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Giovedì, 28 Marzo 2024
Crisi economica

"La crisi come la guerra, raddoppiati poveri e disoccupati"

Il centro studi Confindustria ha stilato il bilancio di sei anni di crisi. "Fine della recessione" ma "si vive sul filo rasoio. Pil a 0 nel 2015". La conseguenza: "A rischio la tenuta sociale"

La recessione dell'economia italiana "è finita". Ma i suoi effetti continueranno a lungo. Questa la conclusione alla quale arriva il Centro studi Confindustria che ha stilato il bilancio di sei anni di crisi economica. L'Italia, quindi, nei prossimi mesi camminerà "sul filo di un rasoio". Un po' come se non si fosse nel 'postcrisi' ma nel 'dopoguerra'.

La fine è arrivata ma la ripresa è lontana. E "il pericolo maggiore è il cedimento della tenuta sociale". Inoltre, in uno scenario elaborato da Confindustria nel 2015, la crescita del Paese sarà pari a zero se non ci saranno le riforme e se non termineranno le incertezze.

"Il Paese ha subito un grave arretramento ed è diventato più fragile, anche sul fronte sociale", ha avvertito il Csc. L'Italia si presenta così, alle porte del 2014, con "pesanti danni, commisurabili solo con quelli di una guerra". Rispetto al 2007 il Pil totale è diminuito del 9,1% e quello pro-capite dell'11,5%, cioè di 2.900 euro a testa, tornando ai valori del 1996. La produzione industriale è scesa in termini fisici del 24,6%, ai livelli del 1986.

Le famiglie hanno tagliato sette settimane di consumi, ossia 5.037 euro in media all'anno. Le persone a cui manca lavoro, totalmente o parzialmente, sono 7,3 milioni, due volte la cifra di sei anni fa. Anche i poveri sono raddoppiati, a 4,8 milioni.

Il percorso di risalita, secondo gli economisti di Confindustria, "sarà lento e difficile: la ridotta capacità produttiva, intaccata dalla prolungata caduta della domanda interna, rappresenterà una zavorra nella fase di ripartenza". E sulla difficile strada della ripresa dell'Italia "il pericolo maggiore è il cedimento della tenuta sociale", con il "montare della protesta che si incanala verso rappresentanze che predicano la violazione delle regole e la sovversione delle istituzioni. Basta poco perché gli eventi prendano una piega infelice".

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