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Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica

La telefonata: perché Renzi ha detto no a Conte e ora punta su Fico

Italia Viva chiede a Mattarella un mandato esplorativo per il presidente della Camera. Ufficialmente per non bruciare l'Avvocato del Popolo e definire un programma. Ma la strategia potrebbe invece essere diversa. E portare al cambio dell'inquilino di Palazzo Chigi

Ieri i giornali avevano scritto che Matteo Renzi si era lamentato che nessuno lo consultasse durante la crisi di governo (in realtà l'espressione riportata era più colorita) e ieri Giuseppe Conte ha prima inviato un sms e poi chiamato il leader di Italia Viva. Ma intanto la delegazione di Iv aveva già detto no al Quirinale sull'ipotesi di un nuovo mandato per l'avvocato, proponendo invece un mandato esplorativo per una figura istituzionale, individuata nel presidente della Camera Roberto Fico. Mentre Emma Bonino si schiera dicendo no a Conte e aprendo a una donna (Cartabia?) e il Pd Marcucci tiene il punto sul premier dimissionario.

La telefonata: Renzi dice no a Conte e punta su Fico 

Le cronache raccontano che tra i due c'è stato uno scambio di messaggi e riportano anche una battuta di Renzi all'indirizzo di Conte: "Dovrai diventare vegano...". Il riferimento del senatore di Scandicci è a al senatore ex MoVimento 5 Stelle Lello Ciampolillo, che qualche giorno fa dopo aver votato la fiducia ha dichiarato a Un giorno da pecora di averlo proposto a Conte ricevendo in cambio una risposta interlocutoria: "L'alimentazione vegetale fa bene a tutti. E lui mi ha risposto: 'ci penserò, mi interessa'". A convincere Conte a fare la famosa  telefonata che Iv chiede da settimane sarebbero stati gli ambasciatori della maggioranza, in extremis. I renziani infatti parlano di una chiamata 'last minute', poco prima che la delegazione Iv salisse al Colle. La diplomazia renziana fa sapere che il gesto è stato apprezzato ma "se lo avesse fatto prima...". Un passaggio del contenuto della telefonata lo divulgano fonti Iv: "Conte ha chiamato Renzi. Renzi gli ha spiegato di non avere problemi personali, ma enormi questioni politiche con lui", si legge.

Il colloquio tra i due non ha cambiato molto visto che i renziani sono restati sul punto del mandato esplorativo: "La richiesta di un mandato esplorativo era l'unico modo per tenere in piedi il tentativo... altrimenti oggi avremmo dovuto dire no a Conte". In ambienti renziani si argomenta così la mossa. Perché le condizioni ora per un incarico a Giuseppe Conte non ci sono visto che "prima di tutto c'è da chiarire politicamente se c'è la maggioranza". Prima quindi un mandato esplorativo. Poi quello vero. Nel caso fosse questa la scelta del capo dello Stato, il principale indiziato è il presidente della Camera. Secondo quanto si sostiene tra i renziani, il tentativo Fico dovrebbe servire a sciogliere i nodi sul tavolo - politici e di programma - e quindi sul nome di "chi guida la macchina", per seguire la metafora di Renzi oggi. 

E Renzi, scrive l'AdnKronos, detta anche il timing del percorso alla maggioranza e a Conte. Così: "Prima si sceglie dove andare, poi con quale mezzo, poi si sceglie con quali persone e poi chi guida. Non siamo ancora a scegliere chi guida, ancora non siamo lì". E aggiunge: "Noi non abbiamo fatto il nome di Conte perché riteniamo che siamo in una fase precedente. Le idee di Italia Viva servono o no? Abbiamo subito quindici giorni di fango, una guerra a cui non abbiamo risposto. Prima parliamo di contenuti e poi arriviamo alla discussione sui nomi. Devono dirci se vogliono stare con noi o no, e devono confrontarsi sulle idee, non sui tweet o gli hashtag".  

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Mandato esplorativo: come Renzi vuole fermare Conte oggi (per incaricarlo domani?)

