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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Cos'è questa storia che il governo vuole cancellare App 18

Dalla maggioranza parlamentare arriva un emendamento per l'abolizione del sostegno statale per come lo avevano conosciuto fino a oggi

"L'emendamento è del Parlamento, ma reputo si debba fare una riflessione sulla cosiddetta App18 che così com'è mostra criticità. È necessario ridefinirla e rinominarla, affinché questo strumento diventi realmente una modalità di consumi culturali per i giovani orientandoli alla lettura di libri, alla visita di mostre, ai corsi di lingua e alla musica". A dirlo è il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, riferendosi all'emendamento di maggioranza alla legge di bilancio che prevede, tra le altre cose, l'abrogazione della cosiddetta "18 App", il bonus di 500 euro per i consumi culturali dei giovani che dovrebbe poi essere sostituita da una nuova “Carta Cultura”.

"Penso che vada introdotta una soglia Isee che escluda persone appartenenti a famiglie con redditi elevati. - ha continuato Sangiuliano - Inoltre occorre mettere a punto un vero meccanismo anti truffe e bisogna riperimetrare gli ambiti di utilizzo a consumi davvero culturali evitando aspetti grotteschi. Su tutto ciò intendo lavorare insieme agli operatori del mondo della cultura per migliorare il sistema. Auspico che nasca una vera carta della cultura per i giovani".

Le parole del ministro non sono certo una smentita alla notizia che ha creato un forte dibattito nelle ultime ore, cioè il fatto che la maggioranza di governo abbia depositato un emendamento per la cancellazione del bonus da investire in attività culturali da parte di chi compie 18 anni.

Che cos'è App 18 e come funziona

Quest’anno è arrivato alla sesta edizione. È lo strumento promosso dal ministero della cultura, per promuovere la cultura tra i giovani, mettendo a disposizione dei ragazzi e delle ragazze diciottenni un bonus da 500 euro da spendere in prodotti culturali. Per il 2022 le iscrizioni erano partiti a marzo, In pratica i giovani residenti sul territorio nazionale o in possesso di un permesso di soggiorno in corso di validità, che hanno compiuto 18 anni nell’anno precedente, possono registrarsi sul sito www.18app.italia.it per ottenere il bonus da 500 euro che dà diritto ad acquistare prodotti culturali.

Bonus cultura da 500 euro per i neo 18enni: cos'è e cosa si può acquistare

Che cosa si può comprare? Biglietti per cinema, teatri, concerti, eventi culturali, musei, monumenti e parchi archeologici; musica, libri, abbonamenti a quotidiani e periodici, anche in formato digitale; corsi di teatro, musica, danza e lingue straniere. Dalla prima edizione del 2016, sono stati oltre due milioni i ragazzi che ne hanno usufruito, con un valore totale della spesa in cultura che supera il miliardo di euro. Con il bonus cultura i neo 18enni hanno acquistato soprattutto libri e la musica, ma anche biglietti del cinema e del teatro.

Che cosa prevede l’emendamento

Si tratta di un emendamento alla legge di bilancio depositato dalla maggioranza (FdI, Lega e Fi) cancella la misura. Con questa mossa tornano disponibili (se approvato) 230 milioni di euro annui che, secondo la modifica proposta, verrebbero destinati al mondo dello spettacolo e della cultura.

Verso l'addio al bonus cultura 18App, i fondi a spettacoli ed editoria

L'emendamento che abolisce 18App è stato firmato dal presidente della commissione Cultura della Camera Federico Mollicone (Fdi) e dagli onorevoli Rossano Sasso (Lega) e Rita Dalla Chiesa (Fi). Viene incrementato il welfare per i lavoratori dello spettacolo con l'aumento dell'indennità di discontinuità che passa da "40 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2022" a "40 milioni di euro per l'anno 2022 e 100 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2023".

La proposta della maggioranza prevede anche il "Fondo per il libro", con una dotazione pari a 15 milioni di euro annui. Il fondo è ripartito annualmente, con uno o più decreti del ministro della Cultura, mentre 30 milioni vanno alle biblioteche dal 2024 e 2 milioni l'anno al Fondo rievocazioni storiche (dal 2019 al 2022) che diventano 5 milioni a partire dal 2023. Il "Fondo unico per lo spettacolo", il Fus diventa "Fondo nazionale per lo spettacolo dal vivo" ed è "incrementato di euro 40 milioni a decorrere dall'anno 2023".

