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Mercoledì, 24 Aprile 2024
La crisi di governo

Mes, reddito di cittadinanza e resistenza M5s: tutti i nodi che bloccano il Conte ter

Fico è atteso entro domani al Quirinale per riferire l'esito degli ultimi tre giorni di consultazioni. I renziani avrebbero posto il tema di utilizzare almeno una parte delle risorse del Fondo salva stati. Duro il no dei 5 stelle che invece vorrebbero completare la riforma degli ammortizzatori sociali

Italia viva chiede di mettere nero su bianco che il prossimo governo faccia richiesta delle linee di credito del Mes sanitario. La richiesta al tavolo sul programma di governo, in corso a Montecitorio. Il tema, a quanto si apprende, è stato posto dai rappresentanti renziani, che hanno aperto anche a una richiesta parziale del prestito, previa valutazione delle misure da finanziare. Netto il No del M5s: sarebbe questo il principale nodo che al momento impedisce la nascita di un nuovo governo Conte. 

Non a caso sia l'ex ministro di Iv Teresa Bellanova a agitare lo spauracchio Draghi. "Sono per un governo politico ma non a tutti i costi: se c'è una sintesi si fa un governo politico altrimenti sarà un governo istituzionale - ha detto intervenendo in diretta al Tg4 -Nutro una stima profonda per Mario Draghi, ma sono tra quelli che dicono di non tirare in un tritacarne persone che al momento non sono dentro al tavolo".

I lavori sul programma in corso dovrebbero andare avanti questa sera fino alle 21, per riprendere domani mattina. "Non è facile risolvere in poche ore quello che non è stato risolto in mesi", sottolinea un parlamentare di maggioranza. Anche perchè i nodi sul tavolo sono molti. Il primo è di ordine metodologico: Italia viva pretende che dal confronto si esca con un documento scritto, gli altri partiti no.

Aggiornamento 20:30 - A quanto apprende l'Adnkronos, i contatti e i colloqui bilaterali tra i 'pontieri' in campo non avrebbero prodotto passi avanti. Anzi. In particolare, da ambienti renziani, si stigmatizza un irrigidimento dei 5 Stelle. La situazione si è incartata.

"Serve discontinuità -dicono da Italia Viva - e le condizioni poste da M5S sono giudicate irricevibili".

La resistenza m5s

La crisi di governo innescata da Matteo Renzi compatta la 'fronda', di cui fanno parte persone storicamente vicine ad Alessandro Di Battista come la senatrice Barbara Lezzi. Proprio l'ex ministra, in un post su Facebook datato 14 gennaio, arriva a minacciare le dimissioni qualora il M5S dovesse tornare al governo con Italia Viva: "Ad un nuovo governo con i renziani non darò la mia fiducia. Naturalmente, come ho sempre fatto, me ne assumerei tutte le responsabilità lasciando il mio posto in Senato a disposizione".

Quando il capo politico Vito Crimi il 29 gennaio, al termine delle consultazioni al Quirinale, annuncia la caduta del veto posto dal M5S sul partito di Renzi, la compagine parlamentare grillina entra in fibrillazione: "Se ci trasformiamo in dorotei ne prenderò atto e tornerò a casa. Io sono in una casa politica per fare la 'guerra' per il cambiamento: se il cambiamento questa casa politica non lo vuole più fare, non escludo le dimissioni", le parole del presidente dell'Antimafia Morra. Il resto è storia recente. Sabato 30 gennaio l'Adnkronos dà la notizia di una riunione 'segreta' della fronda, composta da circa 20 pentastellati, che si sarebbe dovuta tenere l'indomani in videoconferenza, a partire dalle ore 10. La fuga di notizie crea scompiglio e l'assemblea virtuale viene sconvocata. Sparisce anche la chat "la resistenza", utilizzata dai frondisti per coordinarsi e fissare le riunioni. Secondo il 'Corriere della Sera', però, i contatti tra i ribelli sarebbero andati avanti ugualmente, nonostante i rumors. "Il ritorno dei renziani al governo viene ormai considerato ineluttabile anche dai 'duri e puri', anche perché a tutti è noto che non ci sono i numeri. Ora va fatta una battaglia sui temi storici del Movimento, che nel prossimo governo dovranno essere difesi con le unghie e con i denti", spiega un pentastellato. Il timore è che il leader di Italia Viva possa alzare il prezzo sempre di più.

"Sarà inaccettabile qualsiasi ricatto e aumento del potere negoziale di Matteo Renzi", scrive sui social il deputato M5S Cristian Romaniello, che aggiunge: "Non mi sconvolge lo scenario di un rientro di Iv, ma pretendo che ci sia un equilibrio basato sulla legittimità, sulla volontà espressa dai cittadini". "Dico solo che l'atteggiamento di Renzi, in un momento così delicato come quello che stiamo vivendo, mentre siamo in piena sofferenza sanitaria ed economica, ha dimostrato la totale inaffidabilità di questa persona", afferma invece la senatrice M5S Rosa Silvana Abate, interpellata dall'Adnkronos. A chi le chiede se voterà la fiducia al nuovo esecutivo, la pentastellata risponde: "Massima fiducia nel premier Conte e nei colleghi M5S seduti al tavolo delle trattative, poi ognuno di noi farà le sue considerazioni. Quello che è successo è sotto gli occhi di tutti. È tutto in itinere: vediamo quello che verrà fuori".

Il punto del Mes che ferma il Conte Ter

Intanto il tavolo programmatico convocato dal presidente della Camera Roberto Fico prosegue a oltranza: il dibattito tra i gruppi va avanti punto per punto su tutti i temi di confronto della maggioranza. Tra gli argomenti toccati, la Sanità e i fondi del Mes. Italia Viva ha ribadito la posizione espressa in questi ultimi giorni: ci vogliono più risorse per la Sanità e quindi il Mes serve, anche in forma parziale. Una posizione non distante da quella che avrebbe espresso il Pd, soprattutto sulla necessità di destinare finanziamenti alla Sanità.

Il M5S avrebbe invece confermato la sua posizione di chiusura sul ricorso alla linea di credito del fondo salva-Stati. 

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