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Sabato, 20 Aprile 2024
Palermo

Il figlio "choosy" si tolse la vita, padre denuncia Fornero

Due anni fa Norman Zarcone si lanciò dal settimo piano della facoltà di Lettere di Palermo. Laureato, non riusciva a trovare lavoro. Dopo l'uscita del ministro al Lavoro sui giovani troppo 'selettivi', papà Claudio ha deciso di sporgere querela

Per molti sarà un'esagerazione. Ma per Claudio Zarcone, sporgere querela contro il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, che ha definito i giovani italiani troppo "choosy", è l'unico modo per evitare "che mio figlio Norman venga ucciso ancora una volta".

Era il 13 settembre del 2010 quando Norman Zarcone, laureato con lode in Filosofia della conoscenza e della comunicazione e dottorando a fine corso "senza borsa di studio", salì come ogni giorno al settimo piano della facoltà di Lettere dell'Università di Palermo. Stavolta, il suo malessere prese il sopravvento: aprì una finestra e si lanciò di sotto. Morì sul colpo.

Quello che tutti hanno raccontanto come un suicidio, per papà Claudio è stato "un omicidio di stato". Pochi giorni prima del drammatico gesto, Norman aveva discusso a casa del suo dramma: laureato, stava per portare a termine un dottorando 'a zero euro'. Le prospettive professionali in questa Italia erano nulle. Da qui, il suo senso di fallimento.

Non passa giorno in cui papà Claudio non faccia di tutto per onorare la memoria del suo Norman. E ora, dopo l'ennesimo attacco proveniente dal Governo ai danni della generazione precaria, "definita di bamboccioni, di sfigati, ora di choosy" Claudio ha deciso di querelare il ministro Fornero.

"Non è più concepibile - è il quotidiano Pubblico a riportare le parole di Claudio Zarcone - che esponenti del governo continuino ad usare una tale terminologia, poiché viene offeso il percorso individuale, umano e professionale di un'intera generazione di talenti che non gode di un nome altisonante".

Queste parole "uccidono ripetutamente mio figlio e delegittimano tutta la sua generazione". Da qui la decisione di sporgere denuncia: per Claudio Zarcone, infatti, le affermazioni del ministro "sono ingiuste e palesemente lesive della dignità di tutti i giovani che, nonostante i titoli scolastici e accademici conseguiti con merito e profitto, maturati anche con grandi sacrifici, personali e familiari, non ottengono riscontro".

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