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Venerdì, 29 Marzo 2024
Politica Genova

Chiesa chiusa a Natale per protestare contro Salvini

Don Paolo Farinella, parroco di San Torpete, ha deciso di non celebrare il Natale per "obiezione di coscienza" al decreto sicurezza e immigrazione

Niente messa e chiesa chiusa a Natale: è questa la decisione dirompente di don Paolo Farinella, parroco di San Torpete, parrocchia nel cuore di Genova centro-est, per protestare contro il decreto sicurezza.

Don Paolo Farinella lancia anche un messaggio a quei cattolici che "inneggiando Salvini, uomo incolto, senza alcun senso dello Stato e del diritto, sono complici di lesa umanità e di 'deicidio'".

Natale, attacca il prete nella sua newsletter, "non è più Natale cristiano: non più 'memoria' della nascita di Gesù, ma cinico fatto commerciale, mescolato a ripetuti riti e liturgie". I cattolici "si accontentano colpevolmente della favoletta innocua del presepe che, tra oche, animali, mestieri, pupazzi e meccanismi d'ingegneria idraulica, fa del 'mistero fondamentale della fede cristiana', uno "strumento di alienazione a beneficio di bambini e adulti infantili che, pur battezzati, solo in quell'occasione entrano in una chiesa. Turisti del religioso flocloristico".

Il clima buonista, incalza don Farinella, "domina il tempo natalizio, tra babbi-natale, buoi, asini, befane e zampogne". E i cristiani "sono complici del degrado di Natale, perche' la memoria della nascita di Gesu' non c'entra nulla con questo Natale, trasformato in saga paesana di abbuffate tra regali e presepi, mentre accanto 'i poveri Cristi' muoiono di fame e freddo in mare, nei bordelli della Libia, pagati dall'Italia, che fomenta le guerre con l'immondo commercio delle armi, da cui ricava illeciti guadagni". Il cibo "si butta via, mentre sulle stesse strade 'Gesu', il migrante dei migranti' muore di fame e di freddo".

Nel 2018, insiste don Farinella, non si può celebrare il Natale, anche per "obiezione di coscienza" al decreto "spudoratamente conosciuto come decreto sicurezza, sebbene sia un decreto di massima insicurezza e sfregio dei valori e dei sentimenti piu' profondi della democrazia e del diritto. Dietro parole roboanti, confuse e immorali, si nasconde la volontà determinata di colpire 'i migranti', proprio alla vigilia di quel Natale che celebra la nascita di Gesù emigrante perseguitato dalla polizia di Erode, fuggito alla persecuzione, accolto in Egitto e ritornato a stabilirsi a Nazaret, dopo un viaggio allucinante e pericoloso attraverso il deserto del Neghev".

Il decreto Sicurezza è legge: cosa cambia

Tutto questo, è l'attacco a fedeli e a Matteo Salvini, "avviene nel silenzio complice di un mondo cattolico che inneggia a un ministro che dondola un presepe di plastica, sventola un vangelo finto e illude con il Rosario in mano, senza suscitare un rigurgito di vomito dei cosiddetti cattolici da salotto".

In questo anno 2018, "se Gesu', con Maria e Giuseppe, si presentasse da noi per celebrare la sua nascita, col decreto immondo di Salvini, sarebbe fermato alla frontiera e rimandato indietro perche' migrante economico, perche' senza permesso di soggiorno e perche' in Palestina non c'e' una guerra 'vecchia' dal 1948". Insiste don Farinella: "Inneggiando Salvini, uomo incolto, senza alcun senso dello Stato e del diritto, i cattolici sono complici di lesa umanita' e di 'deicidio' perche' ogni volta che si fa un torto sul piano del diritto alla persona del povero, lo si fa direttamente a Gesu' nella carne viva dei migranti. Con quale diritto i cristiani possono pretendere di celebrare il Natale di quel Gesu' che il loro Paese, senza alcuna loro resistenza o protesta, espelle l'Uomo nel Figlio di Dio?"

A pochi giorni del varo di questa legge col voto positivo di Luigi Di Maio "che si fa fotografare mentre bacia il sangue di San Gennaro (povero lui!), come è possibile aprire le chiese e baloccarsi con ninne-nanne, Tu scendi dalle stelle, canti gregoriani, presepi scellerati, quando fuori il vero Cristo e' offeso, torturato, stuprato, vilipeso, venduto, schiaffeggiato, ucciso", si chiede don Farinella. Il decreto Salvini "e' incostituzionale, e 'prima gli italiani' e' un obbrobrio giuridico che fa straccio di secoli di conquiste di civilta' giuridica". E i cristiani "non si vergognano di assistere ed essere conniventi di questo scempio".

Quindi "non ci resta che assumere l'unico gesto di dignita' rimasto: la nostra coscienza opposta come bastione di obiezione totale con atto pubblico, radicale, dirompente e inequivoco: la chiesa di San Torpete in Genova restera' chiusa perche' per un Natale senza Cristo, un Natale senza Dio, perche' Natale senza Uomo". Possa la chiesa, "chiusa per fallimento, stimolare il pensiero e la riflessione dei credenti e quanti hanno coscienza". Le celebrazioni, conclude don Farinella, riprenderanno con l'Epifania.

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