Secondo questo schema piuttosto arzigogolato quindi il presidente della Repubblica Sergio Mattarella dovrebbe incaricare il presidente della Camera Roberto Fico di effettuare consultazioni con i partiti allo scopo di convergere su un programma fatto di obiettivi; finito questo lavoro, che porterebbe alla ricomposizione della maggioranza con Italia Viva (e magari con qualche acquisto nel gruppo degli Europeisti per lasciare al governo un margine più ampio al Senato), Fico dovrebbe rimettere il mandato che verrebbe a quel punto preso da Conte per completare l'opera, ovvero il Conte-Ter. Inutile dire che se Fico trova un accordo su un programma non si capisce perché poi dovrebbe essere Conte ad attuarlo.

La mossa "interlocutoria" di Renzi potrebbe servire sì a guadagnare tempo (che però in questo momento potrebbe aiutare più Conte che lui, visto che se l'ipotesi di elezioni si avvicina si ingrossano contemporaneamente le fila di chi non le vuole: lo stesso Luigi Vitali ieri ha confessato di essere tornato in Forza Italia perché Berlusconi e Salvini gli hanno detto che non si sarebbe andati a votare), ma soprattutto a costruire una maggioranza su un nome alternativo a quello dell'avvocato. Insomma, quella di Renzi, a dispetto della tesi di non voler incaricare subito Conte per non bruciarlo, sembra invece una strategia ben definita per salutare l'attuale (e dimissionario) presidente del Consiglio. O almeno questa è un'interpretazione possibile e forse anche molto probabile. 

Per questo, come riporta oggi Repubblica, invece in ambienti del Partito Democratico si sostienela tesi che invece già stasera Conte potrebbe avere un reincarico, o in subordine un mandato esplorativo. 

Una tesi che non ha trovato conferme. Oggi dipenderà molto da quel che diranno i Cinquestelle. Se diranno a Mattarella che non intendono ricucire con Renzi, allora il banco salta, e l’ipotesi del mandato esplorativo perde valore. Se invece, come sembra, i Cinquestelle non porranno pregiudiziali, allora si apre una partita nuova. Che ha tre epiloghi: o un Conte ter, su basi nuove, oppure un altro premier a capo di una maggioranza giallorossa, o infine un governo istituzionale, non escluso ieri da Renzi, che salvi almeno il Recovery.

La consultazione delle 17 sarà quindi decisiva per quella che potrebbe essere un'accelerazione della crisi verso una soluzione interlocutoria, ovvero non definitiva. Se il piano dei renziani è davvero quello di concludere la crisi al buio riportando Conte a Palazzo Chigi ma alle loro condizioni, allora davvero stasera si andrà verso un incarico. A Conte, se Pd e M5s avranno convinto Mattarella. A Fico, se invece a vincere questa partità sarà Renzi. 

Gli scenari per la soluzione della crisi e le ipotesi Cartabia o Draghi

Ad oggi quindi gli scenari per la soluzione della crisi al buio apertasi con le dimissioni di Conte rimangono quelli descritti nei giorni scorsi: 

  • il Conte-Ter con Italia Viva, che riporterebbe le lancette dell'orologio alla fine di dicembre ma con un forte rimpasto di governo e  l'entrata di nuovi ministri con la componente renziana che avrebbe un peso diverso;
  • il Conte-Ter con i Responsabili al posto dei renziani, che per ora pare un'ipotesi saltata visto che i numeri non ci sono;
  • un governo M5s-Pd-Italia Viva senza Conte, magari alla fine dell'"esplorazione" di Roberto Fico;
  • un governo di larghe intese che potrebbe coinvolgere il centrodestra (e perdere il M5s?);
  • un governo istituzionale o del presidente, che regga il paese fino alla fine dell'emergenza;
  • le elezioni. 

