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Martedì, 23 Aprile 2024
Politica

La Chiesa contro la maternità surrogata. Ma boccia il governo sull'immigrazione

La conferenza episcopale italiana, riunitasi per il Consiglio episcopale permanente, ha espresso le sue idee anche sui temi più scottanti dell'attualità politica e sociale

La Cei si schiera in maniera nettissima contro la cosiddetta "maternità surrogata". Per la Conferenza Episcopale "l'utero in affitto è inaccettabile", si tratta di "pratiche" sottolineano i vescovi, che "mercificano la donna e il nascituro". 

Su questo tema era difficile immaginare che la posizione della Cei fosse diversa da quella da sempre proclamata. Infatti, al termine del Consiglio episcopale permanente, i Vescovi esprimono la loro "forte preoccupazione per il crescente individualismo e per l'avanzare di visioni che rischiano di distorcere l'idea stessa di famiglia. Come sancito dalla Costituzione, infatti, la famiglia è e resta il pilastro della società, garanzia di prosperità e di futuro. Riconoscere l'istituto familiare nella sua originalità unicità e complementarietà significa tutelare, in primo luogo, i figli, che mai possono essere considerati un prodotto o l'oggetto di un pur comprensibile desiderio. In tal senso - si legge nel comunicato - molte persone ormai, pur con idealità diverse, riconoscono come inaccettabili pratiche che mercificano la donna e il nascituro".

Nel corso della conferenza stampa al termine del Consiglio episcopale permanente il segretario generale della Cei, mons. Giuseppe Baturi ha risposto ad alcune domande sulla trascrizione all'anagrafe dei figli di coppie omogenitoriali; Baturi ha sottolineato come preoccupi "la propaganda e l'uso di slogan laddove servono invece strumenti per garantire la dignità delle persone". Interrogato sulla possibilità che la maternità  surrogata diventi un "reato universale", il segretario generale della Cei ha risposto: "La Cei - ha spiegato - non è entrata nei dettagli" sul fatto se l'utero in affitto possa considerarsi un crimine universale, come parte della politica chiede in queste ore, ma "posso dire che è un problema universale" e "d'altronde quando il Papa ha più volte parlato di mercificazione non parlava solo l'Italia".

Migranti e salvataggi in mare

In merito al naufragio di Cutro, i Vescovi italiani hanno evidenziato come "Il diritto alla vita va sempre tutelato e il salvataggio in mare costituisce un obbligo per ogni Stato" e quanto sia "strategica per il bene comune un'accoglienza dignitosa che abbia nella protezione, nell'integrazione e nella promozione i suoi cardini". Nel comunicato rilasciato si legge anche che "il fenomeno migratorio continua a essere gestito in modo emergenziale e non strutturale". In questa ottica, è stato osservato dai vescovi, che "i corridoi umanitari rappresentano al contempo un meccanismo di solidarietà internazionale e un potente strumento di politica migratoria".

Sul tema dell'immigrazione la differenza di idee e di approccio tra Cei e governo è evidente: "La recente tragedia di Cutro è una ferita aperta che mostra la debolezza delle risposte messe in atto. Il limitarsi a chiudere, controllare e respingere non solo non offre soluzioni di ampio respiro, ma contribuisce ad alimentare irregolarità e illegalità". "Servono invece politiche lungimiranti - sul piano nazionale e su quello europeo - capaci di governare i flussi di ingresso attraverso canali legali, ovvero vie sicure che evitino i pericoli dei viaggi in mare, sottraggano quanti sono costretti a lasciare la propria terra a causa della fame e della violenza alla vergogna dei centri di detenzione e diano loro prospettive reali per un futuro migliore", hanno esortato i Vescovi.

"In questa ottica - hanno concordato i Vescovi - i corridoi umanitari rappresentano al contempo un meccanismo di solidarietà internazionale e un potente strumento di politica migratoria. Nel ribadire che il diritto alla vita va sempre tutelato e che il salvataggio in mare costituisce un obbligo per ogni Stato, i Vescovi hanno quindi ricordato quanto sia strategica per il bene comune un'accoglienza dignitosa che abbia nella protezione, nell'integrazione e nella promozione i suoi cardini".
 

Messe in streaming

Baturi ha poi raccontato che il presidente della Cei, il cardinale Matteo Zuppi, ha chiesto uno "stop" alle messe in streaming" aprendo i lavori del Consiglio episcopale permanente lunedì scorso. "Non c'è una indicazione esplicita in termini di direttiva ma l'indicazione di Zuppi è stata condivisa da tutti", ha spiegato.
"Internet - ha ricordato Baturi tornando al lungo periodo della pandemia - è stato utilizzato non solo per le messe, ma per tante altre attività della Chiesa. Il problema ora è recuperare la normalità di vita ecclesiale che non può fare a meno dell'incontro. Si tratta di tornare a pregare insieme".

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