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Martedì, 23 Aprile 2024
Politica

Conte-ter: un nuovo governo in arrivo (con Renzi ministro?)

Il premier apre per la prima volta all'ipotesi di un rimpasto nell'esecutivo. Che potrebbe avere anche un ritorno a sorpresa: quello di Renzi ministro. L'alternativa è lasciare Palazzo Chigi a Draghi. Ma questo farebbe esplodere la maggioranza 

"Sono pronto al confronto con le altre forze politiche": con queste poche parole ieri il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha aperto alla verifica tra le forze di maggioranza che potrebbe portare a una terza edizione del suo governo. Che potrebbe avere anche un ritorno a sorpresa: quello di Matteo Renzi nelle vesti di ministro. 

Conte-ter: un nuovo governo in arrivo (con Renzi ministro?)

Naturalmente il premier per ora non usa quelle parole che fanno tanto prima Repubblica come "rimpasto" ma la frattura apertasi con il piano di Palazzo Chigi per il Recovery Fund pare insanabile e trovare una sintesi all'interno della maggioranza pare l'unica via per scacciare l'ombra di Mario Draghi sulla presidenza del consiglio dei ministri, già prefigurata dallo stesso Renzi nei giorni scorsi. Cambiare tutto per non cambiare nulla, o per lo meno per conservare il posto in una nuova riedizione della citazione del Gattopardo è il piano dell'avvocato Conte. Che dopo il consiglio europeo riconosce "l’esistenza di istanze molte critiche che sono state in modo molto sonoro rappresentate" e chiama a raccolta la sua maggioranza per un incontro dove "cercheremo di capire che fondamento hanno questo critiche e che istanze rappresentano. Il Paese merita risposte". 

Una di queste potrebbe essere quella di portare proprio il leader di Italia Viva nel governo con un ruolo di prestigio. E questo, possibilmente, un attimo prima che Renzi, il quale ha minacciato di farlo in un'intervista a El Pais, tolga l'appoggio all'esecutivo, faccia dimettere i suoi ministri e molli il patto che attualmente regge la maggioranza. Nei piani di IV questo potrebbe accadere il 28 dicembre, ovvero dopo il voto sulla legge di bilancio. Con un discorso in Senato nel quale Renzi accuserà Conte di volere "pieni poteri" esattamente come Matteo Salvini. Sullo sfondo ci sarebbero i famosi manager che dovrebbero gestire l'attuazione del Recovery Plan ma anche, scrive oggi Repubblica, la delega ai Servizi Segreti gestita da Conte nel suo  primo governo. E frutto di problemi anche con il Partito Democratico. 

Ma Conte vuole anche che siano i partiti di maggioranza a chiedergli esplicitamente il rimpasto. Per evitare di dare l'impressione di essere lui a volere Renzi nel governo e perdere così il consenso degli elettori del MoVimento 5 Stelle. Devono essere gli alleati a muoversi. E farlo "pubblicamente, in modo trasparente, assumendosene la responsabilità". Ma proprio qui inizia il difficile. 

Conte-ter: il rimpasto prossimo venturo

Perché dall'altra parte del fronte Renzi ha già escluso (a parole) di volere poltrone. D'altro canto non potrebbe fare altro visto che rischierebbe di diventare ancora più inviso all'opinione pubblica. E anche Nicola Zingaretti non ha intenzione di entrare nell'esecutivo, per le stesse ragioni del leader di Italia Viva. Mentre l'altro azionista di maggioranza, Luigi Di Maio, a parole minaccia le elezioni ma nei fatti sa che portare il M5S - dove è in atto una balcanizzazione - alle urne significherebbe ricevere una batosta di proporzioni epocali. E a fare vincere un centrodestra dove la stella appannata di Matteo Salvini potrebbe essere sostituita da quella in ascesa di Giorgia Meloni. 

E allora l'unico piano B è quello di immaginare una nuova figura per Palazzo Chigi. Per arrivarci però potrebbe essere necessario un accordo tra i leader della maggioranza per salutare Conte. E poi trovare un nome adatto per mettere d'accordo tutti. Che non potrebbe essere quello di una personalità del Partito Democratico (lo stesso Zingaretti o Franceschini) perché il MoVimento 5 Stelle esploderebbe. Così come si rischia lo sfaldamento della maggioranza anchein caso di proposta di portare Draghi a Palazzo Chigi, per gli stessi motivi. Ecco perché Conte ha molte chances di rimanere a Palazzo Chigi anche se si dovesse aprire una crisi pilotata durante l'emergenza coronavirus: perché non ci sono vere alternative. 

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