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Venerdì, 24 Marzo 2023
La crisi

L'M5s detta l'agenda a Draghi: le condizioni di Conte per restare al governo

Dalla conferma del reddito di cittadinanza, alla modifica del superbonus, l'introduzione del salario minimo e una riedizione della pace fiscale: nel documento presentato dal leader del M5s al premier le condizioni per restare al governo, molte difficili da accettare come lo stop alle trivelle. Cosa succede ora: il primo scoglio, la fiducia sul Dl Aiuti

È duranto un'ora l'incontro di Giuseppe Conte a palazzo Chigi con il premier, Mario Draghi. Il presidente del consiglio ha preso in consegna un documento con le richieste presentate dal Movimento 5 stelle che per bocca del suo leader ha chiesto una forte discontinuità nell'operato del governo. Nel documento che Today.it ha potuto visionare si leggono nove proposte articolate cha vanno dalla riedizione di una pace fiscale, a specifici provvedimenti che irreggimentino l'operato del governo all'azione parlamentare.

Le nove condizioni di Conte a Draghi 

Tra i punti più cari al movimento la difesa del reddito di cittadinanza e l'introduzione del salario minimo, la lotta al precariato con la definizione di confini specifici per i contratti a tempo determinato. Tra le richieste anche l'applicazione del cashback fiscale. Tra i punti sicuramente più ostici la richiesta si scostamento di bilancio per dare ulteriori incentivi e sgravi fiscali contro inflazione e caro energia. Proprio sull'energia c'è lo stop alle concessioni di sfruttamento dei giacimenti fossili di gas che secondo il M5s richiedono tempi lunghi e incompatibili con la transizione energetica.

Conte incontra Draghi: cosa succede

Conte incontrando la stampa ha chiesto parole chiare da parte di Draghi sulla conferma del reddito di cittadinanza, ma anche l'introduzione del salario minimo e la richiesta di modificare il superbonus con maggiori garanzie sui crediti. Conte ha anche chiesto una riedizione della pace fiscale con la rateizzazione straordinaria senza pagamento di interessi e sanzioni delle cartelle esattoriali.

"Dobbiamo offrire a tutti i contribuenti, che in questo momento non hanno il dilemma non di arrivare a fine mese ma a metà mese e non stanno pagando le cartelle esattoriali, una straordinaria agevolazione. Non vogliamo un condono ma un piano di rateizzazione straordinaria senza pagamento di interessi e sanzioni" ha detto Conte. "Dobbiamo intervenire a favore di famiglie e imprese con un intervento straordinario. 200 euro di bonus non servono. Va tagliato il Cuneo fiscale. Dobbiamo intervenire per i lavoratori e sul salario minimo" ha detto Conte. "Servono risposte chiare in tempi ragionevoli" chiosa uscendo da Palazzo Chigi.

"Draghi ha detto... ovviamente è giusto che si prenda un po' di tempo per valutare le nostre richieste. Io stesso non mi aspettavo, di fronte a delle posizioni così serie e articolate per il bene del Paese, che ci fosse una risposta immediata. Non sarebbe stato neppure serio".

Alle 14 il governo porrà nell' Aula della Camera la questione di fiducia sul dl Aiuti nel testo della commissione come annunciato alla conferenza dei capigruppo di Montecitorio il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D'Incà.

++ articolo aggiornato alle 13:28 ++

Perché si rischia la crisi di governo

"La permanenza al Governo del M5S dipende dalle risposte concrete, nei fatti, che verranno date ai vari punti delle nostre richieste". Lo fanno sapere fonti del Movimento 5 Stelle al termine del Consiglio Nazionale. "Conte sta portando delle condizioni al governo, i punti su cui vorremmo avere delle risposte" spiega Gianluca Perilli, del Consiglio nazionale M5S. A chi gli domanda se la permanenza del M5S al governo è in discussione, "vedremo, aspettiamo le risposte di Draghi...". Ancora più lapidario Giuseppe Brescia, a capo della Commissione Affari Costituzionali della Camera: "La nostra presenza al governo è condizionata. Come andrà? Vedremo...". 

Il tema di scontro è il decreto Aiuti su cui il governo vorrebbe porre la fiducia. Il testo del decreto, che contiene norme indigeste per il Movimento, è in discussione in Aula alla Camera: il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico d'Incà, ha chiesto il rinvio alle 14. La notte non ha partorito alcuna mediazione possibile sul superbonus come auspicavano i grillini e, al momento, non si sa ancora come si muoveranno sulla fiducia che dovrebbe essere posta sul provvedimento. Sul piatto una possibile astensione. 

Sul provvedimento, che prevede uno stanziamento di 23 miliardi di euro a sostegno di famiglie e imprese, pesa l'ostruzionismo del M5S e 400 emendamenti. All'interno del decreto, infatti, ci sono alcune punti cari al M5S, come il conferimento di poteri al sindaco di Roma Gualtieri per il termovalorizzatore, la modifica alla norma sul reddito di cittadinanza, una norma per calmierare le tariffe del gas modificando il prezzo di riferimento e la madre di tutte le battaglie, ovvero la disposizione per rendere più fruibile il Superbonus edilizio, con la possibilità per il beneficiario di fare la cessione del credito senza il rischio della responsabilità in solido. Su questo, il partito di Conte non intende transigere e vuole garanzie affinché la norma ci sia. Entro il 16 luglio il decreto deve essere approvato anche al Senato e se l'obiettivo del governo è quello di arrivare all'approvazione del provvedimento senza porre la fiducia, è chiaro che sarà una corsa contro il tempo.

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