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Giovedì, 25 Aprile 2024
Lo scenario

Cosa rischia di succedere nel centrodestra alle 22 di domenica

Le elezioni comunali e il referendum del 12 giugno 2022 saranno un banco di prova per entrambe le coalizioni, ma il centrodestra traballa molto

L’appuntamento delle elezioni comunali e del referendum in programma per domenica 12 giugno 2022, sarà un banco di prova per la tenuta delle coalizioni. Nel centrosinistra c’è da capire se Pd e Movimento 5 Stelle siano effettivamente in grado di trovare un programma elettorale su cui convergere. Al momento Enrico Letta e Giuseppe Conte sono distanti. "L’esito delle comunali ci dirà lo stato di salute dell’alleanza" aveva detto a Today il deputato democratico Matteo Orfini. Il programma non è un problema nel centrodestra ma qui gli screzi non finiscono mai. 

Dopo i toni sopra le righe all’ultimo incontro fra i leader nella villa di Berlusconi ad Arcore e il comunicato di Fratelli d’Italia che ha fatto indispettire Berlusconi, oggi ci sono altre scintille fra Giorgia Meloni e Salvini. "Mi sembra una lettura un po' distorta, francamente" ha detto la leader di Fratelli d'Italia, replicando alle dichiarazioni di Matteo Salvini relative alla scelta di FdI di "rompere" in alcuni comuni l'unità del centrodestra. "Non mi pare che si possano trattare le questioni così - ha aggiunto Meloni - In alcuni casi non siamo riusciti per ragioni che sono territoriali, o anche di rapporti. In alcune città non siamo riusciti a trovare una quadra, ma non mi pare per responsabilità di Fratelli d'Italia. Quindi, consiglio maggiore prudenza in queste dichiarazioni".

Elezioni amministrative e referendum del 12 giugno 2022: tutto quello che c'è da sapere

Il problema del centrodestra è che ci sono due leader per una sola poltrona, solo che uno dei due, Matteo Salvini, guida il partito meno votato (secondo i sondaggi) con una leadership compromessa. L’altro, Giorgia Meloni, è leader del primo partito d’Italia e non ha rivali all’intero di Fdi, che ha saputo presentarsi sempre come compatto e coerente. Risulta chiaro come gli appuntamenti elettorali siano sempre un termometro da guardare per capire a che punto sono i problemi del centrodestra. La posta in palio, in teoria, sarebbero le più grandi città che vanno al voto, cioè ventisei capoluoghi di provincia e quattro di regione: Genova, L’Aquila, Catanzaro e Palermo. Ma la vera posta in gioco è la capacità di dimostrare di essere più forti in termini di voti, così da sfiancare l’avversario sui numeri. A proposito di numeri. Come sono andate le cose alle ultime elezioni? Per il centrodestra sicuramente male perché non hanno conquistato nessuna città importante e la sfida interna fra Lega e Fratelli d’Italia è stata vinta dai meloniani nelle realtà più interessanti. Ecco i risultati delle elezioni comunali dello scorso ottobre 2021

  • A Torino Fratelli d’Italia al 10,5% e Lega al 9,8.
  • A Milano Lega al 10,7% e Fdi al 9,8.
  • A Bologna Fdi arriva a 12,6% contro il 7,7 della Lega.
  • A Roma Fdi tocca quota 17,4% contro il 5,9 della Lega.
  • A Napoli Fdi fa 4,4% ma qui il simbolo della Lega neppure c’è.
  • A Novara, feudo della Lega, Salvini ha fatto il 23,17% ma Fdi 23,22%. 

Elezioni comunali e referendum 12 giugno 2022: nelle città 

Forse sotto i baffi ma Giorgia Meloni alle scorse elezioni ha sorriso perché non ha potuto non prendere atto che il suo partito sia cresciuto e nei mesi è stato in salute. Ecco perché nelle ultime settimane i leader di centrodestra hanno discusso anche animatamente per chi candidare. La Lega ha bisogno di conquistare consenso, mentre Fratelli d’Italia suona la carica per dimostrare che può vincere anche da sola e che non c’è storia: Giorgia Meloni è la donna giusta per guidare la coalizione.  Attenzione infatti ai capoluoghi di regione al voto delle comunali il 12 giugno 2022:

  • Genova
  • L’Aquila
  • Catanzaro
  • Palermo

Forse l’unico dove si può tirare un sospiro di sollievo è il capoluogo ligure perché le altre tre città sono un test e non è neanche così fra le righe. Partiamo dall’Aquila. Proprio nella città abruzzese, il capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, Francesco Lollobrigida, intervenuto in un incontro elettorale a sostegno del sindaco Pierluigi Biondi. Lo ha detto a chiare lettere: “Le elezioni amministrative del 12 giugno "potranno dire molto" per Fratelli d'Italia. Ma quale è la situazione abruzzese? All’Aquila Pierluigi Biondi è il candidato sindaco appoggiato da Fdi, Lega, Fi, L'Aquila Futura, Civici Indipendenti per Biondi e L'Aquila al Centro. 

Dall’altra parte c’è Catanzaro con il centrodestra che ha governato il Comune negli ultimi cinque anni con Sergio Abramo (sindaco per 17 degli ultimi 25 anni e storico berlusconiano ora in Coraggio Italia). Ma quel centrodestra è spaccato e si ritrova con tre candidati sindaco: Antonello Talerico (sostenuto da cinque liste centriste), Wanda Ferro di Fratelli d’Italia e Valerio Donato, sostenuto dal resto del centrodestra. 

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Poi c’è Palermo, dove i tre leader, dopo infinite dispute, hanno deciso di convergere su Roberto Lagalla. Ma sia a Palermo che all’Aquila, seppur uniti, si consumerà uno scontro nello scontro. Ognuno gioca la propria partita perché, alla fine della domenica sera, ogni partito si farà i conti e chi raggiungerà al supremazia dei numeri, potrà rivendicare un peso nuovo e maggiore ai tavoli in cui si decideranno le strategie delle prossime elezioni politiche nazionale del 2023. Sempre che non ci siano stravolgimenti alla prossime regionali della Regione Siciliana, le cui sorti, sempre in casa centrodestra, passano per i risultati di Palermo. 

Chi rischia di più però è proprio Matteo Salvini che, dopo essere stato scavalcato nei sondaggi, dopo il caso di Antonio Capuano e dopo gli attacchi interni volto a indebolirlo, è come un animale ferito. Metà del budget personale lo ha investito sui referendum sulla giustizia, che sono un flop annunciato, per cui, in una intervista a Today, è arrivato anche a bacchettare gli alleati per non averlo aiutato. Lui può solo vincere e vincere bene nei comuni. Il rischio non è che salti l’alleanza. Senza quella non si governa ma Salvini potrebbe dire addio al sogno di governare l’Italia da Presidente del consiglio. 
 

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