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Venerdì, 19 Aprile 2024
Facciamo chiarezza

Meno tutele per i precari? Il governo cambia le regole sui contratti a termine

Il decreto appena varato modifica le causali che consentono di prorogare i rapporti di lavoro oltre i 12 mesi (e fino a 24). Si allentano anche le maglie per il ricorso ai voucher

Il decreto Lavoro appena varato dal governo interviene tra le altre cose, sui contratti a tempo determinato per consentire, citiamo dal comunicato di Palazzo Chigi, "un uso più flessibile di tale tipologia contrattuale". Cosa cambierà nel concreto per i lavoratori precari? Proviamo a capirlo. Iniziamo col dire che la durata dei contratti a termine era stata ridotta nel 2018 con il decreto Dignità firmato dall'allora ministro del Lavoro Luigi Di Maio. In base alla normativa rimasta in vigore fino a oggi la durata massima è di 12 mesi, con la possibilità di arrivare fino a 24, ma solo in presenza di particolari condizioni. Ovvero:

  • esigenze temporanee e oggettive, estranee all'ordinaria attività;
  • esigenze di sostituzione di altri lavoratori;
  • esigenze connesse a incrementi temporanei, significativi e non programmabili, dell'attività ordinaria.

Se non sussiste nessuna di queste causali, ma il contratto viene prorogato ugualmente oltre i 12 mesi, si trasforma a tempo indeterminato. 

Cosa cambia col nuovo decreto

Il decreto Lavoro approvato lunedì dal consiglio dei ministri interviene modificando proprio le causali che consentono di prorogare i contratti a tempo determinato oltre i 12 mesi. Il rinnovo ora potrà avvenire (citiamo sempre dalla nota dell'esecutivo):

  • nei casi previsti dai contratti collettivi;
  • per esigenze di natura tecnica, organizzativa o produttiva, individuate dalle parti, in caso di mancato esercizio da parte della contrattazione collettiva, e in ogni caso entro il termine del 31 dicembre 2024;
  • per sostituire altri lavoratori.

Cosa cambierà nel concreto? In sostanza, le causali diventano meno stringenti e il rinnovo non dovrà essere motivato da ragioni "straordinarie" come quella legata ad esempio a un incremento temporaneo dell'attività produttiva. A stabilire la liceità della proroga oltre i 12 mesi saranno d'ora in poi innanzitutto i contratti collettivi. In mancanza di questi il datore di lavoro potrà comunque ricorrere al lavoro a termine "per esigenze di natura tecnica, organizzativa o produttiva, individuate dalle parti". Resta invece identica la causale che prevede la possibilità di rinnovare il contratto a termine oltre il termine dei 12 mesi per sostituire un altro lavoratore, così come non viene toccato il limite massimo dei 24 mesi.

Calderone: "Il decreto non aumenterà la precarietà"

Secondo la ministra del Lavoro Calderone con il provvedimento varato dall'esecutivo "non si verificherà nessuno aumento della precarietà. "Il decreto dignità - ha detto a Radio24 - prevedeva causali solo dopo i 12 mesi. L’intervento nel decreto approvato ieri elimina le causali di difficile applicazione e che soprattutto potevano generare contenziosi, affidando alla contrattazione collettiva nazionale e territoriale la definizione delle causali".

Inoltre, ha aggiunto Calderone, "c'è la clausola che dice che, nel caso non ci sia in questo momento una previsione da parte del contratto nazionale, si dà alle parti la possibilità di prorogare per una finestra temporale limitata, in attesa della contrattazione, con un richiamo alle ragioni tecniche, organizzative e produttive legate alla attività dell’azienda". 

La precarietà, ha aggiunto la ministra, "nasce anche da abuso di una certa forma contrattuale, dal voler stressare una norma. Quello che invece cerchiamo di fare - ha aggiunto - è individuare una norma che sia ben assestata e che attribuisca le responsabilità ai soggetti che definiscono anche i percorsi di contrattazione. E questo stante il fatto che noi guardiamo al contratto a tempo indeterminato". Insomma, la tesi dell'esecutivo è che con le modifiche appena varate le regole saranno più chiare che in passato e meno foriere di contenziosi tra lavoratori e aziende. 

Nuove regole sui voucher

Non è tutto perché il decreto approvato in consiglio dei ministri interviene anche sui voucher. In che modo? Alzando la soglia delle cosiddette prestazioni di lavoro occasionale da 10mila a 15mila euro per chi opera nei settori dei congressi, delle fiere, degli eventi, degli stabilimenti termali e parchi di divertimento. Il ricorso ai buoni lavoro dunque sarà più facile, almeno in alcuni ambiti. Già con la legge di bilancio l'esecutivo aveva ampliato l'uso di questo strumento, aumentando da 5 a 10mila euro il limite per retribuire le prestazioni di lavoro occasionali. 

Le opposizioni protestano

Le misure sul lavoro sono state duramente criticate dall'opposizione e dai sindacati. Per Francesco Boccia, presidente dei senatori del Pd, "l'estensione dei voucher e la liberalizzare dei contratti a termine è l'esatto contrario di ciò che serve. Perché quei contratti vanno limitati, serve una legge sulla rappresentanza e un salario minimo. Aumentano la precarietà e vogliono far passare la tesi che si fa l’interesse delle imprese precarizzando il lavoro e invece, purtroppo, si crea un fossato tra le imprese in difficoltà che si aggrappano a qualsiasi possibilità pur di sopravvivere e quelle che invece si rifiutano comunque di sfruttare la precarizzazione del lavoro".

Per Elly Schlein, segretaria dei dem, il decreto "è una vera e propria sentenza di condanna alla precarietà", mentre il leader del M5s Giuseppe Conte profetizza "un aumento dei contratti a termine che avevamo arginato e contrastato con il decreto Dignità".

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