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Venerdì, 19 Aprile 2024
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"Insultò Kyenge perché africana": Borghezio condannato a pagare risarcimento di 50mila euro

Il leghista era finito sotto processo per le parole espresse durante un'intervista rilasciata a "La Zanzara" di Radio 24, il 29 aprile 2013, pochi giorni dopo la nomina di Cecile Kyenge a Ministro dell'Integrazione dell'esecutivo presieduto da Enrico Letta

Mario Borghezio "ha attaccato e denigrato" l'ex ministro Cecile Kyenge con parole che non rientrano nella critica "di natura politica" ma soltanto a causa "della sua origine africana". Ecco perchè l'europarlamentare della Lega Nord è stato condannato dal Tribunale di Milano a versare all'ex ministro del governo Letta un risarcimento di 50 mila euro e a pagare una sazione pecuniaria da 1.000 euro. I giudici della Quarta Sezione Penale lo evidenziano nelle motivazioni della sentenza che, a maggio scorso, ha portato alla condanna del dirigente piemontese del Carroccio per diffamazione aggravata dalla discriminazione razziale.

Insulti a Cecile Kyenge

Borghezio è finito sotto processo per le parole espresse durante un'intervista rilasciata a "La Zanzara", nota trasmissione radiofonica di Radio 24, il 29 aprile 2013, pochi giorni dopo la nomina di Cecile Kyenge a Ministro dell'Integrazione dell'esecutivo presieduto da Enrico Letta. Insulti come "gli africani sono africani e appartengono a un'etnia molto diversa dalla nostra", oppure "non siamo congolesi, abbiamo un diritto ultramillenario". E ancora "Kyenge fa il medico, gli abbiamo dato un posto in una Asl che è stato tolto a qualche medico italiano".

"Non si può dire che l'intervista abbia qualcosa a che fare con la satira", sottolineano i giudici milanesi che precisano: "il messaggio di Borghezio non è solo di natura politica ma si traduce in disprezzo verso la persona offesa a causa della sua origine africana". Se infatti "Borghezio ha attaccato e denigrato la figura della Kyenge", lo ha fatto "non per le sue effettive competenze in materia politica o professionale, ma perchè ritiene la inferiorità della sua razza". Perciò, conclude il Tribunale di Milano, "non sono prospettabili interpretazioni alternative al senso dispregiativo delle parole di Borghezio nei confronti della Kyenge".

Borghezio: "Sentenza politica"

"La motivazione della 'sentenza Kyenge' conferma il carattere politico di un processo che vede Borghezio il solo sanzionato fra i tantissimi parlamentari, italiani ed europei, che si espressero negativamente sul ruolo governativo di Cecile Kyenge". Lo ha affermato, in una nota, l'europarlamentare della Lega nord Mario Borghezio, secondo cui "non si vede come sia giustificabile" "l'esorbitante entità del risarcimento" a lui richiesto, "se non nel quadro di una sanzione di natura politica, visto che la persona in oggetto non ha certo avuto danni dalle mie critiche politiche, se mai vantaggi, visto la successiva promozione all'importante ruolo al Parlamento Europeo".

Nelle motivazioni della sentenza depositata oggi si legge che Borghezio "ha attaccato e denigrato" l'ex ministro Cecile Kyenge con parole che non rientrano nella critica "di natura politica" ma soltanto a causa "della sua origine africana". Per questo motivo, in sostanza, l'europarlamentare della Lega Nord era stato condannato nel maggio scorso dal Tribunale di Milano per diffamazione aggravata dalla discriminazione razziale e a versare all'ex ministro del governo Letta un risarcimento di 50 mila euro e a pagare una sazione pecuniaria da 1.000 euro.

"Come qualificare penalmente rilevanti - ha chiesto oggi Borghezio in una nota - valutazioni che un'immensa letteratura storica e scientifica avvalora sulle profonde differenze fra la civiltà europea e quella africana?". "Sia detto senza acrimonia - ha concluso - ma come pura critica politica, la Signora brilla per assenza persino quando, come in questa settimana, il Presidente del Parlamento Europeo aveva convocato in assemblea straordinaria tutti i rappresentanti della diplomazia europea, moltissimi dei quali in Africa, a discutere sul ruolo dell'Europa nei rispettivi Paesi, con un apposito panel dedicato specificatamente all'Africa, in cui - a differenza della citata Signora impegnata ancora nelle sue lunghe vacanze - il sottoscritto era ovviamente presente. E poi ci domandiamo perché l'Italia sostenga così pochi progetti per l'Africa".

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