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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Casa e lavoro per 75mila profughi, il piano del governo: "Ma devono rispettare le leggi"

La strategia per l'integrazione approvata dal Viminale riguarda 74.853 immigrati, che "in cambio" dovranno sottoscrivere una serie di impegni

L'obiettivo è quello di integrare chi ha diritto di restare in Italia, garantendo alloggi, lavoro, assistenza sanitaria e obbligo scolastico ai profughi, ma a patto che rispettino le leggi e la cultura del nostro Paese. E' il nodo centrale del primo "Piano nazionale per l'integrazione dei rifugiati" varato dal Viminale, che riguarda quasi 75mila immigrati (74.853 per la precisione).

"Abbiamo lavorato a una strategia di integrazione sostenibile, quindi con una presenza degli stranieri equamente distribuita sul territorio nazionale", ha affermato il ministro dell'Interno, Marco Minniti. Chi beneficia della protezione internazionale dovrà sottoscrivere una serie di impegni e "in cambio", dopo il riconoscimento dello status di rifugiato, potrà accedere alle graduatorie per ottenere la casa e il lavoro. Per finanziare il Piano, scrive Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera, l'Ue ha messo a disposizione cento milioni di euro, mentre le altre risorse necessarie arriveranno dai finanziamenti europei dedicati all'assistenza e all'accoglienza dei migranti.

L'obiettivo del governo è quello di evitare soluzioni "improvvisate". Sono oltre 196mila le persone che già fanno parte del sistema di accoglienza nazionale, quasi tutti richiedenti asilo. Per questi individui viene offerta "su base volontaria" la possibilità di partecipare "alle attività di utilità sociale a favore delle collettività locali", in modo da rendere più "operativa" la loro presenza sul territorio.

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I minori stranieri e gli alloggi

In Italia sono presenti inoltre 18.486 minori stranieri non accompagnati. Secondo il Piano, "l'apprendimento della lingua italiana rappresenta un diritto ma anche un dovere". E' questo il motivo che ha portato a stabilire "un test iniziale che aiuti a definire il livello e la metodica d'insegnamento più adatta" al fine di rendere obbligatoria la partecipazione ai corsi di lingua. Mentre per i minori vige l'obbligo scolastico, per gli adulti è previsto "il riconoscimento dei titoli e delle qualifiche acquisiti nel Paese di origine". Per quanto riguarda le abitazioni, il Viminale ha previsto "percorsi di accompagnamento per i titolari di protezione in uscita dall'accoglienza, verificando anche la possibilità di includerli negli interventi di edilizia popolare e di sostegno alla locazione". Per evitare soluzioni improvvisate, nelle ultime fasi dell'accoglienza le autorità dovranno "favorire iniziative di coabitazione: affitti condivisi e i condomini solidali". Previsto inoltre l'eventuale "supporto economico per l'affitto". Nel documento si legge che "l'obiettivo per il prossimo biennio è che le persone titolari di protezione possano accedere alle risorse che il welfare territoriale mette a disposizione. Nella consapevolezza della situazione di emergenza abitativa che coinvolge le fasce deboli di tutto il Paese".

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Il ministero dell'Interno intende inoltre promuovere "il sostegno alla creazione d'impresa, all'autoimpiego e al concreto inserimento nel settore lavorativo" degli stranieri. Per quanto concerne l'assistenza sanitaria, essa è già garantita ai richiedenti asilo, i quali dovranno essere inseriti nella "fascia di popolazione più vulnerabile con particolare riferimento a salute mentale e disabilità, minori, donne, mutilazioni genitali femminili, violenza di genere". Grande attenzione è stata riservata inoltre al "potenziamento delle attività di prevenzione con particolare riferimento a vaccinazioni, screening e tutela della salute materno-infantile".

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