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Giovedì, 25 Aprile 2024
I dubbi a destra

Perché Forza Italia e Lega potrebbero non votare la fiducia a Draghi

Il discorso del premier non è piaciuto per niente ai leader di centrodestra, tra i quali c'erano malumori già dal giorno prima

Dopo il discorso in Aula al Senato, Lega e Forza Italia potrebbero anche decidere di non votare la fiducia al presidente del Consiglio Mario Draghi. E’ quanto trapela da alcuni parlamentari dei due partiti di centrodestra, che, non è un caso, non solo non hanno applaudito il discorso del premier ma anzi hanno reagito con freddezza. Lo stesso Matteo Salvini è rimasto impassibile al termine del discorso. Ma la prova che qualcosa non va per forzisti e leghisti lo dice il fatto che, dai vertici di partito, è arrivato l’ordine di annullare gli interventi nella discussione generale e far parlare solo un esponente per ogni partito. Il motivo? La fiducia a Draghi non è sicura e in queste ore se ne sta discutendo a Villa Grande, dove Berlusconi e Salvini guardano a quanto accade a palazzo Madama. 

"Siamo stupiti dal discorso del presidente Draghi -commentano dalla Lega - nessun accenno a flat tax e pace fiscale nonostante 50 milioni di cartelle esattoriali già partite o in partenza che rappresentano un’emergenza nazionale. Anche il passaggio sul credito di 1.100 miliardi di magazzino fiscale che l’Agenzia delle Entrate ha nei confronti di cittadini e imprese ci lascia perplessi. In questo momento di grave crisi economica con l’aumento delle bollette e delle materie prime anche alimentari, cosa si chiede? Di rimborsare subito? Se non bastano pandemia e guerra per un rinnovato patto fiscale tra cittadini, fisco e agenzia delle entrate cos’altro dovremmo aspettare?"

Draghi in Senato, stoccate a Conte e Salvini: il premier dice no agli ultimatum

I due partiti di destra non hanno gradito le stoccate del premier nel suo discorso a chi ha tirato la giacca “sui balneari, sul catasto”, lamentando che ci fossero forze politiche che hanno addirittura plaudito “alle manifestazioni non autorizzate di chi usava anche la violenza in piazza” con chiaro riferimento alle proteste dei tassisti contro l’articolo dieci del Dl concorrenza. Non solo perché già ieri ci sarebbero stati molti malumori, con Silvio Berlusconi amareggiato per non aver mai ricevuto nemmeno una telefonata da parte di Draghi e Salvini uscito indispettito dall’incontro col premier, che non sarebbe stato proprio idilliaco. 

“Secondo me è un errore non votare la fiducia perché ci addosserebbero la responsabilità della caduta del governo e non ci presenteremmo bene agli occhi degli elettori. Io la fiducia a Draghi la voterò comunque infatti” ha detto un senatore azzurro, lasciando intuire anche come, di fronte ad un colpo di scena da parte di Lega e Forza Italia, i due gruppi parlamentari non voterebbero in modo compatto.  
 

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