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Martedì, 16 Aprile 2024
Crisi economica

Effetto crisi, in 6 mesi 500mila cassaintegrati e 20% in meno di mutui

Cgil: "Taglio del reddito per 2 miliardi, 4mila euro in meno per ogni lavoratore". Bankitalia: "Prestiti per la casa in calo, colpiti giovani ed extracomunitari"

Due segnali inquietanti per il Governo alle prese con la "guerra dello spread". Il boom delle ore di cassa integrazione nei primi sei mesi del 2012 e il crollo dei mutui per l'acquisto di casa. Il primo, denunciato da un'analisi della Cgil, il secondo frutto dei dati Bankitalia. Analizziamo nel dettaglio i due fenomeni.

Boom cassa integrazione - Al giro di boa del 2012 la richiesta di ore di cassa integrazione supera il mezzo miliardo, in deciso aumento sullo stesso periodo dello scorso anno, collocando in cassa a zero ore oltre 500 mila lavoratori con un taglio del reddito per oltre 2 miliardi di euro, quasi 4.000 euro per ogni singolo lavoratore.

E' quanto emerge dalle elaborazioni delle rilevazioni Inps da parte dell'Osservatorio Cig del dipartimento Settori produttivi della Cgil Nazionale nel rapporto di giugno.



Da inizio anno a giugno, infatti, il totale di ore di cassa integrazione è stato pari a 523.761.036, con un incremento sui primi sei mesi del 2011 pari a +3,16%, e con un impennata della cassa integrazione ordinaria (+41%) "segnale inequivocabile di come il sistema produttivo non si attenda a breve una ripresa produttiva", come osserva il segretario confederale della Cgil, Elena Lattuada.

Nel fare un bilancio di questo primo semestre dell'anno, la dirigente sindacale osserva: "C'è un inquietante assestamento della crisi su livelli estremamente negativi, peggiori di quelli dello scorso anno, con un trend nella richiesta di ore che mira al miliardo anche per il 2012".

Crollo dei mutui - Dal 2008 al 2011 il numero di mutui concessi dalle banche per l'acquisto di abitazioni è diminuito di oltre il 20% rispetto al quadriennio 2004-2007. Il fenomeno ha interessato soprattutto i mutuatari più giovani e gli extracomunitari, mentre non ha toccato chi ha redditi elevati.

E' quanto si sostiene in uno studio di Bankitalia, 'La crisi e le famiglie italiane: un'analisi microeconomica dei contratti di mutuo' che ha utilizzato le informazioni su circa due milioni di contratti di mutuo per l'acquisto dell'abitazione.



Dal 2008 al 2011 il numero dei nuovi mutui concessi si è ridotto mediamente del 9,1% ogni anno, a fronte di un aumento medio dell'8,5% nei tre anni precedenti. La riduzione, prosegue lo studio, è stata particolarmente accentuata per le famiglie più giovani e quelle originarie di paesi non appartenenti all'Unione Europea, che avrebbero quindi risentito maggiormente sia della fase negativa del ciclo economico, caratterizzata dall'aumento del tasso di disoccupazione e dal calo sostenuto dei redditi delle famiglie, sia delle politiche di affidamento più selettive da parte degli intermediari.



Nel quadriennio 2008-2011 il numero totale di contratti stipulati dagli individui con meno di 35 anni è diminuito di oltre il 30% rispetto al quadriennio 2004-2007. La quota di mutui che fa capo a questa classe di debitori si è ridotta di 5,3 punti percentuali, al 36,4%, e l'età media dei mutuatari è aumentata di un anno, da 37,8 a 38,8 anni.



L'irrigidimento dell'offerta ha inciso in misura minore sui mutuatari con redditi elevati, come emerge dall'andamento delle erogazioni di mutui di ammontare elevato, di importo superiore a 150 mila euro, aumentati del 2 per cento. Anche il forte aumento degli spread sui mutui a tasso variabile verificatosi a fine 2008 ha colpito in misura inferiore i mutui di importo maggiore.

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