello non ha avuto risposta. Avevamo chiesto un’assunzione di responsabilità da parte dei partiti, con la volontà condivisa di portarlo fino in Aula, evitando che soffocasse in Commissione. – spiega a Today proprio Riccardo Magi – Pensiamo che si possa avviare un percorso riformatore, almeno sulle parti più dannose della legge attuale, che in questi anni ha prodotto danni incalcolabili. Il voto dell’altro giorno lascia invece pensare al forte rischio di una opposizione da parte delle altre forze politiche”. In effetti anche le parole del senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri sono eloquenti quando dice che “questo testo base, così com’è, non andrà da nessuna parte”.

“Per questo motivo – prosegue Magi - noi come Più Europa, insieme ad un gruppo di associazioni, abbiamo pensato che sia necessario provare a mettere in campo lo strumento referendario. Se il Parlamento avrà la forza, la capacità e la volontà politica di andare avanti, benissimo. In ogni caso però diamo anche la parola ai cittadini”. Così, nelle prossime ore, sarà attivo il link referendumcannabis.it per “togliere tutte sanzioni penali sulla cannabis”.

Riccardo Magi - foto Ansa-2

Insomma, la sinistra aveva ottimisticamente pensato che fosse la volta buona per trovare un giusto compromesso sulla cannabis. Non è stato così. In Italia resta difficilissimo confrontarsi su questo tema e farlo in modo laico. “C’è un meccanismo di stigmatizzazione rispetto ai consumatori di sostanze stupefacenti. – continua Magi - Si stima che in Italia ci siano sei milioni di consumatori. Ci rendiamo conto di che cosa significa? Però c’è sempre la tendenza ad avere un approccio moralistico, anziché vederlo sotto le implicazioni mediche e sanitarie, con una politica intenzionata a governare un fenomeno”. 

Eppure a destra sono convinti che così si legittimi il consumo di droghe. “Ma le droghe sono ovunque, in tutte le ore del giorno e della notte, non si tratta di legittimare, ma di regolamentare. Noi abbiamo ogni anno 40mila morti e 100mila ricoveri per patologie legate all’alcol, ma a nessuno viene i mente di vietare l’alcol”. 

Intanto il Ministro Fabiana Dadone ha annunciato una nuova Conferenza Nazionale sulla diffusione delle sostanze stupefacenti e psicotrope, che si terrà a Genova, dal 27 al 28 novembre prossimo. Ma Magi è critico. “Avrebbe dovuto essere un appuntamento importante, ma temo che sarà molto schiacciato sul lato del trattamento sanitario, socio sanitario e terapeutico. Invece dovrebbero dovuto avere adeguato spazio le politiche pubbliche, le normative ed eventuali proposte di modifiche. Credo che si rischi di perdere un’occasione importante”. 

Cannabis legale, le ragioni del "No" della Lega

Dall’altro canto c’è la Lega e in generale ci sono le forze di centrodestra, pronte a proporre una serie di emendamenti. Il Carroccio non può accettare che si legittimi la legalizzazione della marijuana per vari motivi, che spiega Luca Rodolfo Paolini, deputato della Lega e membro della Commissione: “Così si legittima l’uso e il consumo della cannabis. Cerchiamo di tutelare l’interesse dell’individuo evitando che si faccia male da solo. E’ lo steso principio del casco. Se non lo vieti, legittimi le persone a non usarlo e avremo più feriti sulle strade”. Eppure nel testo c’è la parte in cui si appesantisce la mano dello Stato con pene più severe per spaccio e traffico, voluta proprio dalla Lega. “Ma infatti abbiamo chiesto il disallineamento dei due testi perché non possiamo comunque accettare che si vada verso una legalizzazione della droga. Quel testo, così, non ci rappresenta”.

Luca Rodolfo Paolini-2

Parla dunque di consumo di droga Paolini, ma l’idea di Magi è soprattutto quella di aiutare i malati gravi. “Ma si prendono dei casi singoli e li si usa per tutti. E’ chiaro che, su cento persone, se cinque userebbero le piante di cannabis per motivi sanitari, ne avremo altri 95 che la userebbero per fini ludici. Poi chiaro, sul terreno dei malati che hanno bisogno di farmaci a base cannabinoide, si può mediare e trovare il modo per migliorare l’accesso al consumo attraverso le farmacie. Anche la storia che la legalizzazione sia una spallata alla malavita, da avvocato, dico che è vero in teoria, ma non in pratica perché le organizzazioni criminali fanno affari con altri tipi di sostanze”. Dunque Lega pronta a dare battaglia anche in Aula? “Se e quando ci si arriverà, questo testo non avrà mai il voto di Lega come anche credo di Fdi e Fi. Poi vediamo che succede, bastano due emendamenti e cambia tutto”. 

Testo base cannabis: cosa cambia 

Ma che cosa prevede la proposta di legge? 
Il documento è molto snello e formato da cinque articoli:

  • Si alla coltivazione domestica. 
  • L'inasprimento delle pene nei confronti di chi mette in atto un reato nei confronti di minori.
  • Distinguo fra sostanze stupefacenti.
  • Lavori pubblica utilità in alcuni casi punibili.
  • Chi usa la cannabis a scopo terapeutico, potrà coltivare in modo domestico un massimo di quattro pientine femmine. 

Di fatto si inaspriscono alcuni casi, ma si liberano dalla illegalità altre situazioni. La norma recita che: "chiunque, essendo munito dell'autorizzazione a coltivare cannabis illecitamente cede, mette o procura che altri metta in commercio le sostanze o le preparazioni è punito con la reclusione da 8 a 20 anni e con la multa da euro 30.000 a euro 300.000". Dunque chi ne ha bisogno per motivi sanitari, la può coltivare a casa, ma non può farne altro uso, non può cederla e non può spacciarla, sempre tenendo presente che la cannabis si distingue dalle altre sostanze. In questo caso infatti le pene diminuiscono: reclusione da 3 a 12 anni e multa da euro 20.000 a 250.000 euro se le attività illecita riguardano la cannabis. 

Lieve entità e lavoro pubblica utilità

Resta il distinguo della lieve entità e, all’interno di questo, l’ulteriore distinguo fra cannabis e le altre sostanze. Per cui, "salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque commette uno dei fatti previsti" dalla legge che, "per i mezzi, la modalità o le circostanze dell’azione ovvero per la quantità delle sostanze, è di lieve entità, è punito con le pene della reclusione fino a due anni e della multa fino a euro 10.000. Si applica la reclusione fino a un anno e la multa fino a euro 6.500,00 nei casi di cannabis.
La novità sta anche nel fatto che, se il delitto è stato commesso da persona tossicodipendente o da assuntore abituale di sostanze stupefacenti o psicotrope, la cui condizione è certificata da un medico o una struttura sanitaria, il giudice, se non ci sono gli estremi per la sospensione della pena, invece del carcere, può applicare la pena del lavoro di pubblica utilità (non oltre le due volte). Vengono anche eliminati gli illeciti e le sanzioni amministrative, come ad esempio l sospensione della patente.

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