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Giovedì, 18 Aprile 2024
Politica

Castrazione chimica, Salvini insiste ma il Movimento 5 stelle non ci sta: "Propaganda"

Malumori nel gruppo M5s per l'emendamento sulla castrazione chimica della Lega. Salvini propone: "Studiare ciò che accade all'estero". Di Maio cerca di placare gli animi

Non si placano i malumori nel gruppo M5S alla Camera per l'emendamento sulla castrazione chimica presentato dalla Lega al disegno di legge che introduce norme a tutela delle vittime di violenza e di violenza di genere. L'emendamento in questione, che modifica l'articolo 165 del codice penale, prevede che "la sospensione condizionale della pena, nei casi di condanna" per reati come la violenza sessuale possa essere "subordinata a trattamenti terapeutici o farmacologici inibitori della libido con il consenso del condannato".

Castrazione chimica, il M5s dice no

Il Movimento 5 stelle ha messo in chiaro che la norma non passerà. "E' chiaro che non voterò un emendamento del genere. E' una presa in giro dire: 'ti castriamo ma solo se sei d'accordo'. Non è la castrazione chimica lo strumento, ma il carcere e la certezza della pena. Quello che propongono è solo propaganda politica e come me la pensano decine di miei colleghi", attacca la deputata M5s Veronica Giannone, parlando con l'Adnkronos. Parere negativo arriva anche dal ministero della Salute.

"L'introduzione nel nostro ordinamento della castrazione chimica è incostituzionale. Le pene, anche le più severe, come quelle che chiediamo vengano applicate a chi si macchi di reati come la violenza domestica, sessuale e di genere, devono tendere sempre alla rieducazione e non possono ledere, anche col suo consenso, l'integrità psico-fisica del condannato". Così il deputato M5S Aldo Penna. "Pertanto, mi auguro che la Lega decida nelle prossime ore di ritirare un emendamento, suggerito dal ministro Bongiorno, che rischia di compromettere una buona legge, come quella che stiamo discutendo. Si proponga, piuttosto, la "castrazione sociale", con il divieto del condannato di rivestire cariche pubbliche e, se si tratta di dipendenti della pubblica amministrazione, con l'immediato licenziamento, o ancora con la devoluzione alla vittima di violenza di tutto il patrimonio del colpevole, a prescindere dalla valutazione del danno inferto", dice.

Castrazioni chimica, Salvini insiste: "Studiare ciò che accade all'estero"

"La castrazione chimica "è sperimentata volontariamente in tanti Paesi occidentali, quindi ci sono persone che chiedono di essere messe in condizione di non avere più gli istinti per commettere violenze bestiali e quindi qualcuno studi quello che viene sperimentalmente applicato in altri Paesi". Lo ha detto il vicepremier e ministro dell'Interno Matteo Salvini a margine di un evento al carcere di Bollate, vicino a Milano, dopo che il ministro della Salute, Giulia Grillo ha detto che voterebbe contro una proposta per introdurre la castrazione chimica. "Se qualcuno mette le mani addosso a una donna o a un bambino non va solo rieducato, va curato, perché trattasi di schifoso che va aiutato a non ricommettere gli stessi errori. Anche farmacologicamente, se servisse", ha aggiunto.

Indonesia, la castrazione chimica per i pedofili è diventata legge

Di Maio: "No scontro di governo su castrazione chimica"

"Il tema della castrazione chimica non merita uno scontro di governo. Lo ha detto il vicepremier Luigi Di Maio da Washington in conclusione della sua visita negli Stati Uniti. “Dire che la castrazione chimica è volontaria riduce questa norma a un nulla di fatto. Non dico, ovviamente, che la castrazione chimica dev’essere obbligatoria perché non è possibile dal punto di vista normativo, tant’è che la Lega l’ha presentata come volontaria”. Il tema, secondo il vicepremier, è “che chi mette le mani addosso a una donna deve andare in galera” e per questo bisogna lavorare “per mettere la gente in carcere con il pacchetto antiviolenza che abbiamo presentato che assegna 12 anni di carcere per chi alza le mani su una donna e 24 anni per chi mette le mani addosso a un bambino”. Di Maio, quindi, ribadisce che non ha senso discutere “su un tema come la castrazione chimica volontaria, che significa che nessuno si farà mai castrare chimicamente, visto che non credo che esista un personaggio che ha questi istinti suicidi”. 

Castrazione chimica: in quali Paesi è prevista

Dall'Europa alla Corea del Sud, dalla Russia agli Stati Uniti. La castrazione chimica, come procedimento da adottare nei confronti di soggetti rei di violenza sessuale, è prevista dall'ordinamento di una serie di paesi. Il tema entra nel dibattito politico italiano in virtù dell'emendamento presentato dalla Lega al disegno di legge che introduce norme a tutela delle vittime di violenza e di violenza di genere, attualmente in discussione alla Camera. Il quadro europeo si presenta estremamente variegato se si considerano le norme di Finlandia, Germania, Svezia, Belgio, Francia, Estonia. I provvedimenti si differenziano per l'età e per la pericolosità dei soggetti a cui è applicabile il trattamento farmacologico.

In linea teorica, la legge varata in Polonia nel 2010 non contempla la volontarietà del soggetto come condizione indispensabile per l'attuazione del protocollo. In Russia, nell'ottobre 2011 è stata approvata la legge che prevede la prescrizione del trattamento per soggetti che abbiano usato violenza su minori di 14 anni. In Asia, spicca la normativa sudcoreana che dal 2011 attribuisce ai giudici la facoltà di ordinare la castrazione chimica per chi abbia violentato minori di 16 anni. In Indonesia, un provvedimento simile è in vigore dal 2016 su iniziativa del presidente Jodo Wikodo. Dall'altra parte del pianeta, negli Stati Uniti, sono almeno 9 gli stati ad aver fatto ricorso alla 'chemical castration', con la California a fare da apripista.

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