Il Fondo cinema viene incrementato di dieci milioni e da 250 passa a 260 milioni. Cinque milioni l'anno vanno ai carnevali storici "al fine di consentire la conservazione e la trasmissione delle tradizioni popolari in relazione alla promozione dei territori".

È poi incrementata di 13,3 milioni di euro nel 2023 e di 11,5 milioni annui a decorrere dall'anno 2024 la spesa per il funzionamento dei musei statali. Con l'emendamento è istituita la "fondazione di diritto privato denominata Fondazione Vittoriano, con compiti di gestione e valorizzazione del Complesso del Vittoriano".

Infine con l'obiettivo di "celebrare la vita, le scoperte e l'opera di Guglielmo Marconi nella ricorrenza dei centocinquanta anni dalla sua nascita, nonché di promuovere lo sviluppo di studi scientifici e di sperimentazioni nei settori delle telecomunicazioni, dell'innovazione e della creatività, è autorizzata la spesa di 2 milioni di euro per l'anno 2023 e di 2 milioni di euro per l'anno 2024".

Cosa succede ora: "Cancellazione è fake"

L'idea del governo ha creato un forte dibattito di cui si sta discutendo, soprattutto nel mondo della cultura e dei giovani. Un appello a Governo e Parlamento perché ritornino sui loro passi, lanciato dall'editore Giuseppe Laterza, sta raccogliendo centinaia di adesioni tra gli addetti del settore, gli scrittori e i visitatori: "La 18App è stata anche un atto di fiducia verso i giovani che ha fatto scegliere ai diretti interessati quali attività culturali rinforzare e che ha dato in particolare un sostegno importante alla diffusione dei libri. Abolire questa misura darebbe un colpo alla lettura nel nostro Paese la cui crescita, come sappiamo, è strettamente collegata allo sviluppo civile, sociale ed economico".

Contemporaneamente, tutte le maggiori associazioni del mondo del libro si sono unite in un comunicato in cui chiedono il ritiro della proposta di cancellazione: "Da quando è stata approvata nel 2016 la 18App ha consentito a migliaia di giovani di esplorare e avvicinarsi al mondo del libro, scegliendo in piena libertà cosa leggere. Questa misura non solo ha sostenuto il mondo del libro economicamente, ma ha consentito a un Paese che tradizionalmente legge poco di fare enormi passi in avanti. Lo certifica l'Istat: nei primi tre anni il bonus ha permesso una crescita della lettura nella fascia d'età 18-21 anni dal 46,8% al 54%". I firmatari sono Aie (Associazione italiana editori), Adei (Associazione degli editori indipendenti), Ali  (Associazione librai italiani), Sil (Sindacato italiano librai), Federcartolai Confcommercio, Aib (Associazione italiana biblioteche), Siae (Società italiana degli autori ed editori), Slc-Cgil sezione nazionale scrittori.

Su Twitter arriva l’affondo di chi, al tempo dell’introduzione di App 18, era presidente del Consiglio: Matteo Renzi. Era stato il suo governo a introdurlo e da allora non è mai stato toccato. "Insistono. Vogliono abolire la 18 App - scrive sul social il leader di Italia Viva - .Ehi, Giorgia Meloni, ma che paura ti fa un ragazzo che legge o che va a teatro o che va a un concerto? Noi non molliamo: avanti con l'opposizione e la petizione".

renzi app 18

Però in giornata è arrivata una frenata di Fratelli d’Italia, con il presidente della commissione Cultura della Camera Federico Mollicone (FdI): "Non aboliamo la App 18. È una fake news. Verrà fatta una nuova Carta con criteri più trasparenti ed equi perché c'è anche il tema sociale". La nuova Carta "potrebbe essere legata all'Isee - dice - Poi, oggi ci si comprano i libri di testo e questo non può avvenire perché la carta è erogata dal Ministero della cultura e i libri di testo non sono ammessi. Ma, di fatto, così è diventata un ammortizzatore sociale". Tanto che sarebbero anche arrivate segnalazioni dalla Corte dei conti su possibili danni erariali, della guardia di finanza e delle procure che stanno indagando sull'uso fraudolento della Carta. Sarebbero già accertati novi milioni di euro di frodi al Ministero.

Dunque il governo forse non cancellerà lo strumento ma di sicuro, come confermato anche dallo stesso ministro, l’idea è quella di metterci mano e modificarlo anche di molto, stringendo le maglie di come e chi potrà accedere al sostegno statale al compimento della maggiore età.

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