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Giovedì, 25 Aprile 2024
Il caso

Complotto contro Berlusconi: "Così volevano farmi fuori"

L'ex ministro del Tesoro americano, Timothy Geithner, rivela: "Bruxelles ci chiese di affossare il suo governo, ma dicemmo di no". Il Cav si dice soddisfatto: "Lo sapevo e lo dissi. Ma è una notizia gravissima"

ROMA - C'era un piano per far cadere il premier italiano Silvio Berlusconi, nell'autunno 2011. A proporlo all'allora ministro del Tesoro americano, Timothy Geithner, furono funzionari europei. Gli Stati Uniti però declinarono l'offerta e puntarono invece sull’asse col presidente della Bce Mario Draghi per salvare l’Unione e l’economia globale. A rivelare i retroscena di quello che successe durante la crisi economica che aveva portato l'euro ad un passo dal baratro, è stato Tim Geithner nel suo libro di memorie, Stress Test, come ha riportato il quotidiano La Stampa.

"Ad un certo punto, in quell'autunno - scrive Geithner - alcuni funzionari europei ci contattarono con una trama per cercare di costringere il premier italiano Berlusconi a cedere il potere; volevano che noi rifiutassimo di sostenere i prestiti dell'Fmi all'Italia, fino a quando non se ne fosse andato".

Geithner conferma quello che il Cavaliere dice di sapere da tempo. E infatti Berlusconi non è sorpreso, anzi, si dice "soddisfatto". "Non sono sorpreso. Ho sempre dichiarato che nel 2011 nei confronti del mio governo, ma anche nei confronti del mio Paese, c'è stato tutto un movimento che era partito dal nostro interno ma poi si è esteso anche all'esterno per tentare di sostituire il mio governo, eletto dai cittadini, con un altro governo", ha detto al Corriere.it, intervistato da Alan Friedman. E poi ha aggiunto al Tg5: "Ci fu una precisa volontà di togliere di mezzo un presidente del consiglio democraticamente eletto che contrastava gli interessi sbagliati di altri Paesi, a cominciare dalla Germania". "Già nel giugno del 2011, quando ancora non era scoppiato l'imbroglio degli spread, il Presidente della Repubblica Napolitano riceveva Monti e Passera, come è stato scritto, per scegliere i tecnici di un nuovo governo tecnico e addirittura per stilare il documento programmatico. E poi abbiamo saputo anche che ci sono state quattro successive tappe di scrittura, con l'ultima addirittura di 196 pagine".

"Io - ricorda ancora - avevo la contezza che stesse accadendo qualcosa e avevo anche ad un certo punto ritenuto che ci fosse una precisa regia. Al G-20 di Cannes, addirittura, amici e colleghi di altri paesi mi dissero: 'Ma hai deciso di dare le dimissioni? Perche' sappiamo che tra una settimana ci sarà il governo Monti...'. E l'ha rivelato per esempio Zapatero in un suo libro che riguardava quel periodo".

L'Ue, intanto, fa una precisazione. "Geithner si è riferito a qualcuno altro, certamente non alle istituzioni Ue, non a Barroso, Van Rompuy o Rehn" che, in particolare a Cannes, "hanno difeso l'indipendenza dell'Italia" e "non volevano che andasse sotto amministrazione controllata, come invece chiedevano gli Usa", affermano qualificate fonti della Commissione Ue. Mentre il presidente della Commissione Manuel Barroso ribadisce: "L'Italia era vicinissima all'abisso e al G20 di Cannes alcuni tentarono di metterla sotto la supervisione del Fmi ma sarebbe stato un disastro e noi siamo stati quasi soli a dire che non doveva succedere".

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