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Martedì, 23 Aprile 2024
Politica

Il vincitore Matteo Renzi e il nuovo governo con Maria Elena Boschi

Il leader di Italia Viva ha ottenuto le dimissioni di Conte. Ma adesso per lui si apre un'altra partita. Che prevede la scelta di un nuovo premier attraverso l'intesa con Berlusconi. O un ritorno in maggioranza alle sue condizioni. La prima riguarda la sua fedelissima

Alla fine ha vinto lui, per ora. Matteo Renzi voleva le dimissioni di Giuseppe Conte e le ha ottenute visto che l'avvocato si presenterà oggi al Colle per rassegnarle davanti a Sergio Mattarella. Ma ora per Italia Viva si apre una nuova partita infinitamente più impegnativa. Che potrebbe ribaltare il risultato se Conte dovesse ottenere un nuovo incarico, con o senza il partito del senatore di Scandicci in maggioranza. Anche se il Pd continua a offrirgli di tornare. Mentre il M5s chiude. E intanto si terrà domani l'assemblea dei gruppi renziani. E resta un clima di prudenza. "Da parte nostra non c'è nessun veto", si ribadisce.

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Renzi ha la certezza, e l'ha detto in più occasioni, che la crisi al buio che si apre ufficialmente oggi non sfocerà in nuove elezioni. Perché non le vuole il Partito Democratico e non le vuole nemmeno il MoVimento 5 Stelle in primo luogo, e poi perché anche dentro Forza Italia i timori di un bagno di sangue si fanno sempre più vivi. Per questo la scommessa dell'ex premier è quella di un nuovo governo purchessia, ovvero con o senza Conte premier. L'alternativa prossima è quella che Dem e altre forze sparse hanno prospettato all'inquilino di Palazzo Chigi: una nuova maggioranza anche con Renzi dentro ma senza che sia più l'ago della bilancia. Ma questa ipotesi si scontra con un dato di fatto: al gruppo di sostegno che lo mantenesse a Palazzo Chigi il premier ha lavorato fino a ieri senza trovare i numeri. E se non li ha trovati fino ad oggi, perché dovrebbe trovarli a partire da domani?

Governo di salvezza nazionale: al Conte-Ter serve Renzi che non lo vuole (ma Berlusconi ha un piano segreto)

Ecco perché Renzi intanto lavora ad altre ipotesi. Con l'arrivederci (o l'addio?) di Conte a Palazzo Chigi ha scongiurato, per ora, il rischio che il suo gruppo si sfaldasse a Palazzo Madama e di vedere trasmigrare i suoi senatori in maggioranza. Se davvero adesso l'Avvocato dovesse ottenere un nuovo incarico da Mattarella, la prima mossa di Renzi sarà quella di intavolare una trattativa con lui per rientrare in maggioranza al suo prezzo. Altrimenti è già pronta un'alternativa, raccontata oggi nei retroscena dei giornali: un nuovo premier e la stessa maggioranza. Qualche tempo fa Renzi aveva fatto trapelare il nome dell'arcinemico Dario Franceschini come nuovo inquilino di Palazzo Chigi. Ora, secondo i retroscena, sarebbe pronto a lanciare una bomba sul tavolo della trattativa: quello di Luigi Di Maio. 

La tattica in questo caso prevede l'ascesa dell'anatra zoppa per eccellenza a Palazzo Chigi (il ministro degli Esteri ha già lasciato l'incarico di Capo Politico del MoVimento 5 Stelle dopo gli insuccessi elettorali) e, insieme, la formazione di un nuovo governo le cui issues sarebbero quelle che i grillini vedono come il fumo negli occhi: addio al "manettaro" Alfonso Bonafede, Mes, riforma del reddito di cittadinanza. Ma, fa sapere oggi La Stampa, ci sono anche altri nomi sul tavolo. E nuove maggioranze che si porterebbero dietro. Uno è quello dell'ex presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi. Un altro è quello dell'ex presidente della Corte Costituzionale Marta Cartabia. Entrambi i nomi avrebbero il sostegno di Silvio Berlusconi e sarebbero di certo malvisti da Matteo Salvini e Giorgia Meloni. 

Ora Conte ha paura

Un nuovo premier per Matteo

Altrimenti circola anche il nome di Carlo Cottarelli: con lui, ricorda il quotidiano, si tornerebbe alla casella iniziale della legislatura quando venne indicato da Mattarella ma poi passò la mano a Conte e alla maggioranza giallo-verde. Con un nuovo premier e una nuova maggioranza si aprirebbe per i renziani una prateria per i posti di governo. Anche perché sarebbero destinati a cadere i veti del M5s. Come quello su Maria Elena Boschi. Che, scrive oggi il Mattino, potrebbe rientrare in gioco anche in caso di un nuovo esecutivo guidato da Franceschini e Guerini e sorretto da una maggioranza Ursula. In questo caso il ministero dell'Interno potrebbe andare a Ettore Rosato e quello del Lavoro a Maria Elena Boschi. 

Renzi ieri pomeriggio mandava segnali che portavano ad un esecutivo guidato da Franceschini e Guerini e sorretto da una maggioranza Ursula. Riunirà i parlamentari questa sera o domani mattina ma per ora non ha intenzione di consegnare a Conte una delega in bianco.

Per Conte invece un ritorno con Renzi è da escludere, l'unica via percorribile resta quella dei 'volenterosi' con cui sostituire la pattuglia di renziani. Su questo, raccontano, il premier appare irremovibile. Ma il Pd sembra non essere così indifferente alle sirene di Italia Viva. Almeno pezzi del Pd. Quando si parla di maggioranza 'ampia' si intende anche Iv? Ambienti parlamentari dem fanno notare che, se le dimissioni di Conte sbloccassero i nuovi gruppi a sostegno dell'avvocato, il rientro di Iv potrebbe essere gestito togliendo centralità a Matteo Renzi. Ma questo era il piano di una settimana fa. Nel frattempo è fallito. 

Perché Conte si dimette e cosa succede adesso

 "Conte è il punto di equilibrio di questa maggioranza, il governo che verrà dovrà avere un confine molto chiaro, dovrà essere un governo europeista". Lo dice Deborah Serracchiani, vicepresidente del Pd, a 'L'aria che tira' su La7. Più facile fare la maggioranza con i centristi o riparlando con Renzi? "Noi dobbiamo parlare con tutti, non ne facciamo una questione personale", replica Serracchiani.  "Colui che ha scoperchiato la casa durante un temporale è bizzarro che oggi diventi l'architetto di una copertura in vetro, noi chiediamo invece ai parlamentari di Itala Viva di sostenere un'azione di rilancio", sostiene invece il capogruppo M5s alla Camera Davide Crippa. Alla domanda se si tratta allora di un sì a Italia Viva senza Renzi, Crippa ammette che si stratta di una richiesta "sicuramente complicata".

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