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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Caso Fiorito: Berlusconi e il Pdl sapevano tutto

Il 6 agosto il nuovo capogruppo alla Regione Lazio, Battistoni, subentrato a 'Batman' in una lettera protocollata avverte i vertici del partito dello scandalo. Ma nessuno lo degna nemmeno di una risposta. Lo scoop del Fatto Quotidiano

Tutti nel Pdl sapevano. Il presidente Silvio Berlusconi. Il segretario Angelino Alfano. Il coordinatore Denis Verdini. Nessuno può quindi dire che lo scandalo scaturito dai soldi rubati da Franco Fiorito fosse una sorpresa.

Era il 6 agosto 2012, come riporta il Fatto Quotidiano che sul proprio sito internet pubblica il documento, e all'esplosione del caso mancavano oltre 40 giorni.

Quel giorno il nuovo capogruppo Pdl alla Regione Lazio, Francesco Battistoni (subentrato il 24 luglio a Fiorito) scrisse una lettera - protocollata - alla triade che governa il partito per segnalare le spese pazze, i bonifici all'estero e sui conti personale nonché i prelievi in contanti dalle casse del partito.

Il caso, come detto, esploderà quaranta giorni dopo ma il 20 settembre chi subentrò a Fiorito e denunciò il tutto, Battistoni, asrà destituito dal ruolo. Quasi punito.

Il capogruppo scrive ai suoi capi: “Caro presidente, sono costretto, con estremo dispiacere, a portarvi a conoscenza di una situazione che è talmente grave da poter minare, in maniera pesante, sia la stabilità della Regione Lazio che la credibilità del nostro partito (…) l’esame, ancorché superficiale della documentazione relativa ai conti correnti ha evidenziato una serie di ‘anomalie‘ tali che mi ha immediatamente indotto a nominare dei consulenti al fine di poter esaminare a fondo tali riscontri e consigliarmi sulle scelte consequenziali. Nel frattempo, nonostante i ripetuti solleciti, non sono ancora riuscito a ottenere alcuna documentazione e l’on. Fiorito, oltre a disertare le riunioni di gruppo, assume di essere stato defraudato e addirittura accusa colleghi, peraltro sulla stampa, di poca chiarezza sui conti! La situazione è sconfortante! Al contrario delle sue asserzioni, dai primi riscontri contabili emergono anomalie gravissime dovute a pagamenti ‘non in linea’ con le finalità istituzionali e politiche delle somme dallo stesso amministrate, come acquisti di autovetture, soggiorni lussuosi ingiustifìcabili, prelievi in contante, uso disinvolto di carte ricaricabili e da ultimo, ma non per ultimo, bonifìci personali su conti esteri”.

Battistoni chiede anche a Berlusconi di intervenire: “Credo non sia più tollerabile la presenza del collega nel nostro gruppo e nel partito (…) riservandomi comunque di illustrarVi, non appena possibile, le complete risultanze delle analisi dei miei consulenti”.  chiude con fiducia: “Certo di un Vostro immediato e concreto intervento, rimango in attesa per fornire tutti chiarimenti del caso”.

 Il 27 agosto il capogruppo scrive anche al collegio dei probiviri del Pdl, perché prenda provvedimenti contro Fiorito, segnalando anche la Bmw X5 acquistata in leasing con i soldi del partito. "Per giorni" racconta Marco Lillo sul Fatto Quotidiano "non accade nulla poi il caso esplode. Ma non per merito dei leader del Pdl, bensì per l’esuberanza di Fiorito che accusa a sua volta Battistoni di spese allegre per viaggi e cene".

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