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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cambio di marcia

Sul catasto il Governo rischia ancora

Gli azzurri, che prima erano per l'astensione o non voto, ora dichiarano di votare col centrodestra e Alternativa

Si rivota di nuovo sulla riforma del catasto. Questa volta l’esame è in Commissione finanza alla Camera dove i numeri sembrerebbero esserci, ma il Governo rischia ancora. Dopo il voto di cinque giorni fa, potrebbe essere un nuovo pantano per Mario Draghi perché Forza Italia, rispetto a quanto preannunciato ieri, voterà compattamente insieme a tutto il centrodestra. Questo significa che si torna alla conta e due o tre deputati potrebbero fare la differenza. Vediamo dunque i numeri e gli scenari che potrebbero aprirsi in questo secondo voto, delicatissimo perché si andrà a decidere se accogliere o meno l’emendamento per la soppressione del solito articolo 6, questa volta presentato da Alternativa C’è.

Tutto l’arco di centrodestra (FI, Fdi, Lega e Ci) insieme ad Alternativa C’è conta 21 deputati. Escluso il presidente Luigi Marattin (Italia Viva) che per prassi non vota, il centrosinistra ha dalla sua 19 voti. A cui però andrebbero aggiunti quello di Eugenio Sangregorio (Noi con l’Italia) e due del gruppo misto di cui è difficile prevedere il voto. Una cosa è certa. Il Governo rischia di andare sotto e rischia dopo il cambio di passo di Forza Italia.  

Forza Italia si spacca e Brunetta bacchetta i suoi 

Intanto Forza Italia è spaccata. I deputati azzurri voteranno a favore dell'emendamento soppressivo dell'articolo 6 sul catasto, contenuto nella delega sul fisco, presentato da Alternativa c'è. Dunque, diversamente dall'orientamento emerso ieri per un voto di astensione, i forzisti si rimettono sulle barricate, come quando il centrodestra unito aveva votato a favore per l'abolizione delle nuove norme sul catasto, facendo scricchiolare il Governo di Mario Draghi. 

Intanto però Forza Italia, che in questo contesto sembra forza di opposizione, è dentro il Governo e a difendere la riforma ci pensa il Ministro delle pubbliche amministrazioni Renato Brunetta, che parla di "una misura esclusivamente di carattere programmatico e conoscitivo, che non comporta alcuna riforma dell'attuale sistema catastale, alcun aumento o modifica degli estimi, alcuna variazione delle tasse. Non si tratta, pertanto, di un intervento finalizzato a tassare la proprietà immobiliare, tantomeno la prima casa, ma a modernizzare un sistema ormai vicino a compiere un secolo di vita". Lo stesso ministro poi apre un focus sulla pietra dello scandalo, l’articolo 6, che "vieta espressamente di utilizzare i dati acquisiti per la determinazione della base imponibile dei tributi ed esclude la rilevanza di tali attività ai fini della rilevazione della capacità contributiva. I decreti legislativi non potranno mai contraddire la delega e nessun atto amministrativo potrà cancellare la norma primaria, secondo cui l'affiancamento dei valori di mercato al valore catastale non può essere usato per far pagare le tasse".

Servirebbe dunque ai cittadini per conoscere meglio fra quattro anni il valore fiscale e patrimoniale del proprio immobile, adeguato alle condizioni di mercato. Così nel 2026, non solo i cittadini, ma anche lo Stato avrà una fotografia reale dei valori così da valutare una vera riforma del catasto, che comunque non produrrà, lo ribadisco, un aggravio tributario per chi già paga il dovuto", conclude il ministro. 

Un atteggiamento, quello dei berlusconiani, giudicato “ondivago” da Azione, con il deputato Nunzio Angiola che rimarca: “Non fa bene nè al Governo nè al Paese in questo delicato momento". 
 

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