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Martedì, 16 Aprile 2024
L'analisi

La regola del centrodestra non sbaglia mai: se sei amico della Meloni meglio la federazione

Insieme si vince, lo dicono i numeri, ma c'è una questione di leadership all'interno del centrodestra e questo può diventare imbarazzante per gli equilibri di un futuro governo. L'idea della federazione può superare tutto questo, c'è da capire se funzionerà

C’è da sempre una regola nel Centrodestra. E’ non scritta, ma se la sono dati i leader dei partiti e viene sempre rispettata: il candidato (in teoria lo sceglie il Presidente della Repubblica ma non è mai così) a Presidente del Consiglio, nel caso di vittoria della coalizione, è il leader del partito in assoluto più votato dagli italiani. Ruota tutto intorno a questo problema la situazione di stallo e crisi interna che sta vivendo l’alleanza che da anni lega Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega.

Se infatti fino a poco tempo fa era scontato che fosse Matteo Salvini a far valere il proprio peso ai tavoli con Fi ai minimi termini e Fdi in crescita ma lontana dal consenso leghista, adesso la storia è cambiata perché, secondo i sondaggi, oggi il partito di Giorgia Meloni ha toccato quota 20% raggiungendo di fatto il Carroccio e dando alla alleanza di centrodestra una propulsione tale da guardare da vicino il 50% dei voti in Italia alle prossime elezioni politiche. Ma intanto ci sono le amministrative e un po’ la crisi della classe dirigente, un po’ che non c’è più la fila per entrare in politica come una volta e un po’ i litigi interni dettati proprio dallo scontro interno e frontale tra Meloni e Salvini, di fatto non si riescono a trovare dei candidati a sindaco delle città più importanti e quando si trovano, il risultato lascia a desiderare.

Ed è proprio perché forse Giorgia Meloni comincia a fare paura, allora ecco l’idea di Silvio Berlusconi di fare una federazione del centrodestra. Secondo Elio Vito è una mossa per fare fuori i suoi dirigenti, quelli scelti da lui ma che ormai non riesce più a mandare via e anzi raddoppiano e triplicano gli incarichi di partito e quelli istituzionali così da avere sempre più peso. Verrebbero spazzati via nel caso di un nuovo Popolo della Libertà con la Lega di Salvini. In teoria è invitata anche la Meloni che però ha già detto di no. Chi glielo fa fare proprio adesso? E infatti secondo qualcuno, sarebbe anche un modo per mettere in minoranza Fratelli d’Italia, così da aggirare la regola del centrodestra.

Insomma l’unione conviene a Salvini per riprendere quota, conviene al Cavaliere per riconquistare un ruolo con un elettorato sempre più distante dai politici azzurri. Non conviene alla Meloni che resta a guardare le prossime mosse dei suoi alleati. E se una vecchia canzone degli 883 diceva che la regola dell’amico non sbaglia mai, forse non sbaglia mai neppure la regola del centrodestra. Il problema è che porterebbe Giorgia Meloni a candidarsi come Premier, in un futuro elettorale dove il Centrodestra, forte anche del consenso raccolto opponendosi alle chiusure per contrastare la pandemia di coronavirus, potrebbe tornare a governare. Se la regola del Centrodestra non sbaglia mai, meglio cambiare le regole. La federazione è la mossa giusta.

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