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Giovedì, 28 Marzo 2024
Lo scenario

Vito Crimi pronto a tornare alla guida: cosa succede nel M5s

L’indiscrezione dopo la riunione dei deputati pentastellati alla Camera

La voce arrivata all’orecchio di diversi eletti è che Vito Crimi si sarebbe reso disponibile a tornare a guidare il Movimento da "capo politico". Sarebbe una delle opzioni sul tavolo dei vertici 5 stelle. L’indiscrezione emerge nella riunione in video call tenutasi ieri pomeriggio fra i deputati pentastellati alla Camera. Un incontro nel quale non era previsto che venissero prese decisioni o che si raggiungesse un verdetto di alcun genere. Per i deputati è stata un’occasione di confronto, in un momento nel quale il Movimento sembra entrato in una impasse, dopo la ordinanza cautelare con cui il tribunale di Napoli ha sospeso la presidenza di Giuseppe Conte.

In realtà l’ex Presidente del Consiglio aveva già in tasca la soluzione. Il problema è che poi è arrivato l’"altolà" del solito padre politico, di fronte al quale nessuno riesce mai davvero ad emanciparsi. Con il post Facebook di ieri, Beppe Grillo ha imposto il silenzio a tutto il Movimento e messo all’angolo Conte, convinto di poter superare la decisione dei giudici con nuove elezioni. Non è così. Vuole decidere Grillo adesso e non è scontato che lui, in qualità di garante del Movimento, possa pensare ad un ritorno di "Crimi". Ci sono però dei dubbi sul fatto che l'ex capo politico pro tempore possa tornare. Se con l’ordinanza si torna davvero al vecchio statuto, allora sarebbe decaduto Crimi, in quanto lo è anche il comitato di garanzia che lo reggeva, fra esponenti nel frattempo dimessi (vedi Di Maio) e chi ha ottenuto incarichi istituzionali ed è diventato incompatibile con il vecchio ruolo. Insomma, la faccenda è complessa e tutti sono inginocchiati all’altare in attesa che l’oracolo Grillo indichi la via. 

I deputati M5s in riunione, fra sfoghi e punti di vista

La riunione fra deputati poi è stata anche l’occasione per scambiarsi delle opinioni nel merito di quanto accaduto. E fra gli eletti c’è qualcuno convinto che la decisione delle toghe partenopee, non solo sia sbagliata, ma che rappresenti anche una pericolosa invasione di campo della magistratura all’interno dei partiti. "Che succederebbe se ogni giorno un magistrato può andare a decidere se sono giuste o no le regole interne dei partiti?" ha tuonato con preoccupazione uno degli onorevoli. Un tema, quello del rapporto fra politica e magistratura, da sempre di attualità in Italia. Per altri poi è arrivato il momento di essere più cauti su come comunicare all’esterno, soprattutto tramite social. Oggi più che mai sarebbe di vitale importanza puntare a comunicare il lavoro fatto nelle aule e nelle commissioni, piuttosto che rispondere a questioni interne. 

Intanto sono ore in cui Grillo, Conte e altri tra i vertici M5s stanno cercando di capire che cosa fare. La votazione di ratifica ipotizzata fin da subito dall’avvocato è in stand by. Sicuramente per la maggior parte degli eletti resta la strada migliore da percorrere. Come ha scritto su Twitter il sottosegretario all'Interno, Carlo Sibilia, "possiamo rifare quella votazione altre 100 volte, con qualsiasi piattaforma esistente, gli iscritti sceglieranno di avere una leadership e di affidarla a Giuseppe Conte per il lavoro che ha fatto da premier". 

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