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Giovedì, 25 Aprile 2024
La misura della discordia

Cashback addio: con la Meloni non tornerà più

La misura contro l'evasione fiscale è stata congelata alla fine di giugno 2021, ma con Fratelli d'Italia al governo le speranze di vederla ancora attiva si riducono notevolmente. Un destino simile a quello che potrebbe toccare alla lotteria degli scontrini

Cosa succederà al cashback con il governo Meloni? Il bonus del 10% per i pagamenti digitali introdotto durante il governo Conte, sospeso lo scorso anno, è rimasto "congelato" in attesa del nuovo esecutivo. L'impianto operativo della misura ideata per contrastare l'evasione fiscale esiste ancora, ma è possibile che torni operativo? Il ministero dell'Economia aveva suggerito di impiegare il cashback soltanto in alcuni settori con più alto rischio di evasione, al contrario della versione estesa introdotta inizialmente. Anche uno studio realizzato da Bankitalia aveva evidenziato come una "via di mezzo" fosse la strada maggiormente percorribile per non cancellare del tutto la misura ed evitare una eccessiva dispersione di denaro pubblico.

La misura, dal costo di oltre 4 miliardi di euro, mirava ad incentivare l'utilizzo dei pagamenti elettronici al posto del contante, con i contribuenti che potevano ricevere il 10% degli importi spesi pagando con carte o bancomat, fino ad un massimo di 150 euro. Il cashback è stato sospeso dalla fine di giugno 2021, permettendo alle casse pubbliche un risparmio stimato di oltre un miliardo, ma nel suo breve periodo di attività ha accumulato numeri di tutto rispetto: dal 1° gennaio al 30 giugno 2021 gli utenti con transazioni valide sono quasi 8 milioni e più di 700 milioni le transazioni elaborate. Quasi 6 milioni di utenti hanno effettuato 50 o più transazioni.

La Meloni e il "nemico" cashback

E adesso? Con la vittoria alle elezioni di Fratelli d'Italia, sembra molto probabile che il cashback resti a prendere polvere nel cassetto in cui è stato messo lo scorso anno. Infatti, nel programma elettorale di FdI vengono affrontati diversi temi economici, sicuramente più urgenti, come il caro-bollette, le pensioni o le tasse, ma non vi è alcuna traccia della misura contro l'evasione fiscale. Per capirne il motivo basta fare un viaggio nel passato recente: la Meloni infatti non ha mai nascosto la sua repulsione verso questa misura, con Fratelli d'Italia che ne ha fatto da subito una battaglia "personale".

Nel marzo del 2021, con la misura ancora attiva, la leader di Fratelli d'Italia parlava di "inutile ed ideologica guerra al contante" e di "fallimento totale", auspicando che i 5 miliardi di euro spesi per il cashback venissero spostati verso altre esigenze.

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Il 29 giugno dello scorso anno, alla vigilia della sospensione della misura, la Meloni è stata l'unica a festeggiare: "Fratelli d'Italia è stata l'unica forza politica a dire chiaramente da subito che cashback e lotteria degli scontrini sono una idiozia che ci costa 4 miliardi. Un tentativo di controllare gli italiani in cambio di una elemosina".

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Una posizione netta e decisa che lascia poco spazio alle interpretazioni. Le priorità che il governo in fase di formazione dovrà affrontare sono diverse e di enorme entità, ma con l'impronta di Fratelli d'Italia, sembra difficile, se non impossibile, che Giorgia Meloni faccia un passo indietro su una misura così bistrattata. Più probabile che il cashback resti lì, nel dimenticatoio, magari in attesa del governo successivo.

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