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Martedì, 23 Aprile 2024
Politica

Chiara Appendino condannata: "Mi autosospendo"

La sindaca di Torino ha ricevuto la stessa pena dell'assessore per il caso Ream: sei mesi. Otto mesi all'ex capo di gabinetto

La sindaca di Torino Chiara Appendino è stata condannata a sei mesi nell'ambito del processo Ream. Stessa condanna per l'assessore comunale al Bilancio, Sergio Rolando. Otto mesi, invece, per l'ex capo di Gabinetto Paolo Giordana. La prima cittadina si autosospende dal MoVimento 5 Stelle: "Porterò a termine il mio mandato da sindaca. Come previsto dal codice etico mia autosospenderò dal MoVimento 5 Stelle". 

Chiara Appendino condannata: "Mi autosospendo"

Non si conoscono ancora le motivazioni della sentenza. Secondo la Procura, il Comune avrebbe omesso di inserire nel bilancio 2017 i 5 milioni versati come caparra dalla società Ream, che durante la precedente amministrazione comunale si era interessata alla riqualificazione dell'ex area Westinghouse, il cui progetto è stato poi assegnato al gruppo Esselunga. Lo scorso febbraio i pubblici ministeri Marco Gianoglio ed Enrica Gabetta avevano chiesto una condanna di 1 anno e 2 mesi per Appendino e Rolando e 1 anno per Giordana, che hanno scelto il rito abbreviato. Il dirigente comunale Paolo Lubbia ha invece optato per il rito ordinario. Ha retto l'accusa di falso ideologico, mentre la sindaca è stata assolta dall'abuso d'ufficio. 

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. "Siamo stati assolti per tre reati su quattro perché non sussiste il fatto - ha aggiunto Appendino - rimane in piedi il falso ideologico del 2016 su cui leggeremo le motivazioni. Sono profondamente convinta di aver fatto tutto nell'interesse dell'ente, quindi ricorreremo in appello". L'avvocato Luigi Chiappero, che assiste la sindaca, chiosa:  "La tenuità della condanna dimostra l'irrilevanza del fatto. Leggeremo le motivazioni e ci appelleremo, fiduciosi di poter ribaltare la sentenza". La sindaca ha anche pubblicato un lungo post su Facebook per difendersi e annunciare le sue scelte: 

In un quadro normativo molto complesso e in una situazione definita dai periti “unicum”, “peculiare” e “eccezionale”, abbiamo scelto di imputarla al 2018 perché ritenevamo fosse la scelta giusta da fare alla luce delle informazioni in nostro possesso e degli accordi intercorsi. Se è stato fatto questo errore, ribadisco che è stato fatto in assoluta buona fede e senza alcuna volontarietà di commettere il falso. Ed questa è la tesi per cui ci batteremo fino all’ultimo grado di giudizio.

Questa sentenza non pregiudica la possibilità di rimanere in carica e, quindi, porterò regolarmente a scadenza il mio mandato, in attesa del giudizio in appello. Come previsto dal nostro regolamento interno, invece, mi autosospendo dal Movimento 5 Stelle, sempre fino al prossimo grado di giudizio che auspico arrivi nei tempi più brevi possibili.

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