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Giovedì, 25 Aprile 2024
Crisi economica

La crisi vista dal tunnel: per Saccomanni c'è luce in fondo, per Squinzi ancora no

Il ministro dell'Economia: "Segnali di miglioramento, Paese verso un consolidamento della ripresa". Parere opposto per il numero uno di Confindustria: "La luce non si vede"

Attorno alla crisi economica girano un sacco di storielle, ricette, indici di mercato, analisi e previsioni. Che l’Italia sia costretta da metà del 2007 a fare i conti con parole come decrescita, produttività, lavoro, cassa integrazione, bollette, tasse e suicidi è ormai cosa strutturata. In tutto questo turbinio di questioni e faccende cocenti, che incidono sulla carne e mandano e costringono il ceto medio ad una apnea forzata, le voci si rincorrono con la stessa frequenza delle frenetiche oscillazioni dello spread. E il ritornello è sempre lo stesso, con i virgolettati che si sprecano: a quanti metri o chilometri siamo dall’uscita del tunnel? E qui i pareri si aprono a ventaglio tra chi, pur nella buriana, vede un briciolo di luce e chi, pur senza farsi abbattere, racconta dell’effetto cantina a luce spenta.

SACCOMANNI – Un po’ come quello che racconta l’istantanea scattata questa mattina al convegno sulle imprese italiane di Confindustria. Da una parte del ‘tavolo’ il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni; dall’altra il presidente di Confindustria, Giorgi Squinzi. In mezzo due letture della situazione, lontane tra di loro. “Alcuni segnali di miglioramento ci sono anche in Italia”, ha sottolineato il ministro, indizi che “l’economia si sta riprendendo”. E ancora, entrando più nello specifico: “Il primo trimestre era molto brutto, il secondo direi che è un trimestre di passaggio, di stabilizzazione, quindi, da economista penso che possa essere prodromico ad un consolidamento della ripresa, anche alla luce delle misure che sono state prese”.

OGNI MESE 28MILA PERSONE PERDONO IL LAVORO

SQUINZI – Il ministro dell’Economia si sbilancia su un consolidamento della ripresa, il numero uno degli industriali lo stoppa e lo rimanda ad analisi più realistiche: “Io Saccomanni lo stimo moltissimo, ma in effetti la luce non la vedo ancora. Maggio è meglio di aprile, giugno di maggio, ma la produzione industriale a giugno è in calo dell’1,7% su base annua, ci stiamo stabilizzando sul fondo e verso fine anno credo che ricominceremo la risalita”. Insomma, da una parte i sentori istituzionali, intrisi di ottimismo. Dall’altra il polso fosco dell’industria, che parla di una strutturazione da fondo del barile.

"CON LA DISOCCUPAZIONE A RISCHIO LA TENUTA SOCIALE DEL PAESE"

STIGLITZ – Opinioni, sensibili, ma pur sempre opinioni. Come quelle del premio Nobel per l’Economia, Joseph Stiglitz che, intervenendo allo ‘Strategic Forum – The measurement of the cost of long and deep recessions: beyond Gdp’, si spinge verso posizioni e previsioni poco gentili per l’Italia. La fine del tunnel? “Spero che arrivi, ma credo che sia molto difficile una robusta ripresa con le politiche di austerità in campo e senza riforme fondamentali nella struttura non dei singoli paesi, ma dell’euro. La forma dell’Unione bancaria, la mutualizzazione del debito, senza queste riforme è molto difficile una forte ripresa”.

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