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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Politica

Crisi di governo: cosa succede se si vota

In base alle simulazioni con l'attuale legge elettorale e i risultati degli ultimi sondaggi vincerebbe il centrodestra contro qualsiasi altro schieramento. Tranne che in un caso

Cosa succederebbe se dopo la caduta del governo Conte le forze politiche non trovassero un accordo per un nuovo esecutivo e si andasse a votare con il Rosatellum e il taglio dei parlamentari? In base alla media dei sondaggi di oggi e a prescindere dalle possibili coalizioni pronte a presentarsi alle urne, la vittoria andrebbe al centrodestra. A confermarlo è una simulazione di Youtrend realizzata da Giovanni Forti e Alessio Vernetti e basata su 5 diversi scenari ipotetici. 

Crisi di governo: cosa succede se si vota 

Un breve riepilogo delle regole del gioco. Il referendum costituzionale dello scorso 21 settembre ha ridotto il numero di deputato (da 630 a 400) e di senatori (da 315 a 200). La legge elettorale attualmente in vigore è il cosiddetto Rosatellum, che prevede un sistema misto tra proporzionale e maggioritario. Per ripartire i consensi, e quindi i seggi, è stata utilizzata l'ultima Supermedia Agi/Youtrend di dicembre. Ecco come potrebbe finire:

  • Il primo scenario prevede la riedizione degli schieramenti delle elezioni politiche 2008, con i tre poli in campo e quindi il MoVimento 5 Stelle e Liberi e Uguali che corrono da soli. In questo caso il centrodestra vincerebbe con un grande risultato: oltre il 60% dei seggi alla Camera e al Senato. 
  • Il secondo scenario invece vede l'alleanza di Partito Democratico, MoVimento 5 Stelle e Liberi e Uguali in quella che sarebbe, a parte Italia Viva, la riedizione della maggioranza che ha retto finora il governo Conte Bis. Anche qui vincerebbe il centrodestra ma con un margine minore. 
  • Il terzo scenario è quello che vede Forza Italia fuori dal centrodestra nell'ottica della formazione di un polo liberale con Italia Viva, Azione e +Europa: in questo caso, improbabile ad oggi, la coalizione Pd-M5s avrebbe una maggioranza relativa ma non sarebbe in grado di governare da sola. 
  • Il quarto scenario prevede invece Italia Viva alleata di Pd e M5s: anche in questo caso vincerebbe il centrodestra. 
  • Il quinto scenario invece è un inedito bipolarismo forzato: tutto il centrodestra unito contro tutto quello che è fuori del centrodestra unito, ovvero una Grande Coalizione che andrebbe dai grillini a Calenda passando per Renzi. Questo è l'unico caso in cui, numeri della simulazione alla mano, il centrodestra perderebbe e gli avversari otterrebbero una risicatissima viittoria.

Repubblica precisa oggi che la condizione migliore, per l’attuale opposizione, si avvererebbe se Pd e M5S rinunciassero al cantiere progressista e andassero separati come nelle elezioni del 2018: in questo caso il centrodestra otterrebbe 248 deputati su 400 e 124 senatori su 200, mentre nel caso di un’alleanza di tutti quelli che oggi stanno fuori dal centrodestra, ovvero Pd, M5S, Iv, Leu, Azione e +Europa, l'inedito Fronte Popolare prevarrebbe con 202 seggi a Montecitorio e 102 a Palazzo Madama. 

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...ma anche il centrodestra perderebbe (parlamentari)

Un aspetto curioso di questa corsa al voto è quello sottolineato qualche giorno fa dall'agenzia di stampa Agi, partner di Youtrend.  Ad oggi, la Lega rappresenta la metà dei consensi complessivi attribuiti alla coalizione. Ma in caso di elezioni il Carroccio perderebbe parlamentari pure con una vittoria nettissima. "Se consideriamo lo scenario più favorevole al centrodestra (il primo) e ipotizziamo che i seggi della Lega siano la meta' di quelli attribuiti in totale alla coalizione, vediamo che alla Camera il Carroccio si fermerebbe a quota 124 seggi (-6 rispetto a oggi) mentre al Senato arriverebbe a un soffio dal riconfermare questa cifra (62)", spiega Youtrend.

Per quanto riguarda Forza Italia,le nuove elezioni costituirebbero un "bagno di sangue" dal punto di vista della rappresentanza parlamentare (visto il doppio effetto del minor numero di seggi in palio e del dimezzamento dei consensi al partito rispetto alle Politiche 2018). Il partito di Silvio Berlusconi avrebbe convenienza a tornare alle urne solo se queste restituissero uno scenario in cui FI giochi un ruolo "pivotale", cioè sia essenziale per la formazione di una maggioranza, anche di un monocolore di centrodestra. A conti fatti, l'unico partito che ha davvero convenienza a terminare il prima possibile questa legislatura, è Fratelli d'Italia: partito che oggi è all'opposizione con appena 33 deputati e 19 senatori, ma che in caso di nuove elezioni a breve potrebbe essere la seconda forza di una coalizione di Governo, addirittura triplicando il numero dei suoi eletti.

Forse per questo il centrodestra, pur esultando per la difficile situazione in cui si è infilato Giuseppe Conte, non sembra premere più di tanto sul voto anticipato. Anzi. Ieri Giovanni Toti, terminato il vertice di coalizione, a Sky ha dichiarato che "questa è l’ora dei responsabili, ma dovrebbero essere tanti, non un manipolo, per fare scelte anche drammatiche".

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