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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Conte-Draghi: i tre motivi per cui il leader del M5s non farà cadere il governo

Domani pomeriggio i due si incontreranno, finalmente, dopo giorni di contatti a distanza: il governo dovrebbe reggere, ecco perché

Strappa o non strappa? "51 per cento restiamo, 49 per cento usciamo", è la previsione di un fedelissimo del presidente del M5S riportata oggi da un quotidiano. Domani pomeriggio si incontreranno, finalmente, dopo giorni di contatti a distanza, Mario Draghi e Giuseppe Conte. Il premier ha lasciato intendere che non esiste una maggioranza diversa da quella attuale per la sopravvivenza di questo esecutivo.

L'incontro tra Conte e Draghi è decisivo

Il leader del M5s, ancora scottato per le presunte intromissioni di Draghi nella vita interna del M5s (addirittura evoca la sua mano dietro la scissione di Luigi Di Maio) non ne vuole fare una questione personale ma di temi, di politica. O almeno, ci proverà. Chiederà che non si proceda all’invio di armi a lunga gittata all’Ucraina, dirà no al termovalorizzatore a Roma, sì a un'accelerata sul salario minimo, no totale alle modifiche al reddito di cittadinanza (un rischio concreto). Conte ha convocato per domattina il Consiglio nazionale del M5s. Vuole arrivare all’appuntamento con Draghi, fissato per le 16 a meno di ulteriori rinvii, con un mandato pieno dei suoi. Ne va, è la sensazione di molti, della futura credibilità dei pentastellati. Leggendo i giornali domenica mattina, tutto fa pensare che lo strappo si ricucirà, e ci sono tre elementi precisi che portano a crederlo. 

Primo, pare che il Movimento 5 stelle non chiederà a Draghi di prorogare il superbonus al 110%, su cui il premier si è pronunciato più di una volta pubblicamente contro. Un segnale di apertura importante dopo le frizioni passate. Se dal M5s fanno trapelare questo, è perché si vuole mettere in chiaro che non c'è una vera volontà di andare allo scontro.

Secondo, Palazzo Chigi appare dispostissimo ad andare incontro a Conte per quel che riguarda il reddito di cittadinanza, con la cancellazione dal testo finale del Dl Aiuti, sul quale probabilmente verrà messa la fiducia, dell’emendamento approvato in commissione con il voto di tutti i partiti tranne il M5s. Emendamento che prevede che tra i rifiuti che possono costare la perdita del beneficio viene incluso anche il "no" a un'offerta congrua a chiamata diretta da un datore di lavoro privato. La difesa a oltranza del reddito di cittadinanza "contro tutto e tutti" ha le caratteristiche di una perfetta carta da campagna elettorale per i pentastellati.

Terzo, a Conte conviene tergiversare, e rimandare a settembre, dopo la pausa estiva, eventuali scelte più definitive: infatti da allora in poi sarà difficile, per non dire impossibile, sciogliere subito le Camere per via della sessione di bilancio a quel punto ormai alle porte. In tal modo i pentastellati passerebbe gli ultimi mesi di legislatura dentro al governo ma con un piede nell’opposizione, dal quale "picconare" l'esecutivo a piacimento, nell'antipasto di una campagna elettorale per le politiche 2023 che si preannuncia più velenosa che mai. Resta da capire se Draghi lo permetterà: per perseguire una strategia del genere a Conte serviranno qualità politiche e doti da equilibrista sopraffine. Resta da capire se l'avvocato originario di Volturara Appula sia in grado di farlo e riportare così il M5s verso quel 15 per cento che sembra l'obiettivo minimo per pesare ancora per davvero nella prossima legislatura, sempre che il "campo largo" con il Pd non collassi prima di fine anno per le divergenze tra i due partiti.

Di Maio sta con Draghi. Calenda caustico

"Qualcuno cerca il pretesto per creare un incidente", ma votare ora "porterebbe il Paese nel baratro", è "da irresponsabili indebolire il premier". Lo ha dichiarato Luigi Di Maio, ministro degli Esteri, intervistato dal Corriere della Sera.

"Sulla crisi di governo ci auguriamo che prevalgano in tutti i leader di partito responsabilità, serietà e senso delle istituzioni - ha detto -. Temo però che qualcuno stia solo cercando il pretesto per generare l'incidente di percorso. Sarebbe grave, perché premeditare un incidente per andare al voto anticipato significa non comprendere che siamo davanti a una situazione emergenziale". "Tutti ci ricordiamo del Papeete - ha proseguito -, ho paura che qualcuno voglia emulare quel gesto. Andare al voto adesso significa bruciare i fondi del Pnrr e rischiare di andare in esercizio provvisorio perché non potremmo approvare la legge di bilancio. Invece di trasformare questa fase in un momento di ripresa, porteremmo il Paese nel baratro".

''Giuseppe Conte fa solo sceneggiate, penso stia andando in scena uno spettacolo indegno sulle spalle del Paese'', commenta il leader di Azione Carlo Calenda, ospite del 'Caffè della domenica' su Radio 24. ''Non credo che sarà un agosto con un altro Papeete Beach'', ha aggiunto Calenda alla vigilia dell'incontro tra il leader del Movimento 5 Stelle e il premier Mario Draghi.

Domani sera il quadro si sarà chiarito. Fino alla prossima polemica.

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