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Sabato, 20 Aprile 2024
Il rapporto Uil

Sprechi e poltrone inutili: la politica ci costa 23 miliardi l'anno

Sono oltre un milione le persone stipendiate da organi istituzionali e società pubbliche in Italia. Un rapporto della Uil parla di "sovrabbondante sistema istituzionale" e quantifica gli sprechi. "Abbiamo perso un milione di posti di lavoro, ma nemmeno un assessore", commenta Angeletti

Nel 2013 gli italiani pagheranno 23,2 miliardi di euro per il funzionamento degli organi istituzionali, società pubbliche, consulenze e costi. Fatti due conti, la politica applicata stacca di ben otto miliardi la manovra 2014. La legge di stabilità, ferma a 15 miliardi. Una somma enorme scritta a chiare lettere nel terzo rapporto della Uil su ‘I costi della politica’. Costi da capogiro, almeno secondo il sindacato che nel focus accusa: “Dal conto si potrebbero risparmiare circa 7 miliardi”. Tanto che Luigi Angeletti, segretario generale della Uil, è sbottato: “Abbiamo perso un milione di posti di lavoro, ma neanche un assessore. E’ una spesa che non possiamo più permetterci”.

Un rapporto freddo, che in sé non offre soluzioni specifiche, ma che sinteticamente, voce di spesa dopo voce di spesa, disegna la cartina dell’anomalia tutta italiana. Insomma, fa il conto degli sprechi del Palazzo. Entrando nel dettaglio del rapporto: per il funzionamento degli Organi Istituzionali (Stato Centrale e Autonomie Territoriali), nel 2013 si stanno spendendo oltre 6,1 miliardi di euro, in diminuzione del 4,6% rispetto all’anno precedente (293,3 milioni di euro in meno); per le consulenze 2,2 miliardi di euro; per il funzionamento degli organi delle società partecipate, 2,6 miliardi di euro; per altre spese (auto blu, personale di “fiducia politico”, Direzione ASL, ecc.) 5,2 miliardi di euro; per il sovrabbondante sistema istituzionale 7,1 miliardi di euro. “Una somma – è scritto sulle 15 pagine pubblicate dal sindacato – pari a 757 euro medi annui per contribuente, che pesa l’1,5% sul PIL”.

Settecentocinquanta euro in media all’anno per contribuente a cui attingono, direttamente o indirettamente, oltre un milione di persone. Il 5% del totale degli occupati nel nostro Paese, in pratica, vive di politica. “Un esercito – è scritto nel rapporto – al cui vertice ci sono oltre 144 mila tra Parlamentari, Ministri, Amministratori Locali di cui 1.041 Parlamentari nazionali ed europei, Ministri e Sottosegretari; 1.270 Presidenti, Assessori e Consiglieri regionali; 3.446 Presidenti, Assessori e Consiglieri provinciali; 138.834 Sindaci, Assessori e Consiglieri comunali. A questi si aggiungono gli oltre 24 mila consiglieri di amministrazione delle società pubbliche; oltre 45 mila persone negli organi di controllo; 39 mila persone di supporto degli uffici politici (gabinetti degli organi esecutivi nazionali e locali, segreterie di Ministri, Sindaci, Presidenti di Regioni e Province, Assessorati ecc.). Inoltre, sono 324 mila le persone di apparato politico (“portaborse”, collaboratori gruppi parlamentari e consiliari, segreterie partiti, collegi elettorali ecc.) e 545 mila coloro che hanno contratti di consulenze e incarichi”.

AUTO BLU – Andando a scorporare pezzo dopo pezzo il report si scoprono cifre ‘interessanti’. Come le spese dello Stato per mantenere in vita la pratica delle auto blu. Che per tutti sono uno schifo, soprattutto per i politici davanti alle telecamere, ma che poi restano lì, a pascolare. E a pesare sulle tasche degli italiani. Quanto? Nel 2013, circa 2 miliardi di euro: “I costi per la “mobilità” (auto blu e grigie, taxi, vetture a noleggio, ecc.), secondo una stima UIL molto prudente, ammontano a circa 2 miliardi di euro l’anno (il Formez stima a Novembre il costo a oltre 1 miliardo di euro escludendo però le spese per i noleggi, taxi, le auto di sicurezza e quelle assegnate ad personam)”. Stando alle cifre del sindacato il funzionamento della Presidenza della Repubblica, Camera dei Deputati, Senato della Repubblica e Corte Costituzionale (in tutto 1,8 miliardi), costa meno del parco macchine. Sarà questa la misura reale della crisi della politica?

GOVERNO – Altre cifre, altre storpiature: “Per il solo funzionamento della Presidenza del Consiglio, per il 2013, sono previste spese per 458,6 milioni di euro (15 euro per contribuente), in aumento dell’11,6% rispetto al 2012”.

ENTI LOCALI – La macchina è pagata a peso d’oro a Roma e in provincia. Sì perché anche gli enti locali e periferici non scherzano: “Per gli Organi di Regioni, Province e Comuni (funzionamento Giunte e Consigli), i costi ammontano a 3,1 miliardi di euro (101 euro medi per contribuente), in diminuzione del 5,1% (170 milioni di euro). Per le Province il costo per il funzionamento dei rispettivi Consigli e Giunte, come si ricava dai Bilanci di previsione del 2012, è di 409 milioni di euro (13 euro medi per contribuente), in diminuzione del 5,8% rispetto all’anno precedente”.

CONSULENZE – Sotto la lente di ingrandimento del rapporto anche le vituperate consulenze e incarichi che costano circa 2,2 miliardi di euro con un costo medio per contribuente pari a 72 euro. Nello specifico, 1,3 miliardi di euro per incarichi e consulenze della Pubblica amministrazione, 350 milioni di euro per incarichi retribuiti a dipendenti pubblici, oltre 580 milioni di euro per incarichi e consulenze conferiti da società pubbliche.

7 MILIARDI – Dopo le spese, il sindacato propone una cura che secondo i calcolo della relazione farebbe risparmiare alle casse dello Stato 7 miliardi di euro. Come? La Uil indica come operazioni da eseguire l’accorpamento dei comuni sotto i 15mila abitanti (in Italia 7400) che porterebbe 3,2 miliardi; l’utilizzo dei fondi delle province solo per i loro compiti di legge che porterebbe 1,2 miliardi; 1,5 miliardi di risparmio si otterrebbero poi con una più sobria gestione delle Regioni e altri 1,2 arriverebbero da una razionalizzazione dello Stato.

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