In questa ottica rientra la possibilità di vedere incaricata Marta Cartabia, presidente emerita della Corte Costituzionale, oppure l'ex presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi, il cui nome spunta spesso in queste discussioni. Repubblica oggi ricorda le parole del banchiere centrale di qualche tempo fa: "Le mie convinzioni - disse nel 2015 in una intervista al giornale tedesco Die Zeit - rientrano in quelle idee che oggi verrebbero definite del socialismo liberale, quindi non proprio collocabili in raggruppamenti estremi". E riferisce che ieri Draghi ha passato la giornata nel suo ufficio da “emerito” nella sede della Banca d’Italia a Via Nazionale, a pochi passi dal Quirinale. Non ci sarebbe nemmeno tanta strada da fare. 

EDIT ore 8: Sulla crisi in un'intervista rilasciata a Repubblica oggi Emma Bonino dice la sua su Pd, 5Stelle e Leu, che hanno blindato Conte per il quale chiedono un nuovo incarico, ''è impressionante - afferma l'ex ministra degli Esteri - che questi tre partiti della maggioranza non riescano a pensare a una personalità politica più autorevole. Ci vogliamo mettere davanti alle necessità di questo Paese? Servono un piano vaccinazioni credibile, un piano scuola, la ripresa e il rilancio del lavoro con l'utilizzo dei fondi europei di Next generation Eu. Non si può continuare così. Basta fare un giro negli ospedali o parlare con le famiglie, con le aziende che chiudono, con i disoccupati. Aggiungo che il Recovery Plan che circola dal 12 gennaio è improponibile va corretto rapidamente. Mi accusano di volere far vincere Salvini e Meloni: è il contrario. Vincono con un governo che tira a campare''. Una 'maggioranza Ursula'? ''È una allocuzione un po' per iniziati - conclude - Allude alla maggioranza che ha eletto Ursula von der Leyen presidente della commissione Ue con socialisti, liberali e una parte del Ppe, senza Salvini e Meloni. Sarei molto felice se accadesse con una donna in Italia''.

EDIT ore 8,08: "Sarà che sono un indomito ottimista, ma credo che i problemi programmatici e le esigenze di rilanciare l'azione di governo con un patto di legislatura non impediscano un accordo. Lo stesso Pd aveva sollevato i temi di gestire meglio il Recovery plan e di avere una campagna vaccinale efficiente. Così come l'esigenza di gestire la crisi sociale. Poi, la situazione è talmente grave che certo c'è un forte appello al senso di responsabilità di tutti". Lo dice, intervistato da, La Stampa, Andrea Marcucci, capogruppo del Pd al Senato. Considera inoltre "positiva la telefonata tra Matteo e Giuseppe". Marcucci inoltre non esclude un reincarico a Conte: "Io esco - sottolinea - dalla giornata odierna con la convinzione che si possa lavorare su un'ipotesi di reincarico a Conte, che potrebbe avere anche un placet da Renzi". Secondo il capogruppo del Pd inoltre non è vero che il reincarico non abbia il placet di Renzi. "Ma invece - riferisce - risulta che non siano stati posti i veti e quindi la telefonata ha sbloccato qualcosa: in una telefonata c'è chi telefona, ma anche chi risponde...".   "Io credo - afferma - che sia evidente a tutti l'esigenza di fare presto, non può essere una crisi gestita in mesi o settimane lunghe di trattativa. Il paese richiede tempi rapidissimi, il presidente deve concludere il suo giro di consultazioni e poi trarrà le conclusioni, ma mi sembra che la volontà sia di agire in tempi rapidi". "L'esigenza di verificare una disponibilità di condividere un percorso ovviamente c'è, se si vuole dare spazio ad un progetto ambizioso di legislatura. Questa - aggiunge - deve emergere con chiarezza e credo che il presidente lo stia verificando. Alla fine, domani o stasera ci dirà se ci sono le condizioni per un incarico e ci auguriamo di sì. Dopo aver capito che non ci sono veti da parte di Iv a rientrare in maggioranza, vuole capire se ve ne sono nei confronti di Iv. Sicuramente non dal Pd".  

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